Liberalizzazioni: a volte ritornano

A-volte-ritornano

“Siamo pronti a qualsiasi cosa a partire dall’utilizzo migliore dei denari europei che per anni si sono dispersi in mille rivoli”, afferma il premier e annuncia: “Nel 2015 affronteremo le liberalizzazioni”

Per battere la disoccupazione, soprattutto al sud, Matteo Renzi annuncia “strumenti non convenzionali”. “Siamo pronti a qualsiasi cosa – promette -, a partire dall’utilizzo migliore dei denari europei che per anni si sono dispersi in mille rivoli”. Il premier annuncia poi che “nel 2015 affronteremo le liberalizzazioni” intervenendo in primo luogo “sull’incredibile nugolo di municipalizzate che sono una vergogna inaccettabile”.

 

 

 

15 commenti

  1. Avviso che sarò molto! provocatoria. Ma il titolo dell’articolo (gent.mo Marco) è…..
    …assolutamente irresistibile ! ! ! 😉
    Quindi, di cosa parliamo?
    Parliamo della Liberalizzazione del numero di Licenze? o parliamo della Liberalizzazione del Servizio? cioè della libertà di scegliere ognuno di noi come meglio lavorare!
    Cosa che in tutti gli altri paesi industrializzati E’ da sempre la normalità. E comunque mi raccontano che lo era anche in Italia prima dell’avvento dei RadioTaxi…
    La prima risposta è ovviamente NO.
    La seconda invece è SI’.
    I ‘RadioTaxi’ stanno infatti reclamando il riconoscimento del loro lato di ‘servizio privato’ proprio con il loro recente ricorso al TAR Lombardia per partecipare alla gara d’appalto.
    Infatti, gli usuali turni di rinforzo evidenziano già una consuetudine nel praticare una ‘liberalizzazione’ del ‘servizio privato’.
    I ‘Taxi di Piazza’ (non RadioTaxi), permettetemi qui di specificare che sono loro a rappresentare in primis il reale ‘servizio pubblico’ dovuto, sembrano finalmente riscoprire la necessità di aver anch’essi riconosciuto il loro lato di ‘servizio privato’ vista la crisi del lavoro, e a Milano soprattutto visto l’avvicinarsi dell’EXPO.
    Ditemi voi, perchè in questo settore sembrerebbe preferirsi di più un’ (autogestita, con pro e contro) ‘ufficiosa liberalizzazione’ e il rivolgere molta più attenzione al non far lavorare il proprio collega!?? Si vedano infatti le difficoltà che si incontrano ad:
    – avere delle colonnine funzionanti (anche se personalmente sostengo che nell’epoca della tecnologia risultano inutili) !
    – avere un sostituto alla guida pittusto che il solo collaboratore familiare (nell’epoca delle coppie di fatto e delle famiglie allargate!) !
    – essere ammessi in una cooperativa radiotaxi!!! (attenzione!!!: pur avendo!!! i requisiti necessari e pagando!!! le quote richieste) Tralasciando qui le modalità interne che da alcune di queste, fortunatamente non tutte, vengono incredibilmente strumentalizzate!
    Tempo, energie e ritorni economici sprecati!!!

    Ditemi, quali sono le Vostre esperienze e commenti a riguardo?

    Avrei infine un ultimo quesito per Voi, in particolare per chi è taxista A Milano, città metropolitana molto attiva nel lavoro e che presenta più radiotaxi equivalenti concorrenti.
    Se il fine principale, e condiviso tra radiotaxi e taxista, è quello di raccogliere il maggior numero (tutte) le richieste e smistarle verso il taxi libero più vicino al punto di raccolta dell’utente, non sarebbe PIU’ logico avere TUTTI i taxi raggiungibili con UNA sola telefonata/sms/email/app? Impariamo dalle Multinazionali: loro in gergo lo chiamano “one stop shopping” cosa che è peraltro anche il successo dei centri commerciali. (Letteralmente significa ‘negozio/acquisto a fermata unica’. Termine che indica la possibilità di visitare un solo negozio per trovare tutto quanto occorre di una certa gamma di bisogni familiari).
    Riflettete, ipoteticamente il ‘comprensorio comunale’ potrebbe essere il ‘centro commerciale’.
    Attendo di leggerVi numerosi.
    Buon ponte dell’Immacolata!

