Intervista a Loreno Bittarelli presidente 3570 candidato alla Camera

Taxistory: Innanzitutto vorremmo chiederti quali sono i motivi della tua scelta di candidarti.

loreno_bittarelliLoreno Bittarelli: Come ho già spiegato alcuni giorni fa, negli ultimi anni la politica ha rivolto la sua attenzione nei confronti della nostra categoria con una serie di interventi volti ad incidere negativamente sul nostro lavoro. Il susseguirsi di tali iniziative mi ha dato la possibilità di iniziare ad interessarmi della politica, cercando di individuare tra i suoi esponenti quelli che fossero più disponibili ad aiutarci. Tra questi, la comunità umana e politica che fa capo Giorgia Meloni, ci è stata sempre particolarmente vicina e ha fino ad oggi condiviso, ed efficacemente supportato, anche in sede parlamentare, tutte le nostre battaglie e le nostre ragioni. Le ultime vicende politiche hanno visto Giorgia Meloni, insieme ad altri parlamentari, compiere una scelta di grande coraggio, costituendo un nuovo partito – “Fratelli d’Italia” – che rimane alleato con il PDL, ma intende rispondere con forme e modi più compiuti a quell’esigenza di rinnovamento e di novità che l’attuale panorama politico richiede. Alcuni giorni fa Giorgia Meloni mi ha contattato, offrendomi, all’interno di “Fratelli d’Italia”, la responsabilità nazionale della Politica relativa al TPL non di linea e quindi la possibilità concreta di rappresentanza istituzionale in Parlamento della nostra categoria. Dopo aver riflettuto a lungo insieme a molti amici e colleghi ho deciso di accettare, perché abbiamo ritenuto importante che anche la nostra categoria potesse esprimere un proprio rappresentante in Parlamento, così come avviene per molte altre categorie di professionisti e lavoratori.

Taxistory: Agosto 2011, Novembre 2011, Gennaio 2012: nell’arco di sei mesi si sono succeduti ben tre tentativi di destrutturare totalmente il settore taxi. Per quale motivo, secondo il tuo parere? Quali azioni intendi portare avanti a difesa della categoria se venissi eletto?

