da codacons.it Un dossier di Agenzia della Mobilità fotografa il fenomeno solo il 14% dei titolari vive nel territorio di rilascio della licenza L’ INCHIESTA Venti milioni di euro persi ogni anno per tasse varie, cui si aggiunge una cifra forfettaria di 63 milioni una tantum, per il mancato rilascio di nuove licenze. È l’ impatto economico subito dal Comune di Roma a causa degli Ncc, le auto a noleggio con conducente, che lavorano «abusivamente» a Roma. Si tratta di noleggiatori che hanno ottenuto le licenze in altri Comuni e che a meno di condizioni particolari, a Roma non ci dovrebbero mettere piede.
A far di conto è un dossier dell’ Agenzia della Mobilità che ha fotografato il fenomeno. Per la legge la corsa dell’ Ncc deve partire dal Comune di rilascio. E che una volta terminata la corsa il minivan deve tornare entro i confini comunali. Cosa che non avviene praticamente mai. Spesso sono i portieri d’ albergo a chiamare le auto «nere», facendole passare per dei taxi regolari agli occhi dei turisti. La maggior parte di quelli che stanno in centro, invece, stazionano nelle piazze come normali taxi lavorando «a chiamata».
Un business illegale, che parte dalla Capitale, finito sui tavoli delle Procure di mezza Italia, dove hanno sede i Comuni che hanno rilasciato le licenze, per i quali i magistrati hanno ipotizzato i reati di truffa, turbativa d’ asta, falso, corruzione. A Roma il fenomeno è in costante crescita. Ma al contrario di quanto accade negli altri comuni, dove vengono rilasciate le licenze, in città l’ ultimo aggiornamento risale agli anni Settanta. In città ci sono 1.024 licenze autorizzate. Mentre dai varchi Ztl sono state registrate altre 6.300 licenze rilasciate da altri Comuni che frequentano il centro storico e Trastevere. Di queste, sono intestate a residenti nel Comune che ha rilasciato la licenza solo il 14%.
Le altre sono intestate a residenti a Roma (56%) e in altri comuni (39%). Di questi è stato accertato che una grande percentuale lavora in città aggirando le norme. È proprio Agenzia della Mobilità a parlare di «royalty», ovvero una percentuale lasciata per esempio ai portieri d’ albergo. Condizioni che drogano il mercato. Una catena fraudolenta che colpisce per ultimo il turista, costretto a pagare una tariffa molto più elevata come segnalato in decine di denunce da Codacons e Unione Consumatori.
NESSUN CONTROLLO I magistrati che stanno lavorando, in alcuni casi, sollevano un dubbio che fa tremare. Alcune aziende sarebbero in odore di criminalità organizzata, in questo caso Camorra e ‘Ndrangheta. Il business è appetitoso. Il conto molto semplice: al volante un ragazzo pagato 5 euro l’ ora, con incassi che superano anche i 1.000 euro al giorno. Ma dopo il maxi sequestro di licenze di del giugno scorso, l’ unica indagine importante, resta quella della Polaria di Fiumicino che ha allo screening circa 6.000 licenze sulle quali la Procura capitolina ha chiesto chiarimenti. Scarsa l’ attività della polizia amministrativa di Roma Capitale, ovvero il controllo su strada.
A una denuncia dettagliata scritta e firmata da alcune associazioni di tassisti (Ugl, Cisl, Mit e Cisal) e dall’ Anar (un’ associazione di noleggiatori) la polizia locale risponde con un «non siamo competenti territorialmente, rivolgetevi all’ autorità giudiziaria». Intanto il business fagocita il denaro dei turisti, ricamando un’ immagine poco dignitosa della Capitale d’ Italia.