ilsole24ore – Lunedì 30 giugno scatta l’obbligo del Pos per esercenti, commercianti, professionisti e aziende. Quindi anche autotrasportatori, imprese di costruzioni, idraulici, falegnami, elettricisti, antennisti, manutentori di caldaie.
Questo significa che questi operatori dovranno avere la “macchinetta” che consente ai clienti di pagare con il bancomat oltre la soglia dei 30 euro.
Tutto chiaro, dunque? In realtà, nonostante l’entrata in vigore della nuova disciplina sia stata rimandata di tre mesi sono molti i soggetti interessati che non si sono ancora dotati del Pos. Tra i motivi i costi troppo alti di installazione e gestione e la scarsa attitudine all’uso delle tecnologie. Inoltre, diverse professioni, tra cui architetti, avvocati, chimici e consulenti del lavoro hanno protestato più volte, sottolineando una serie di criticità come, ad esempio, l’aver esteso l’obbligo a tutti senza fare adeguate distinzioni, non aver mantenuto l’entrata a regime graduale inizialmente prevista dal legislatore e “saltata” a causa delle proroghe, aver stabilito un tetto troppo basso (la richiesta era di alzarlo almeno a 50 euro).
Con l’avvicinarsi della scadenza diversi ordini professionali hanno preso le distanze dall’obbligatorietà, in forza del fatto che non è espressamente prevista dalla norma (Dl 179/2012, articolo 10, comma 4) una sanzione in caso di violazione. Posizione che di recente è stata avallata dal ministero dell’Economia con la risposta (prot. n. D/825 del 10 giugno 2014) data all’interrogazione parlamentare n. 5-02936; il Mef sostiene che i professionisti dovrebbero strutturarsi con il Pos, ma non essendo previste sanzioni la norma introduce non «un obbligo» ma «un onere». Tesi, peraltro, contenuta nella circolare che il Consiglio nazionale forense ha pubblicato il 20 maggio e richiamata dallo stesso ministero.
Non c’è una sanzione, dunque, ma alla fine potrebbe essere il mercato stesso a “punire” negozianti, artigiani e professionisti che non rispetteranno l’obbligo di dotarsi del Pos per i pagamenti elettronici, che scatta da domani. Questo almeno quanto emerge dalle associazioni dei consumatori.
Perché, infatti, professionisti e commercianti dovrebbero affrettarsi a stipulare con una banca un contratto di noleggio per il dispositivo elettronico che permette di accettare pagamenti con bancomat? «Semplice – spiega Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori -: perché se un cliente entra in un negozio, vede un articolo che gli piace e alla cassa gli dicono che non è possibile pagare con il bancomat, potrebbe decidere di cambiare negozio». Diverso è il discorso per gli studi professionali, dove non è possibile lasciare la merce sulla cassa e uscire a mani vuote nel caso in cui non venga accettato il pagamento tramite Pos. «In questo caso – riflette Trefiletti – il cliente dovrà pagare in contanti, ma non è detto che li abbia in tasca in quel momento. Chi si trova in queste situazioni potrà chiedere che gli venga inviata la fattura a casa».
Secondo Federconsumatori l’obbligo di accettare pagamenti con moneta elettronica (sopra i 30 euro) è «un grande passo avanti in termini di tracciabilità dei pagamenti e lotta all’evasione, nonché un ampliamento e un’agevolazione a favore del cittadino, che disporrà di un ulteriore metodo di pagamento». Allo stesso tempo, però, l’associazione denuncia il rischio che i «costi ancora eccessivamente onerosi per dotarsi degli strumenti vengano scaricati sui prezzi».