Loreno Bittarelli: La risposta dovrebbe essere molto complessa ed articolata e richiederebbe un capitolo a parte, ma cercherò di riassumerla brevemente. E’ ormai evidente come in Italia, ma non solo, il modello di business dei grossi gruppi imprenditoriali si stia sempre più spostando dalla produzione dei beni – ormai fallimentare a causa della globalizzazione dei mercati, per l’impossibilità di competere con i Paesi cosi detti emergenti (Cina, India, Brasile, ecc.) – alla fornitura dei servizi. Il nostro servizio, se svolto in maniera capitalistica, con molte licenze in mano a pochi, suscita gli appetiti dei grossi potentati economici. Questi appetiti sono cresciuti anche perché facilitati dall’avvento delle nuove tecnologie che oggi rendono possibile, in tempo reale, di svolgere qualsiasi azione di controllo, sia sulle vetture che sui conducenti. Quest’ultimi, sempre con l’utilizzo delle nuove tecnologie, come i navigatori satellitari, non necessitano più di una particolare professionalità per svolgere il servizio e potrebbe quindi essere utilizzata manodopera a basso costo, come avviene in agricoltura, nelle imprese di pulizie, facchinaggio, ecc. Se oggi con 100 euro al giorno di incasso un tassista artigiano fa la fame, un industriale che possiede ad esempio, 1.000 licenze, magari fatte girare in più turni, potrebbe produrre annualmente redditi da capogiro. Poi c’è la politica. In particolare di sinistra, ma anche di una parte della destra, per non parlare poi dei cosi detti centristi, attualmente guidati da Mario Monti, che appoggerebbero ben volentieri questi progetti, pensando di creare – anche se miseri – più posti di lavoro, magari da spartire tra gli amici, per creare ulteriore consenso e con l’auspicio di andare in ausilio del trasporto pubblico locale, alleggerendone così gli attuali costi stratosferici per la collettività, che rappresentano circa l’80% dei passivi dei bilanci degli enti locali (province e comuni). Tutto il resto non conta. Non si dice ad esempio che ovunque si sia liberalizzato il servizio sono aumentati i costi per l’utente, ed è drasticamente calata la qualità del servizio offerto a causa del degrado della qualità di vita dei conducenti, spesso costretti ad operare in assenza delle minime tutele di carattere sociale ed assistenziale. È a tutti noto come negli ultimi anni la nostra categoria si sia opposta fermamente a ogni tentativo di liberalizzazione e personalmente credo di essere stato in prima linea per contrastare tali riforme. È vero che fino ad oggi siamo riusciti soltanto a limitare i danni ma, bene o male, ci siamo riusciti. E siamo riusciti a fare questo pur combattendo ad armi impari. Abbiamo affrontato i nostri nemici armati con i potentissimi “Bazooka della politica”, con l’unica arma della piazza e del convincimento della validità delle nostre ragioni. In futuro, se dovesse di nuovo accadere, ma purtroppo i presupposti ci sono tutti, vorremmo semplicemente avere la possibilità di poter combattere ad armi pari, disponendo di una voce in capitolo più forte, per convincere la classe politica delle nostre ragioni, senza la necessità di dover ricorrere ancora una volta ad azioni estreme come le proteste in piazza, che spesso sono proprio quelle che ci rendono ancor più incomprensibili da parte dell’opinione pubblica. Se fossi eletto, inizierei a lavorare prioritariamente su questi punti:
– Riordino delle leggi sul trasporto pubblico non di linea per una nuova regolamentazione del servizio taxi e ncc, nel rispetto della territorialità delle licenze e autorizzazioni;
– Abbattimento alla fonte dell’iva sull’acquisto delle autovetture e sui ricambi per contenere i costi di esercizio e allo stesso tempo migliorare la qualità del servizio con autovetture più nuove e a minor impatto ambientale;
– Revisione accisa sui carburanti ad uso professionale;
– Maggior sicurezza sul lavoro, in particolar modo quello notturno e femminile;
– Riconoscimento malattie professionali e lavoro usurante.
– Introdurre l’obbligo per i comuni ad adeguare annualmente le tariffe.

Taxistory: L’ultimo tentativo di liberalizzazione selvaggia della categoria è stato preceduto da un mese di campagna ideologica portata avanti su tutti i media senza contraddittorio che ci ha definito di volta in volta “lobbisti”, al pari dei notai e dei farmacisti; ci ha paragonati ai massoni, indicati come evasori fiscali, tacciati di essere una corporazione privilegiata che si oppone a qualunque tentativo di riforma del settore. Per parte nostra abbiamo evidenziato una carenza strutturale di organizzazione nella comunicazione. Come pensi si possa contrastare presso  l’opinione pubblica l’immagine negativa che ci hanno costruito addosso? Non pensi che la categoria dovrebbe dotarsi di un’apposita struttura leggera in grado di controbattere puntualmente ogni falsità di rapportarsi con i media etc?

Loreno Bittarelli: Siamo consapevoli di quanto sia importante la comunicazione. Nelle ultime vicende sulle liberalizzazioni la campagna d’informazione che chiamammo “operazione verità”, che ho personalmente condotto tra mille difficoltà insieme a Claudio Giudici di Firenze a mezzo stampa, radio, tv, ed altro, per riscattare l’immagine di tutti i tassisti italiani, ha avuto un peso decisivo non solo sull’opinione pubblica, ma anche su buona parte del mondo politico. Certo è che se avessi potuto enunciare gli stessi identici principi nella veste di rappresentante delle Istituzioni, la nostra voce sarebbe stata ancor più incisiva, credibile ed autorevole. Sarebbe in ogni caso auspicabile la creazione di una rete di comunicazione interna ed esterna alla nostra categoria. Ma una voce unica, coordinata e inattaccabile, presuppone una compattezza di intenti che purtroppo fino ad oggi non siamo mai riusciti a realizzare all’interno della nostra categoria, ma che deve invece tornare ad essere una delle nostre priorità per il futuro.

