ecodallecitta.it La californiana Uber che sta facendo infuriare i taxisti di mezzo mondo arriverà presto anche a Torino, come confermano i vertici aziendali. Eppure, con una mozione approvata in Consiglio Comunale nel 2013 la Giunta si impegnava a perseguire i servizi di noleggio auto con conducente “i cui veicoli non muovono dalle stazioni di rimessa ma attendono le chiamate circolando in città”. Uber arriverà anche a Torino, preceduta dalle proteste dei taxisti, come da copione. Un copione che si è già ripetuto in tutta Europa, con proteste che hanno toccato Milano, Londra, Barcellona e praticamente tutte le città in cui il servizio di noleggio auto con conducente è entrato in funzione.
Le ragioni della protesta, sempre le stesse: gli autisti di Uber non pagano nessuna licenza e contravvengono alla legge di categoria del 1992 che prevede che i veicoli che svolgono un servizio taxi non possano attendere le chiamate circolando in città, ma debbano obbligatoriamente partire dalle rimesse dopo la prenotazione.
A livello normativo, la legittimità del servizio è ancora oggetto di discussione in tutti gli Stati Europei, tranne in Germania, dove il servizio è stato considerato illegale. InItalia, nonostante il parere avverso del Ministro Lupi, Uber è attivo,e ogni città fa per sé. Milano sta cercando una mediazione, Genova ha fatto scattere le prime multe, ma la situazione resta piuttosto fumosa.
E a Torino cosa succederà? L’azienda californiana ha annunciato l’imminente arrivo del servizio, ma una mozione approvata nel 2013 su poposta dei consiglieri Maurizio Marrone e Paola Ambrogio, impegna “il Sindaco e la Giunta a garantire, richiamandosi alla normativa vigente, la piena applicazione della disciplina dettata per il trasporto privato di persone tutelando Taxi e Noleggi con conducenti, a fronte delle violazioni segnalate e già in atto in altre città”. Uber dovrà fare marcia indietro?
Per il momento il Comune non si è espresso sull’argomento, ma siamo in attesa di un commento.