I sindacati dei trasporti di tutto il mondo si incontrano a Bruxelles per elaborare una posizione comune sul’azienda privata che spezza il monopolio dei trasporti. iltempo.it
I sindacati si ribellano a Uber. Un incontro mondiale di tutti i sindacalisti dei trasporti per elaborare una posizione comune sull’azienda che fornisce un servizio di trasporto automobilistico privato attraverso una app. L’appuntamento è a Bruxelles domani e dopodomani: secondo i sindacati, Uber viola in tutti i paesi norme di legge e regolamenti anche comunitari relativi all’attività di taxi e noleggio con conducente. All’incontro mondiale del 15 e 16 ne seguirà uno europeo, che si terrà sempre a Bruxelles l’1 e il 2 ottobre prossimi. Il regime delle licenze è a rischio da tempo nel nostro paese e Uber sembra aver superato un ostacolo che fino ad ora sembrava insormontabile: liberalizzare il mercato in questo settore.
“Per vincere questa battaglia bisogna darle una dimensione internazionale – dichiara Marino Masucci, coordinatore nazionale della Fit-Cisl, che sarà presente all’incontro in rappresentanza dell’Italia. La normativa italiana sulla materia è molto chiara e dice che il servizio Uber viola la legge 21 del 1992, in base alla quale esso è completamente illegale.Il problema è che la società tenta di mantenere il servizio attraverso le note app per cellulare e questo sta creando conflitti con i tassisti.
Precisiamo però che diciamo sì alle nuove tecnologie, a patto che siano regolate nel rispetto della normativa sulla sicurezza del lavoro e dei diritti e delle tutele dei lavoratori”. “La Fit-Cisl – conclude Masucci – non mancherà il grande appuntamento di Bruxelles perché solo un sindacato unito a livello mondiale può contrastare Uber, che è una sfida globale con caratteristiche di liberismo senza regole, dove a vincere è il più forte ai danni dei lavoratori locali. Inoltre c’è il rischio che Uber sia solo una testa di ponte, un esperimento per entrare in seguito anche in altri settori dei trasporti con le stesse modalità, ovvero senza regole”.
Proprio oggi ho sentito di una presa di posizione che l’Ocse avrebbe preso contro le multinazionali che operano in Europa infischiandosene però nello stesso tempo di pagare le tasse nei paesi nei quali operano. Qualcuno è più informato di me ed è in grado di descrivere meglio la posizione dell’ Ocse?