  2. Grazie. Ti ricordo solo che il numero contingentato è tale in quanto costantemente monitorato il rapporto domanda/offerta da comuni e regioni e che la “centrale unica” o l’equivalente “numero unico” è una pura chimera in quanto improbabile riunire tante teste pensanti in una cupola il cui vertice potrebbe essere distrutto dall’antitrust in quanto mancherebbe evidentemente concorrenza e che sarebbe facile accusare di cartello con somma gioia dei tromboni della stampa.

  3. Grazie per la precisazione sul continegente per i non addetti ai lavori.
    Allora in molti comuni mancherebbe la concorrenza e si potrebbe evidenziare un cartello eppure la stampa si disinteressa.
    Ricordiamo “l’art. 86 del Trattato Ce – oggi art. 106 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, TFUE – ha imposto l’applicazione delle regole concorrenziali, salvo non arrechino pregiudizio al perseguimento della missione affidata – anche alle imprese titolari di “diritti speciali ed esclusivi”.”
    Ribadisco, parliamo di taxi o di radiotaxi? Se ai taxi è stata data la possibilità esclusiva di associarsi ci sarà pure un motivo. Poi ci meravigliamo di chi vuole competere per questo.
    La stampa? La stampa considera un servizio pubblico ottimale un ‘taxi accessibile’ non collegato ad una centrale radio!
    Spero non me ne vogliate se mi unisco a suonare le campane.

  4. Scusa, ma il radiotaxi è un’interfaccia tra l’utenza e il taxi che è nata e si è sviluppata per ovviare ad una cronica mancanza dei comuni. Per noi è solo un costo, ben venga un sistema unico di chiamata a spese della collettività e non di chi eroga il servizio pubblico. Il “bello” del taxi è che è pubblico quando si tratta di obblighi e privato quando si tratta di diritti. Troppo comodo.

  5. Quindi la differenza sta tra l’interfaccia e l’intermediazione…
    Giusto! Il ‘servizio pubblico’ prevede(va) le colonnine telefoniche al/ai posteggio/i a carico del Comune. La tecnologia ha permesso un miglioramento e ottimizzazione del servizio con l’avvento del radiotaxi.
    Dando un’occhiata alle tariffe pubbliche riportate nei siti di alcuni comuni, in effetti risulterebbe (confermate Voi se e così) che a Milano non viene richiesto all’utente il pagamento di un supplemento di chiamata (radiotaxi) mentre negli altri si.
    Comunque, se tale supplemento equivale ad un ‘servizio privato’ ci si chiede come mai debba corrispondere ad una quota fissa (di solito vi è sempre un minimo e massimo nelle tabelle tariffarie commerciali private) e persino contrattata con l’ente locale. Sembrerebbe essere di più un ‘obbligo di tariffa’.
    Permettemi una divagazione. Avete presenti un Professore o un Medico ?
    Entrambi sono iscritti ad un Albo professionale, esercitano una propria attività privata, ma… …talvolta sono anche ‘dipendenti statali’ (a stipendio!). Rispettano un turno di lavoro, e poi esercitano anche la loro attività privata.
    Ora, tralasciando la posizione delle Autorità, cosa vogliamo NOI taxisti?
    Come mai non vengono monitorati, come ogni altro servizio sul mercato, anche le modalità di accesso e le quote d’ingresso e mensili dei RadioTaxi?
    Vorrei discutere con Voi della ‘Sentenza Altmark’ e del seguente Regolamento CE N.1191 del 26 giugno 1969: “considerando che, nel decidere il mantenimento di obblighi di servizio pubblico, le autorità competenti degli Stati membri devono potere subordinare la loro decisione a condizioni atte a migliorare il rendimento delle prestazioni in causa; che è necessario che le autorità competenti, decidendo la soppressione di un obbligo di servizio pubblico, possano tuttavia prevedere l’istituzione di un servizio sostitutivo, allo scopo di garantire la fornitura di sufficienti servizi di trasporto;”

    http://www.regione.toscana.it/documents/10180/11560072/Sentenza+di+Altmark.pdf/63f2f785-c362-463d-a692-ed6bfe1a01ab

    Quindi, “Il “bello” del taxi è che è pubblico quando si tratta di obblighi e privato quando si tratta di diritti. Troppo comodo.”

