Catturati altri rapinatori di tassisti

lupoMILANO – Gli ultimi due li ha caricati il «lupo» in piazzale Corvetto, venerdì sera. «Lupo» è un tassista dell’8585 e i colleghi avevano già notato quei due ragazzi nordafricani, s’erano insospettiti. Corrispondevano alle descrizioni dei rapinatori che da qualche giorno si aggiravano in zona Sud di Milano. Così è scattato il meccanismo di sicurezza. «A San Donato», hanno detto i due, appena saliti in macchina. E quella destinazione ha dato una conferma in più. Così il «lupo» (questo è il soprannome con cui è conosciuto tra i tassisti) s’è avviato, e subito lo hanno seguito altri suoi colleghi, ai quali presto si sono aggiunti anche i carabinieri.

A San Donato li hanno fermati: i due rapinatori hanno reagito, uno è scappato verso il Lambro e s’è disperso, l’altro è stato arrestato. Avevano una pistola. Si è chiusa così una serie di quasi trenta rapine ai tassisti in poco meno di un mese. Le bande in azione erano due. I messaggi diffusi dai radiotaxi sul primo gruppo di banditi sono partiti circa tre settimane fa. Due o tre persone, a volte una donna, italiani. Salivano sui taxi in diverse zone di Milano, sempre ai posteggi e senza mai chiamare i centralini. Chiedevano di essere accompagnati in Brianza: Saronno, Desio, Paderno Dugnano. Una volta a destinazione, si comportavano sempre allo stesso modo: le minacce, la rapina dell’incasso, a volte il tassista costretto a un ulteriore prelievo al bancomat, poi la fuga sulla macchina di un complice che li aveva seguiti.

Lunedì i carabinieri di Desio hanno fermato due componenti di questa banda, che era nel pieno di un’impressionante scia di rapine in serie. Racconta Vito Inserrato, presidente del radiotaxi 6969: «Ci auguriamo che con gli ultimi arresti si allenti la tensione e che gli altri rapinatori siano bloccati al più presto, perché è un momento veramente difficile. Noi collaboriamo il più possibile, sia con le forze dell’ordine, che spesso riusciamo a chiamare anche mentre sono in corso situazioni di pericolo, sia tra di noi, diffondendo messaggi di allerta a tutte le auto quando c’è un tassista in pericolo». L’ultima delle vittime della banda fermata a Desio era stata anche minacciata di ritorsioni: i due banditi hanno preso i documenti del tassista e hanno guardato i suoi dati anagrafici e il suo indirizzo, poi gli hanno ordinato di non fare denuncia dicendo che altrimenti si sarebbero vendicati.

Subito dopo l’arresto di Desio è scattato però un nuovo allarme, perché un secondo gruppo di rapinatori ha iniziato a colpire i taxi in zona Sud di Milano. Una delle rapine è avvenuta giovedì: due uomini di origine nordafricana si sono fatti portare fino in via Marignano, a San Donato, e hanno puntato una pistola contro il guidatore. Sono riusciti a farsi consegnare il cellulare e circa *** euro. Con tutta probabilità si tratta proprio della coppia di banditi che è entrata in azione anche venerdì, prima che uno dei due venisse arrestato dai carabinieri, proprio a San Donato.

Aggiunge Davide Pinoli, che per il radiotaxi 8585 è responsabile del «gruppo sicurezza»: «È un organismo voluto dal nostro presidente e dal Cda, siamo gli unici ad averlo strutturato. Abbiamo una linea diretta con la polizia locale e con le forze dell’ordine, oltre a un sistema di allarme che scatta immediatamente appena un collega in strada lancia un segnale di pericolo. Seguiamo poi il tassista fino alle denunce e abbiamo creato un database con tutti i casi di criminalità di cui sono stati vittime i nostri associati». È in base a questo meccanismo che venerdì sera il «lupo», appena caricati i due rapinatori in Corvetto, s’è presto ritrovato altri colleghi e i carabinieri intorno.

fonte: milano.corriere.it 20/01/2013 – Armando Stella – Gianni Santucci

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