GIOVANNI Maggiolo, segretario di Unica Cgil, cosa ne pensa della proposta di Uber di lavorare assieme?
“Mi pare più una manovra di immagine che altro. Da parte di qualcuno che ha l’acqua alla gola e racconta falsità da tempo “.
Uber Italia conta migliaia di iscritti, le pare se la passino male?
“Da tempo regalano le corse per farsi pubblicità. Sono loro che stanno affondando, non noi, e in più fingono di tenderci la mano. La proposta poi, se esiste, possono farcela tranquillamente, e la valuteremo. Non sarebbero di certo i primi”.
Si riferisce alle altre applicazioni che già esistono?
“Esistono Cabeo e TaxiYoo di Unione artigiani. Due applicazioni alle quali alcuni tassisti hanno aderito, e nessuno ha fiatato. Ma con Uber è diverso, loro non vogliono il mercato, ma il monopolio. E così si tratta di difendere il servizio pubblico “.
O le vostre rendite?
“No. Vogliamo difendere l’utente da un servizio che non ha macchine controllate, né obblighi di servizio e tariffe amministrate. Non rispettano le regole. Il servizio pubblico è l’ospedale, loro sono la clinica. Loro da Quarto Oggiaro non rispondono, possono rifiutare le corse e alzare le tariffe come vogliono”.
Com’è andato lo sciopero?
“Lo sciopero è stato europeo. È stato chiaro a tutti che il lavoratore per far valere i propri diritti deve scioperare. Non per la sua convenienza, ma per quella di tutti”.
A quale bene comune si riferisce?
“Abbiamo spiegato alla gente che anche qui in Italia, come hanno già fatto all’estero, Uber arriverà a chiedere nei momenti di massima domanda fino a sette volte la tariffa, che già è più alta della nostra “.
Ma a quel punto uno può scegliere, no?
“Il punto però è che loro violano le regole, non rispettando leggi che sono in vigore, che vanno solo applicate, come la partenza dalla rimessa e la tariffa certa”.
Ma la gente vi ha ascoltato?
“Certamente. Sono venute fuori risposte positive”.
E le prossime mosse?
“Questo è stato l’inizio della campagna di informazione, è cambiata la percezione di questo conflitto. Finalmente si è capito che non stiamo difendendo delle rendite, ma che ci stiamo mobilitando per difendere un sistema di beni comuni”.
Il ministro Lupi ha promesso di convocarvi, ci crede?
“L’aveva già fatto un mese fa. In realtà mi aspetto anche qualcosa di più. Perché ci sono due modelli: uno che non garantisce l’utenza e l’altro, per quanto migliorabile, che la garantisce. Bisogna solo scegliere da che parte stare”.
(Ilaria Carra per La Repubblica 12.6.2014 )
L’innovazione se valida lo dirà solo il tempo, come nel 2000
le vere new-economy hanno fatto stada, le altre sono state o bruciate o assorbite dalle idee valide (Google,facebook,ebay,etc.)la fuffa tale è e tale rimane.
Quelle idee che tolgono valore dall’economia reale e la spostano su digitale, senza nulla creare se non vecchi malaffari (capolarato,eluisione,sfruttamento dei deboli)a mio parere dovranno o modificarsi o imporsi,con regole più vicine al settore in cui si collocano.
E COLORO CHE URLANO ALL’INOVAZIONE SOLITAMENTE TUTTO VOGLIONO TRANNE CHE INNOVARSI.
Guarda il dito no la luna!