Alla fine dell’interessante intervento di April Rinne, tra le maggiori esperte statunitensi di tematiche di economia collaborativa e #sharing cities, di cui pubblicheremo a breve qualche estratto dalla stampa, è intervenuto Claudio Severgnini (Acai Tam) il quale ha sollevato una interessante questione sul tema in corso: se questa economia deve essere “collaborativa” perché si parla così tanto di businnes? Insomma, se viene tanto pubblicizzata questa “condivisione dei costi” perché preme così tanto l’argomento “soldi” e ci sono fior di aziende che macinano capitali spaventosi? La risposta di April Rinne non si è capita tanto bene, probabilmente l’audio della sala non è perfetto, o forse le risposta è glissata volutamente dalla gentile signora, fatto sta che la domanda io l’ho capita, la risposta no. Vi invito ad ascoltare l’audio per trarre le vostre conclusioni.
Se foste venuti ieri sera in Beltrami, la signora April Rinne (stampatevi bene in mente questo nome) vi avrebbe spiegato che siamo piombati nell’era dell’economia collaborativa. In pratica qualunque cosa voi abbiate che vi avanza (spazio di un letto, cantina, posto in auto, tempo, magari per portare un cane a pisciare o il nonno di qualcun altro al parco, un gatto dal veterinario, un tizio a mxp, o un bene, come la casa al paese o il box…..) può essere messo in condivisione e loro, i benefattori californiani, saranno ben felici di crearci una piattaforma informatica per il nostro bene. Ovviamente senza pagare una lira di tasse! Quindi la prossima lotta sarà contro l’abusivismo organizzato.
Vadano a quel paese tutti quanti loro e le loro condivisioni.
Io non condivido un bel niente con nessuno.
Quello che è mio è mio e di nessun altro capito?
Quindi giù le mani!
http://m.milanotoday.it/politica/rockfeller-finanzia-milano.html
un milione a milano dagli americani.
Ovviamente non c’è nessuna relazione con i loro “nuovi mercati” è una donazione non una tangente! Non sia mai che gli “Americani” allunghino tangenti bustarelle e cose del genere per fare i loro porci comodi. Nooo ma va?
Vorrei dire cose tremende cosi capireste quanto “amo” gli americani, ma mi limito a dire che il tempo dei ringraziamenti per averci liberato dai tedeschi, per averci portato il chewing gum e quella meraviglia del Mc Donald’s è finito
Sharing economy condominiale
Ripropongo un mio vecchio commento.
Mia madre, in pensione, stira le camicie alla iperimpegnata avvocatessa del quinto piano
Mio padre, ex tassista, accompagna la vecchietta del quarto piano al policlinico e l’aspetta
La prof.ssa Monti, del secondo, da’ ripetizioni di latino a degli studenti zucconi
Roberto, sempre del secondo, meccanico alla Ford esegue tagliandi e lavoretti nel box.
Il vigile urbano, Alfonso, che ha sempre un sacco di tempo libero, ti imbianca casa (ed è preciso e pulito)
Stefanelli, del terzo, operaio comunale, dopo le 17, aggiusta qualsiasi guasto elettro-idraulico
La famiglia siciliana La Torre, del sesto, ospita parenti e compaesani ricoverati a Milano
Tutti e tutto ciò in cambio di una mancia, un caffè, melanzane sott’olio, mi paghi il disturbo, a buon rendere, dai dammi 20 euro e siamo a posto. C’è chi lo chiama doppio lavoro chi l’arte di arrangiarsi, chi lavoro nero, chi economia sommersa.
Io metterò il condominio sul web, anzi ne metterò un ventina, mi farò dare il 20%, dirò che è share economy, e magari i condomini diventeranno 200 o 2000, non pagherò tasse e sarò osannato come genio e innovatore
Quando poi avranno bisogno del dottore o dell’ospedale dovranno andare dallo stregone del villaggio perché senza tasse lo stato non ha soldi per mantenere il sociale. Ovviamente le strade saranno sentieri e si andrà a piedi o col cavallo dell’hypposharing del villaggio.
Giorgio, appunto…. Accá nisciuno tiene l’anello al naso
io voglio il wife-sharing, la moglie non ce l’ho ma voglio condividere quella del quinto piano