da lastampa.it Gianfranco Senese è appoggiato alla sua Peugeot 307 sw bianca, tirata a lucido come una bomboniera. C’è un gran via vai vicino a Porta Nuova, ma lui ha le braccia conserte da più di due ore. «Ho attaccato stamattina alle 8, ora sono le 18, provi a dire quanto ho guadagnato? 58 euro. Si può andare avanti così? Sembriamo invisibili». Gianfranco è uno dei 1.560 taxisti della città, che per far fronte alla crisi hanno deciso di creare tariffe speciali e agevolazioni per i clienti, per le tratte più battute. Un’operazione trasparenza che vedremo appese ai taxi, per spazzare via le accuse di tassametri poco chiari.
Il crollo
Il lavoro dei «cab» torinesi è calato in tre anni del 40%. Le cooperative 57.30 e 57.37, riunite di recente in un coordinamento che presagisce la fusione, calcolano che un terzo delle licenze concesse è in esubero: «450 vetture» sono di troppo, spiega il presidente Nicola Gasperoni. Ma chi ha comprato a caro prezzo (circa 150 mila euro) il permesso di guidare l’auto bianca non è disposto a svenderla. L’ultimo arrivato è Senese, cassintegrato: per mantenere la famiglia ha rilevato da poche settimane una licenza e la sta pagando col mutuo. Ma dei guadagni mitizzati neanche l’ombra. «In piazza Castello, a Porta Nuova, non c’è più un parcheggio buono. Aspetti, aspetti, passano le ore prima di prendere una corsa». Lui è terzo a lato della stazione, in via Nizza, in una fila di dieci auto bianche.
I costi
Qualcuno si scalda: «Queste macchine costano 70 euro al giorno di manutenzione e ammortamento costi. Ci sono giorni in cui andiamo in perdita». Un discorso che si ripete in tutte le 56 stazioni dell’area metropolitana. Peggiore è la situazione dei taxisti di notte: «Accade ai colleghi di parcheggiarsi e fino al mattino non caricare nessuno, sette ore buttate via», aggiunge Gasperoni,. La media è di quattro corse in una giornata di lavoro. Una brusca frenata rispetto al 2010. Ma nonostante le richieste, il Comune non ha concesso lo stato di crisi alla categoria.
I prezzi
Ma perché i taxi sono vuoti? Le cause sono molteplici e complesse. Una su tutte salta alla mente di chi li prendeva e oggi non li prende più: il caro tariffe. In confronto ad altre città, Torino non brilla per prezzi low cost. A Roma salire sul taxi costa in media 8 euro per 5 chilometri percorsi, a Bologna 7, a Torino 10,5, mentre Milano svetta con oltre 12 euro. Il nostro servizio è riconosciuto come uno tra i migliori, ma il prezzo alto è il primo deterrente.
Come funziona il tassametro? Gira in base ai chilometri e al tempo. Si calcola che ogni 12 secondi scattino 10 centesimi, anche se il prezzo si compone di molte variabili. La partenza ha una tassa fissa chiamata «bandiera» di 3,50 euro a Torino (diverso in altre città), da qui fino a 8 euro la macchinetta segna 1,44 euro per ogni chilometro. Poi, fino a 13 euro, 1,05 euro al chilometro. Oltre i 13 euro, 1,27 euro, fino a fine corsa. Meglio prendere un taxi al posteggio o chiamarlo sul momento, piuttosto che prenotarlo: in questo caso, il taxista è autorizzato ad accendere il tassametro 3 minuti prima, la chiamata costa un euro in più.
«L’unica alternativa è tornare a conquistare la fiducia del cliente», dicono i taxisti. Nelle prossime settimane vedremo la rivoluzione scritta in giallo sulle auto bianche. I taxi si addobberanno con cartelli che sponsorizzano corse a prezzo fisso dalla Ztl allargata a Caselle e ritorno, a 34 euro. Dalla zona ospedali-Lingotto fino all’aeroporto saranno 39 al massimo.
Le proposte
«Introduciamo anche il taxi collettivo: da Caselle possono salire 4 persone, anche se non si conoscono, spendendo al massimo 8 euro e 50». Per i più tecnologici, l’applicazione per smartphone è TaxiClick, per individuare l’auto che sta arrivando, mentre registrandosi sul sito del 57.37 si possono effettuare preventivi on line . Ancora in discussione, è la reintroduzione del prezzo di 5 euro per girare in centro. Non tutti i taxisti sono favorevoli. Sono riuniti in 14 sigle sindacali, e metterli tutti d’accordo è un’impresa titanic.