La delibera verrà votata in giunta tra fine aprile e inizio maggio e tenterà di rendere operativo quello che è già contenuto nella legge 21 del 1992: una volta terminato il servizio, il noleggiatore deve tornare in rimessa. In altre parole, gli ncc con licenza ottenuta fuori Roma, devono tornare nel comune di provenienza. «È un impegno che il sindaco Marino ha preso con i tassisti e i noleggiatori di Roma in campagna elettorale – dichiara Nicola Di Giacobbe, segretario generale dell’Unica taxi Cgil – per combattere la concorrenza sleale di 5.000 ncc che ogni giorno vengono da fuori Roma a lavorare nella capitale ».
«È una delibera contro il libero mercato – protesta Giulio Aloisi, rappresentante per il Lazio di Anitrav, l’associazione nazionale imprese trasporto viaggiatori – Ci ha già provato l’allora sindaco Alemanno, ma tutte le volte gli abbiamo impugnato il provvedimento e i giudici ci hanno dato sempre ragione. E lo faranno anche stavolta». Nel sit in di lunedì mattina, gli ncc dell’Anitrav chiederanno un incontro all’assessore alla Mobilità Guido Improta. «Vogliamo discutere il provvedimento prima di trovarci di fronte al fatto compiuto – spiega Aloisi – gli ncc chiedono le autorizzazioni in altri comuni perché nella capitale il rilascio delle licenze è bloccato».
«Roma è invasa da imprese e società che a vario titolo esercitano il noleggio. E non è solo concorrenza sleale. Si configura anche il danno erariale», ribatte Di Giacobbe.