Taxistory: La crisi economica sta colpendo pesantemente anche il nostro settore che ovunque è in presenza di un drammatico calo dei ricavi. Ciò nonostante siamo stati oggetto di accertamenti fiscali in massa e dell’emissione di migliaia di cartelle esattoriali che nulla hanno a che vedere con la giusta e normale attività di controllo normalmente posta in atto dagli organi competenti. Pensi che sia frutto di una volontà punitiva specifica nei confronti dei tassisti.? Come pensi si possa mettere nelle condizioni i singoli colleghi di avere tutte le informazioni e le difese necessarie?

Loreno Bittarelli: E’ difficile credere che sia stato del tutto casuale l’atteggiamento repressivo del fisco nei confronti della nostra categoria iniziata dal 2006 in poi, proprio in concomitanza con le prime battaglie che abbiamo intrapreso contro le liberalizzazioni. Per informare e supportare i colleghi in questo senso, trovo sia utile che si rivolgano alle rispettive strutture economiche o sindacali.

Taxistory: Anche dopo il barbaro assassinio di Luca Massari, hanno continuato a susseguirsi episodi di violenza nei confronti dei tassisti. Nel solo mese di gennaio 2013 trenta colleghi sono stati vittima di rapina e in alcuni casi di momentanei sequestri di persona. Come pensi si possa aumentare la sicurezza collettiva della categoria?

Loreno Bittarelli: Come ho già detto, uno dei miei impegni in caso di elezione sarà quello di adoperarmi per garantire ai tassisti una maggiore sicurezza, in particolar modo durante il servizio notturno. Il capitolo sicurezza per noi è stato da sempre una spina nel fianco, proprio per la particolare vulnerabilità del nostro lavoro. La vicenda del collega Luca Massari ne è una delle più tristi testimonianze. Ad oggi credo che la soluzione più efficace sia quella di sfruttare l’azione deterrente data dai sistemi di registrazione con telecamere di sicurezza, che possono essere installate all’interno dei taxi, nel rispetto della privacy del tassista e del passeggero. Già alcuni colleghi in Italia le stanno adottando e in alcuni casi sono state utili alle Forze dell’Ordine per poter assicurare alla giustizia alcuni malviventi. Resta comunque il nodo dell’aspetto economico, soprattutto in un periodo di forte crisi economica come quello che stiamo attraversando, e che a mio avviso dovrebbe essere affiancato da contributi pubblici in quanto la sicurezza è la prima condizione necessaria affinchè vengano garantiti i diritti costituzionalmente previsti a tutti i cittadini.

Taxistory: In aggiunta alla crisi economica la categoria è oggetto della concorrenza sleale che deriva dall’uso difforme delle licenze Ncc che in determinate realtà come Milano ed in particolar modo Roma mettono a repentaglio la stessa possibilità di sopravvivenza economica dei tassisti che hanno una regolare licenza. La magistratura sembrerebbe ignorare e a volte addirittura parrebbe favorire la violazione e lo stravolgimento delle regole (vedi recente sentenza del Giudice di Pace di Teramo) e addirittura nel caso della sentenza del Tar della Toscana la destrutturazione dei turni e delle collaborazioni e sostituzioni alla guida. Come pensi di intervenire presso le Istituzioni al fine del contenimento di questi veri e propri tentativi di scardinamento della Legge quadro 21/92?

Loreno Bittarelli: E’evidente che chi vuole liberalizzare il nostro servizio si avvale ogni percorso, anche indiretto, compreso quello della violazione delle regole o della loro cattiva interpretazione. Quando parlo della necessità di un “riordino delle leggi sul trasporto pubblico non di linea, per una nuova regolamentazione del servizio taxi e ncc nel rispetto della territorialità delle licenze e autorizzazioni”, intendo proprio questo. Se le regole vengono eluse perché non sono sufficientemente chiare, bisogna riscriverle meglio, così da non lasciare più spazi alle varie interpretazioni, anche da parte della magistratura. Per fare questo, è utile non ripercorrere gli errori commessi in passato innescando una guerra di religione tra taxi e ncc, senza poi ottenere alcun risultato. Dobbiamo sforzarci nel ricercare, e pretendere, una soluzione politica condivisa a questo problema, volta a tutelare il lavoro di tutti i tassisti e autonoleggiatori che intendono svolgere la loro attività nel pieno rispetto della Legge. Per quello che riguarda invece il caso di Pisa Uritaxi, ha già dato mandato ai propri legali di predisporre il ricorso al Consiglio di Stato, perché siamo convinti che il Tar della Toscana abbia interpretato in maniera non del tutto compiuta le nuove normative. E su ciò sarà nostra cura tenere puntualmente informata la categoria.

