italians.corriere.it 7.6.2014 – Caro Beppe, sono un taxista milanese, un tuo assiduo lettore che apprezza la tua obiettività, ricerca e conoscenza di quanto scrivi. sta volta Questa volta però, per dovere di cronaca vorrei precisare che: – Tutti i radiotaxi posseggono APP da almeno due anni quindi non è una novità. Non scordiamoci anche le chiamate via email, SMS, telefono visto che la maggior parte degli anziani non possiede smartphone. – I prezzi, essendo Servizio Pubblico, sono fissati dai vari comuni – Le colonnine taxi di Milano non dipendono dai taxi ma dal comune stesso, che ha appaltato il servizio di manutenzione ad una grossa società telefonica (non mi dilungherò su quanto sta succedendo in merito). Per approfondire e conoscere meglio l’universo taxi ci sono vari siti tra cui TAXISTORY.
Da segnalare inoltre nello stesso giorno di uscita di Sette sul Corriere del 30 maggio a pag. 59 delle lettere al Corriere, l’intervento di Claudio Giudici presidente Unitaxi Toscana che approfondisce ancor di più quanto le sto scrivendo. A disposizione per ulteriori chiarimenti,
Silvano B.
oggi è U… domani sarà un altro potere forte che vorrà prendersi il lavoro e la vita degli altri e non per fare concorrenza ma solo profitti a scapito di tutti utente compreso. Si continua a vendere FUMO sui giornali tv media in modo che la gente percepisca solo la parte inutile e insensata di un discorso molto più ampio.Oggi tocca a noi combattere per la legalità domani forse toccherà anche a voi.Perchè questa gente è senza scrupoli e senza principi che mette davanti a tutto i numeri i profitti e non le persone.riflettiamo tutti insieme , i tassisti sono visti dalla gente come una lobby bla bla bla forse sbagliamo noi a non metterci il costume che più s’addice LA TUTA DA LAVORO si perchè non siamo altro che lavoratori il resto e solo fumo. non si pensa mai che trascinare 60000 famiglie di tassisti sul lastrico è come licenziare 60000 lavoratori di botto senza preavviso, ecco questo è il punto più importante della mia riflessione quando una persona perde il lavoro è una sconfitta per tutti e ogni uomo ha il diritto e il dovere di difendere il proprio lavoro con tutta la sua forza
ciao, sono un giovane ex-collega.
scrivo per segnalare il ritardo cronico con il quale la categoria stà, forse, ritrovando l’unità.
e segnalo inoltre che a mi modesto avviso ci sarebbero questioni molto più gravi di U… intorno alle quali unirsi. sto parlando degli accertamenti dell’agenzia dell’entrate basati su studi di settore che prevedono incassi lordi di xxxi annui, per i quali, che io sappia tutti hanno pagato, al massimo patteggiando uno sconto pari al xx% massimo. questi studi non tengono minimamente conto delle situazioni personali e , senza troppi problemi, avanzano richieste deliranti per gran parte della categoria senza che nessuno abbia fatto ricorso. io ormai ho lasciato perdere, ma voi, che siete ancora in categoria e volete costruire un futuro con quel lavoro, dovreste fare pressione sui vostri sindacati e se non funziona dovreste organizzarvi da soli per ottenere la fine di questo comportamento mafioso dello stato. se vuole obiettare qualcosa faccia dei controlli accurati e poi contesti singole anomalie. non fare uno studio basato su dati provenient dal corriere della sera e da repubblica e sulla base di questi dire che tutti avrebbero dovuto dichiarare quella cifra e chi non l’ha fatto ha evaso! …e se ero depresso!? e se ho tre figli e non posso lavorare sempre!? …e se scelgo di lavorare di meno e di guadagnare di meno!? … ragazzi, ne và del vostro futuro, io ormai sono fuori (con relativi accertamenti ricevuti), ma voi state attenti. senza scherzare, c’è gente che si suicida per queste cose! svegliamoci!
in bocca al lupo a tutti
daniele