Amt, Bersani: «Sono il papà delle liberalizzazioni»
Le parole dell’ex segretario del Pd riguardo allo sciopero selvaggio dei lavoratori
Video intervista
Amt, Bersani: «Sono il papà delle liberalizzazioni»
Le parole dell’ex segretario del Pd riguardo allo sciopero selvaggio dei lavoratori
Video intervista
I commenti sono chiusi.
Che coraggio il Sciur Bersani quello che vogliono fare a Genova è liberalizzare il trasporto pubblico di massa, ma non vendendolo per il suo alto valore potenziale di impresa, ma regalando l azienda allo stesso modo come avvenne tra lingotto Lingotto ed Arese.. cioè Gratis
LADER
Liberalizzazioni e privatizzazioni non si discutono..si rispediscono al mittente!!
pure il tuo partito spazzatura ti ha relegato in uno sgabuzzino come ufficio in sede, stattene là bersà
Riecco l’utile idiota.
Sembra un pugile suonato che straparla del match perso KO alla 1a ripresa!
Perchè invece di vantarsi di essere “un pioniere della nuova sinistra” (quella che fa la politiche della destra) non spiega come mai lui e il suo partito hanno perso milioni di voti?
Non sarà per caso i suoi elettori hanno finalmente capito che dietro le sue “lenzuolate” c’erano solo i 3 denari di giuda regalati da/a qualche amichetto.
Lo schema è noto. Un bene/azienda/servizio pubblici vengono usati, spremuti, per fini elettorali con assunzioni di utili idioti nei posti dirigenziali e un organico gonfiato a fini elettorali. L’azienda va in rosso, entra in crisi. A quel punto gli stessi politici che l’hanno fatta fallire invocano le privatizzazioni e liberalizzazioni. Invece di porre mano ai guasti prodotti mettono all’asta un bene pubblico che non è loro, ma della comunità. L’acquirente privato è di solito contiguo al politico. Dopo la privatizzazione avvengono regolarmente due fenomeni: licenziamenti e aumenti delle tariffe. L’azienda da pubblica è ora privata, ma non recupera un solo grammo di efficienza e i cittadini hanno in compenso un servizio peggiore di prima. Invocare la privatizzazione per incapacità manifesta nella gestione della cosa pubblica è spacciato da questi cialtroni con la complicità dei media come un segno di progresso. Distruggono un bene pubblico sotto la loro responsabilità e invece di togliersi dai coglioni lo vendono agli amici degli amici. C’è una variante allo schema a livello nazionale, la vendita di aziende pubbliche in utile fatta dai partiti. In questo caso la vendita serve a coprire temporaneamente i buchi del bilancio causati dagli stessi partiti che quindi, come soluzione, bruciano i mobili di casa per scaldarsi. Capitan Findus Letta (gemello siamese di Bersani, Prodi e Monti) vuole vendere le ultime aziende nazionali per guadagnare tempo, l’unica cosa che gli interessa. Il ricavato del “primo (?) pacchetto di quote di società pubbliche” dovrà fruttare 10/12 miliardi con la vendita di quote Stm, Enav, Eni, Fincantieri, Cdp Reti, Cdp Tag, Grandi stazioni, Sace per, così dice il Nipote, una “riduzione immediata del debito nel 2014″. Il debito pubblico è cresciuto allegramente durante il governo dello Stoccafisso Congelato a 2.068,5 miliardi. Cosa si vuole ridurre? Invece di tagliare le spese inutili e i privilegi con la cessione delle aziende si rinuncia alle quote future di dividendi e si cede il controllo di pezzi dello Stato al mercato. Chi ha dato il permesso a Capitan Findus Letta di dismettere dei beni che appartengono ai cittadini? Questo personaggio non è stato eletto da nessuno. Non ha neppure partecipato alle primarie del suo partito. Non ha legittimità popolare. Se ne deve andare. No alle privatizzazioni. Lo Stato e i suoi beni sono dei cittadini, non dei politicanti.
I film Privatizzazioni e liberalizzazioni cha abbiamo già abbondantemente visto e sopportato hanno TUTTE e SEMPRE avuto la stessa sceneggiatura.
Balla N°. 1) si invoca il MERCATO che fa “concorrenza”
Balla N°. 2) la concorrenza genera investimenti, crea occupazione, abbassa i prezzi e migliora i servizi
Balla N°. 3) i beni/servizi di proprietà pubblica (cioè nostri) vengono “venduti” (senza manco sognarsi di chiederci cosa ne pensiamo) e col ricavato si riduce il debito pubblico
Balle, balle e ancora balle!
Invece la realtà fuori dalle aule della Bocconi e delle redazioni di giornali e TV, è tutt’altra:
Realtà N°.1) il “mercato” quello bello, quello bianco, quello pulito che più pulito non si può nemmeno col candeggio NON ESISTE. E’ un’invenzione metafisica degli economisti bocconiani che, come i giullari di corte medioevali, in cambio di 4 pagnote de pan e un bicier de vin strasso, hanno venduto anima e corpo dando la loro copertura “scientifica” alla balla del “mercato”.
Poi ci sono venditori di pentole (pardon giornalisti) che in cambio di fama, gloria facile ed una carriera assicurata sono pronti a fare gli zerbini dei loro padroni senza il minimo scrupolo di coscienza, dando tutto il supporto mediatico necessario per rincoglionire milioni di cittadini con campagne di stampa martellanti.
Realtà N°.2) Il mercato reale non crea nessuna concorrenza perchè ogni settore finisce invariabilmente in mano a squali oligopolisti e monopolisti che a suon di milioni spazzano via ogni “concorrente” nel giro di pochi anni. Poi quando hanno il DOMINIO del settore di mercato scatta la trappola. I PREZZI AUMENTANO ed il SERVIZIO PEGGIORA. Con il piacevole corollario di licenziamenti in massa. Altro che investimenti e occupazione.
Realtà N°.3) i proventi di TUTTE le privatizzazioni e liberalizzazioni non hanno diminuito il debito pubblico di 1 €. Ed infatti siamo gia ben oltre i 2000 Mld. e continuiamo a viaggiare allegramente al ritmo di 10 miliardi al mese in più che fanno oltre 100 miliardi in più ogni anno che passa.
Sono 20 anni che vanno avanti così.
Adesso basta!
Solidarietà con i fratelli genovesi!