    Bene. Troppo comodo. Ma… per chi ?

    Sapete dirmi quali sono le posizioni delle rispettive Associazioni di Categoria a riguardo?

  6. Gent.mo Marco, grazie per la tua attenzione, dedizione e lavoro per il Tuo sito.
    Ciao e Buon ponte dell’Immacolata.

  7. Che tu sia una tassista, permettimi, ho qualche dubbio, Goggle dice che la tua email corrisponda ad altro profilo, ma sorvoliamo. Per quanto riguarda tariffe e regolamenti ti rimando alla Legge 21/92 (Legge quadro per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea) che regolamenta il settore, per eventuali dubbi e suggerimenti ti consiglio di rivolgerti al Ministero dei Trasporti, noi eseguiamo i nostri compiti nei limiti della Legge, non come qualcun altro che si fa beffe della Legge, ruba il lavoro alle persone oneste e paga le tasse (poche) all’estero http://www.taxistory.it/wordpress/2013/12/28/legge-2192-aggiornata-al-25-12-2013/ Artt. 4 e 5

  8. Gent.mo Marco,
    mi incuriosiscono molto i Tuoi dubbi nei miei riguardi e mi sorprende il tono diffidente nell’epoca della libera Comunicazione (di cui tu sei un felice artefice!) e della Trasparenza.
    Ministero dei Trasporti…ok. Seguirò il consiglio. Ma…
    …Dirigenza TPL oppure Dirigenza Trasporto Stradale? Forse per certe cose ne risponde uno e per altre ne risponde l’altro?
    Avendo dei dubbi, mi viene spontaneo chiedere lumi a chi ha più esperienza di me. Molti di Voi.
    La L.21/92 regolamenta il settore. Bene.
    Immagino si voglia evidenziare, citando gli artt.4 e 5, correggimi se sbaglio, che è libertà del singolo Comune definire ciò che viene considerato ‘obbligo’ di servizio pubblico e ciò che viene considerato privato. Bene.
    Art.1 Autoservizi Pubblici NON di Linea
    ….
    2. Costituiscono autoservizi pubblici non di linea:
    a) il servizio di taxi con autovettura, …..
    Art.2 Servizio di Taxi
    ….
    3-bis. E’ consentito ai Comuni di prevedere che i titolari di licenza per il servizio taxi, possano svolgere servizi integrativi quali il taxi ad uso collettivo o mediante ALTRE FORME DI ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO.
    Colonnine o Radiotaxi? Visto che le colonnine già c’erano prima della modifica, dovrebbe essere quindi la ‘modalità’ ‘RadioTaxi’.
    L’Art.7 si cita la possibilità di Associarsi. Però ciò non è sempre garantita né monitorata qualora si configuri una realtà soggetta a regolamentazione della concorrenza…
    In ultimo, affrontiamo l’altro punto che risulterebbe essere delicato nel settore:
    I ‘Turni di Servizio’. – Pubblici o Privati?
    La L.21/92 non cita nessuna limitazione all’orario di esercizio dell’attività, bensì regolamenterebbe all’art.10 la Sostituzione alla guida (si presume rispetto all’obbligo di servizio pubblico che si immagina prioritario rispetto al privato)
    “1. I titolari di licenza per l’esercizio del servizio di taxi possono essere sostituiti alla guida, nell’ambito orario del turno integrativo o nell’orario del turno assegnato, da chiunque abbia i requisiti di professionalità e moralità richiesti dalla normativa vigente…”
    Gentilmente, come mai sembrano sorgere spesso problemi/paure ad affrontare un sereno e chiaro confronto su vari temi concernenti il settore?
    Il taxi è un’importante servizio per la comunità. Della sua ottimizzazione ne godono sia l’utenza sia gli operatori.
    Un solo punto di raccolta delle richieste, ma anche dei costi di gestione è logicamente preferibile.
    Alcuni regolamenti comunali riportano che ‘in ciascuna area destinata allo stazionamento, il taxi primo della fila ha la precedenza sugli altri ad effettuare il servizio richiesto. L’utente tuttavia può scegliere l’auto indipendentemente dall’ordine di stazionamento’. Ma una tale ‘concorrenza’ risulta non ammissibile nel settore.
    Prendo qui in prestito alcune delle Tue parole:
    “Il “bello” del taxi è che è pubblico” (non soggetto a concorrenza) “quando si tratta di obblighi” (del collega o del radiotaxi concorrente) “e privato quando si tratta di diritti” (propri). “Troppo comodo”. – “Sono solo un umile campanaro” (lavoratore autonomo!! con diritto di riposo e con cospicui oneri economici!!!) “e in quanto tale suono le campane.”
    Ciao e buon lavoro.