Colgo l’occasione per inviare un saluto a tutti i colleghi e soprattutto per augurare un futuro migliore!

Loreno Bittarelli


Grazie a Loreno Bittarelli per la gentilezza.

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10 commenti

  1. È un altro nostro rappresentante. Vale il discorso fatto per Grassi. Non dimentichiamolo. Abbiamo bisogno di essere rappresentati nel cuore delle istituzioni

  2. Loreno ha dimostrato di essere sempre pronto alla risposta ad ogni attacco ingiusto alla nostra categoria di lavoratori , da parte delle vere lobby di turno dei governi che oramai conosciamo bene che vogliono impossessarsi di tutto quello che ci riguarda. Non sostenere Loreno Bittarelli per il Parlamento non solo sarebbe una follia, ma sprecheremmo una occasione forse unica, di avere un nostro rappresentante nella stanza dei bottoni del nostro paese.

    Sergio Sierra 67

  3. Dobbiamo assolutamente dare credito ai ns rappresentanti…purtroppo credo che ci sarà ancora da lottare

  4. Bene.ottima la risposta alla seconda domanda comprensibile e divulgativa anche per chi non fa parte della nostra categoria di Lavoratori.
    I progetti di legge incarnerebbero molti desideri della categoria.
    Sarebbe davvero difficile mutuarli ad un politico di professione…che magari viene dal mondo della finanza,o dell informazione(giornalista).
    E’ sconcertante come questo del contrasto al neoliberismo fosse un tema della sinistra di 25/30 anni fa…
    Ben venga ,come per Grassi,un rappresentante di tali istanze.

  5. Al solito a me piace andare in controtendenza.
    Il passo da “sindacalista” a “politico” come al solito è davvero breve!
    La legge 21/92 è una legge che lascia secondo me davvero poco spazio alle interpretazioni, non servono grandi avvocati o personaggi politici per applicarla, basta avere la pazienza e la voglia di informarsi su quali sono le regole del proprio lavoro ed applicarle, ma tra i tassisti sembra proprio che questa sia una pratica desueta visto e considerato che si va avanti per il sentito dire “in piazza” e mai per ciò che sta scritto per legge.
    Certo, belle parole, ma in questi anni abbiamo sempre avuto a disposizione le armi per combattere la “concorrenza sleale” e mai nessuno ha fatto nulla, un esempio? i bus che fanno linea per gli aereoporti: solo sotto campagna elettorale ci si ricorda di una sentenza del 2012 e si decide per una manifestazione peraltro rinviata dopo un incontro con il prefetto il quale “accerterà” il da farsi…. (nel 2007 un altro prefetto avrebbe dovuto accertare il da farsi e 450 tassisti sono finiti a processo)
    Le accise e carburante a costi di uso professionale? Basterebbe recepire le direttive europee (la moneta unica esiste da 12 anni e non dal 2006) ma in Italia si lucra di più disapplicandole.
    Malattie professionali e lavoro usurante??? quello è un campo minato se si considera che altre categorie professionali riconosciute da ben più tempo della nostra ad oggi non riescono ad ottenerle (vedi gli operatori sanitari)
    Obbligo per i comuni di aggiornare le tariffe… e li stendiamo veramente un velo pietoso visto e considerato che i canoni manutenzione che paghiamo alle officine tassametriche sarebbero comprensivi anche di questa operazione (se non ci danno gli aumenti annuali che facciamo decurtiamo i canoni manutenzione della cifra dovuta?)
    “Operazione verità”: discorsi triti e ritriti tanto per darsi una ripulita mentre poi in “piazza” continui a trovare gente che non meriterebbe nemmeno l’autorizzazione per andare a pesca al laghetto sportivo. Inutile riempirsi la bocca di paroloni altisonanti sui mercati liberalizzati se poi dopo un’ora il cliente si ritrova in macchina col furbo di turno che fa la cresta sul tassametro. La gente vuole un servizio consono al prezzo pagato, di come sia poi regolamentato non gliene può fregare di meno!
    E’ dal 2006 che va avanti questa storia del liberalismo, dei paesi liberalizzati, dei tassisti schiavi e della paura del nuovo, non sarebbe il caso di tirare fuori argomenti più freschi? anche perchè non so a Milano ma a Roma qualche generazione di tassisti è cambiata e il livello intellettivo anche.
    Nuove tecnologie??? Ben vengano! basta saperle usare e essere ben coscienti di come possono aiutarci nel nostro lavoro che è già ben regolamentato da leggi all’avanguardia in termini di civiltà e tutela della libera imprenditoria.

