Sempre uguale la tecnica con cui venivano messi a segno i colpi. I due chiamavano un taxi in diverse zone di Roma tra le 21 di sera e le 2 di notte e poi a turno, sempre armati di pistola, salivano a bordo della vettura, di solito ben vestiti per non destare sospetti, e arrivati nella periferia della capitale nei pressi di Tivoli si facevano consegnare i guadagni delle vittime.
Diciassette anni di carcere per Danilo Segna, diciotto per Valter De Luca.
Si è chiusa così, dopo sette anni, nell’aula bunker di Rebibbia, con una sentenza pronunciata dalla terza Corte di Assise, la folle avventura di due amici di Tivoli che nel 2005 avevano seminato panico tra i tassisti romani, fingendosi clienti per rapinarli. Avevano assassinato Filippo Spugna, un cinquantenne di Centocelle in servizio al 3570. Il pm per gli imputati aveva chiesto una condanna a venticinque anni. I due rapinatori seriali erano accusati di sette rapine e dell’omicidio di Spugna
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