  9. Cara Paola,
    Marco fa benissimo a diffidare.
    Dai la fortissima impressione di saperla mooolto lunga.
    Troppo.
    Chi si sottrae al confronto non sono certo i taxisti.
    La rete pullula di trolls (come te).
    Ciao ciao…..

  10. Cara Paola,
    dimenticavo. Il servizio taxi (come ogni taxista sa molto bene) è assai ben monitorato.
    Per es. dal proprio RTX, dal comune di Milano in prima persona per mezzo di finti “clienti” in incognito, dall’agenzia delle entrate e infine (guarda un pò te) da un ente INDIPENDENTE TEDESCO che nel 2011 ha posto Milano al 4° posto in una classifica tra le principali metropoli europee.
    Tu invece come/quando/chi ti monitorizza????
    Questo è un sito per taxisti. Gente che sgobba dalla mattina alla sera.
    Non di azzeccagarbugli (se non peggio) in cerca di polemiche.
    Meglio che giri alla larga……
    Ari-ciao ciao…..

  11. Gentile Milano32, il tuo commento è un po’ contraddittorio.
    Avevo preannunciato che sarei potuta sembrare ‘provocatoria’.
    L’intento però voleva essere e resta solo quello di ‘confronto’ NON ‘controllo’. In generale, e non riferito a Milano che come hai evidenziato si posiziona persino al quarto posto.
    “Chi mi monitorizza?” Le città oggi son piene di telecamere, ma direi che sono di più gli oneri e gli obiettivi di qualunque titolare di attività autonoma.
    Si vuole dire forse che i radiotaxisti sono meglio monitorati?
    Io ho già espresso la mia opinione a riguardo cioè ‘un solo punto di raccolta’.
    Comunque non intendevo affatto disturbare o accendere gli animi della comunità su questioni già lungamente (e probabilmente molto più approfonditamente) discusse, e che suscitano, mi rendo sempre più conto, così facilmente tensioni sociali.
    Concludo dicendo che il servizio taxi darebbe il meglio di sé SE unito sul territorio e SE coordinato come importante servizio intermodale tra quelli pubblici disponibili a livello locale.
    Mi aspettavo di poter scambiare opinioni, idee e suggerimenti per un miglioramento delle opportunità. Ma vedo che mi sbagliavo.
    Ciao e buon proseguimento.

  12. Ecco sì brava Paola hai capito bene. Diciamo che hai sbagliato arena. Diciamo pure che acca nisciuno è fesso. Se fossi in buonafede e fossi una collega non avresti bisogno di paroloni tipo “opportunità”. Siccome non sei né l’uno nè l’altro allora come diciamo a milano : hai pisciato fuori dal vaso. Vuoi discutere? Dì chi sei e che vuoi e non pensare di venire qui a discettare dei massimi sistemi credendo di avere a che fare con un branco di coglioni che si bevono qualunque cazzata

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