    Personalmente credo che la nostra “categoria” abbia bisogno di seri sindacalisti scevri da interessi particolaristici piuttosto che di rappresentanti in un parlamento ben lontano dalle necessità reali di chi lavora.

  6. Sì, qualcosa di “fresco” sta arrivando e sta arrivando proprio a Milano dove una coop sta cercando di portare qualcosa di espolsivo, qualcosa che farà un bel rumore. Domani ne riparliamo, ora è tardi.

  7. Dimenticavo….alla categoria serve coerenza.

    Riporto integralmente:

    «Sarebbe il colmo, prima fanno di tutto contro i tassisti e poi ci chiedono gli spazi». Loreno Bittarelli, presidente nazionale di Uri/ Uritaxi, fa un appello ai suoi colleghi chiedendo di rifiutare la pubblicità ai politici in campagna elettorale.

    La polemica di Bittarelli ha anche un destinatario specifico: Mario Monti. Il premier infatti è visto come un nemico dai conducenti delle auto bianche di Roma:

    «Ci ha preso di mira in maniera sconsiderata – attacca il leader del 3570 – voleva ammazzarci», e adesso «viene da noi a chiedere di fargli la pubblicità, è davvero una cosa assurda».

    La reazione arriva dopo la lettura di un retroscena del Messaggero di ieri, nel quale si raccontava di una strategia della lista «Scelta civica» basata su manifesti da collocare su bus e appunto taxi. «Sembrerebbe che alcuni schieramenti politici avrebbero intenzione di fare campagna elettorale affiggendo dei manifesti sui taxi – continua Bittarelli -.

    Dopo i calvari che la categoria ha dovuto sopportare in questi ultimi anni, credo che i tassisti sappiano ben distinguere quali schieramenti politici meritino di essere pubblicizzati o meno».

    L’appello del leader sindacale non si limita ai romani: «Invito tutti i colleghi d’Italia a non cadere nella trappola di fare pubblicità per i loro carnefici, come quelle forze politiche che negli ultimi anni hanno cercato di distruggere il nostro lavoro, per favorire i pochi potentati che volevano arricchirsi alle nostre spalle, attraverso la precarietà e lo sfruttamento dei lavoratori».

    Parole molto nette che hanno il valore di un appello e non di un ordine. I soci delle cooperative, infatti, sono liberi di accettare o rifiutare qualsiasi tipo di reclame. Per i tassisti non si tratta di un business molto remunerativo: per una pubblicità su uno sportello si ricevono tra gli 80 e i 100 euro.

    «Meglio fare due corse a Fiumicino che prendere i soldi da questi politici», riassume un anonimo conducente.

    questa la fonte: http://www.uritaxi.it/portaltest/?q=node/2528

    Ad oggi per Roma girano taxi con la pubblicità di FDI pagata al tassista 50 euro…. con ovvie ripercussioni mediatiche che tacciano la “categoria” di essere politicamante schierata! (verificare ricercando su Google in notizie la parola “taxi”)

  8. Sabato 16 febbraio alle ore 11, Loreno Bittarelli, candidato alla Camera con la lista “Fratelli d’ Italia”, incontra a Milano la categoria presso il teatro “Rosetum” di via Pisanello 1.

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