Federconsumatori ha stimato che il costo totale di un Pos, ipotizzando circa 300 transazioni mensili da 40 euro, si aggira mediamente sui 525,25 euro al mese (escluso il costo di attivazione del Pos ed escluso il costo della linea telefonica). Impatto meno pesante, secondo Paolo Martinello, presidente dell’associazione Altroconsumo. «Negli studi professionali – sottolinea, infatti, Martinello – il contante è già scomparso da tempo» perché quasi tutte le parcelle vengono pagate con strumenti tracciabili. Per la Cgia di Mestre un’azienda con 100mila euro di ricavo annuo, con il Pos, tra canone mensile, canone annuale e la percentuale di commissione sull’incasso, dovrà sostenere una spesa media annua di 1.200 euro.
Secondo Confesercenti, un imprenditore che realizza transazioni per circa 50mila euro l’anno tra costi di installazione, canoni e commissioni pagherà all’incirca 1700 euro l’anno. Per cui nel complesso il mondo delle imprese per questi servizi dovrebbe versare 5 miliardi. Per la Cgia di Mestre con 100mila euro di movimentazione il costo annuo dovrebbe oscillare da 2.478 a 2.608 euro a seconda delle tecnologie utilizzate (semplice Pos, Pos cordless o Gsm) che al netto delle detrazioni fiscali scende poi a 1.183-1.240 euro. Secondo uno studio dei Consulenti del lavoro il canone oscilla dai 10 euro del Pos standard ai 28 del Gsm. Per ogni operazione si pagano poi 20 centesimi per la chiamata ad un numero automatico ed una commissione bancaria che in media si aggira sul 2% dell’importo transato.
sopra i 30 euro..ma quando fai 6,70?chi sà che il minimo di pagamento è 10 euro?altrimenti ci si può rifiutare sempre se non si è presa la corsa per radio ma al posteggio e si è avvisato prima l utente…
Se la pecora la spelli alla fine non fa piu lana, ennesima cabella da aggiungere ai costi
con risultati dubbi per lo stato, e lucrosi per i soliti noti.
Malgrado i numerosi solleciti nessuno (Monti,Letta,Renzi) ha fatto un decreto per introdurre un tetto alle commissioni e al noleggio POS , e poi non sono amici delle BANCHE .Fanno finta di non capire, lo sanno benissimo che chi fa nero in grandi quantità se ne sbatte delle regole, lo fa è basta.
Curiosità strettamente personale: il signor Trefiletti, così bravo a fare le pulci a chi lavora in proprio, ha mai gestito un attività commerciale o artigianale?
Probabilmente mi sbaglio, e spero vivamente di sbagliarmi, ma l’impressione che mi dà quando lo vedo in tv o lo ascolto alla radio, è quella di una persona che non perde occasione per esternare tutto il suo odio nei confronti dei lavoratori autonomi, quelli piccoli come noi però. Non mi risulta di averlo mai sentito esternare con tanta veemenza nei confronti delle grosse multinazionali…
Se mi sono sbagliato mi scuso (Non si sà mai, mi sembra anche un personaggio dalla querela facile!)
L’obbligo del POS/bancomat fa parte di una più ampia strategia del controllo degli scambi economici formulata dal governo italiano. Secondo questa strategia entro il 2018 scatterà l’obbligo di chip sottocutanei per procedere con i pagamenti.
http://strafattiquotidiani.wordpress.com/2014/06/30/obbligo-di-bancomat-e-chip-sottocutanei/
quando avremo tutti i pagamenti elettronici la nostra libertà di uomini sarà completamente finita. sapranno tutto di noi , cosa fai e dove vai. in più non dicono che con la carta di credito spendi molto di più di quello che potresti fare realmente perchè non hai la percezione reale di quello che spendi , così vai in rosso in banca e poi paghi interessi più cari ….. occhio aperti
Negli USA e’ gia cosi’. La percentuale di pagamenti con carta e’ oltre il 90%. Di solito chi paga in contanti viene ritenuto un individuo da guardare con sospetto
Quindi se io d’ora in avanti accettassi le carte solo per corse da 20€ in su, sarei nel giusto?
sierra96
saresti stupido,le puoi accettare anche da 30 in su e basta,come faccio io,al di sotto cash,e nessuno ti puo dir niente