lastampa.it «Se non c’è neanche lavoro per noi, mi chiedo come possano trovare clienti gli autisti di Uber. C’è crisi in questa città: e i taxi vengono adoperati soltanto in caso di emergenza». Ma lei lo sa che i vigili ne hanno fermati tre e gli hanno pure sequestrato la macchina e ritirato la patente? «Noi taxisti non ce n’eravamo nemmeno accorti che c’erano. Perché, come ho detto, Torino paga cara la crisi. Non c’è mai stato molto lavoro. Ma, oggi, se possibile è anche peggio. E mi sa che siamo vicini al baratro».
I costi
Pasquale, 45 anni, ha iniziato a guidare i taxi dieci anni fa. La fabbrica dove lavorava ha tagliato il personale. Lui è stato lasciato a casa. In tasca qualche decina di migliaia di euro del Tfr. «Li ho investiti comprando la licenza. Mi sono indebitato, ma alla fine ce l’ho fatta. Oggi lavoro. Ma con tutto quel che devo pagare, i guadagni sono quel che sono». Revisione completa dell’auto una volta all’anno, Inps, Irpef, una quantità « industriale» di tasse. «E oggi, se dovessi vendere la licenza, non so quanto incasserei. Sulla carta vale circa 100 mila euro. Ma in realtà nessuno la comprerebbe mai a quella cifra».
I guadagni
Però si guadagna ancora bene a fare il taxista, o no? «Oggi si vive appena con questo lavoro. Altro che arricchirsi. E poi, quando vai in pensione, prendi meno di 800 euro al mese. E, se vuoi campare, sei costretto a lavorare fino a 80 anni. Sempre che la salute ti regga: se hai un problema di cuore, o di diabete, o qualunque altra malattia, puoi dire addio alla licenza. Altro che Uber, dove la macchina può guidarla chiunque e senza controlli. E anche se non è perfetta va bene lo stesso».
Scusi Pasquale, ma è arrabbiato con loro? «Chi li ha mai visti in giro?»
Che meraviglioso mondo sarebbe se quando diciamo che ce la facciamo appena, dicessimo una cifra, e se quando parliamo di “costi” ne facessimo una lista, e se quando parliamo di Inps e di tasse le chiamassimo una ad una con il loro nome e i loro importi, se quando parliamo di 800€ di pensione indicassimo i valori medi del reddito sul quale abbiamo versato i contributi… Altrimenti parliamo d’altro: c’è di meglio che piangersi addosso
bravi
A me sembra che TAXI ed U…POP abbiano un target talmente diverso da non farsi reale concorrenza, se non negli infinitesimali.
Il taxi ha una clientela diversa, più elitaria, business o di emergenza, come riportato nell’articolo. U…pop raccoglie un target più giovane, con meno soldi in tasca e che nella vita avrà preso il taxi ben poche volte, se non per qualche rientro a tarda notte quando mancano tutti i mezzi.
Mia opinione.
Invece l’opinione delle forze dell’ordine e del cittadino “normale” che “normalmente” paga le tasse è che chi non eserciti una professione con i dovuti requisiti ed evada il fisco sia un bandito da perseguire legalmente.