Ma i difensori della privacy insorgono: "Rischio di attrarre malintenzionati"
La commissione Taxi e Limousine di New York ha approvato il programma che consentirà ai taxi di essere chiamati via smartphone. Il progetto “e-hail”, dal verbo usato in inglese per descrivere la chiamata del taxi, partirà in prova per un anno dal febbraio 2013. Grazie a queste app, i clienti alla ricerca di un taxi potranno trasmettere la propria posizione con il loro smartphone. Almeno dodici compagnie sono pronte a fornire il servizio, pensato per abbreviare le attese nelle zone trascurate dai taxi. "Non dobbiamo ignorare la tecnologia”, ha dichiarato il capo della commissione newyorkese David Yasski. “per quanto la maggioranza dei tassisti preferisca ancora il metodo tradizionale di chiamata”.
Ma secondo Joseph Steinberg, esperto di sicurezza informatica, esistono dei rischi per la privacy e la sicurezza degli utenti. Come ha spiegato su Forbes, dopo aver analizzato applicazioni già attive, è sufficiente registrarsi per accedere alla rete e alle informazioni sulla posizione dei clienti. “Le e-hail app, che saranno usate soprattutto da chi cerca un taxi in aeree desolate e poco frequentate, potranno attirare anche i malintenzionati”, è l’allarme di Steinberg.
Non sarebbe la prima controversia sulla privacy legata alle applicazioni per smartphone. Lo scorso 7 dicembre un giudice californiano ha avviato un procedimento contro Delta Air Lines per aver diffuso un’applicazione senza specificare le norme sul trattamento dei dati.
fonte: america24.com 15/12/12