Oggi penultimo giorno di Salone del Mobile, come il solito Milano è tappezzata di blocchi stradali a macchia di leopardo, macchine in coda in tangenziale, sulle circonvallazioni, sulle vie di accesso al centro. Tortona e Brera sembrano le fiere dei baracconi anni ’70 quando tutti i paesi confinanti vomitavano villani vestiti da festa al centro del paesino dove si festeggiava il santo patrono. In via Tortona (foto, grazie al collega Massimo V.) manca solo l’albero della cuccagna (magari c’è e non lo so), gente che deambula guardando in aria forse in attesa dei Visitors, oppure che sbircia meravigliata tutto e come se fosse la prima volta che li vedono si meravigliano anche dei motorini parcheggiati.
Strani personaggi vestiti rigorosamente radical-chic escono con il bicchiere di vetro in mano e le tasche piene di tartine e salatine abilmente sottratti ai vari eventi del doposalone. Addirittura ci sono gruppi Fb dove vengano scambiate informazioni su dove e a che ora correre per scroccare l’ennesimo bicchiere di tavernello corretto con la frizzina. Insomma (perdonatemi ma mi sta per scappare) l’è un bel troiaio!
“Ma caro tassista, di cosa si lamenta? Chissà i soldi che ha fatto su con questo salone!” dice la gentile signora comodamente seduta a gambe aperte sul sedile posteriore, “Ma cara signora, lo sa che stavo meglio settimana scorsa che non mi toccava vedere la mia città in balìa dei predoni? E sì, cara signora, proprio dei predoni. Quali predoni? Gli abusivi. Quali abusivi? La vede quella macchina? E quel furgone? Lo sa che neanche l’esercito riuscirebbe a tenere a bada l’invasione di traghettatori di anime abusivi che ci hanno invaso? Si rende conto di che evasione e pure elusione fiscale che c’è dietro quelle baracche lucidate a nuovo? No, eh?“
“Quant’è?” dice lei. “Sette e sessanta, signora.“, rispondo. “Ecco, faccia pure otto e mi dia una moneta da due euro che prendo il pullman per Orio e poi mi serve la moneta per il carrello.”