Non poteva esserci luogo piu’ indicato del Lingotto di Torino, prima capitale d’Italia, della Fiat e della classe operaia, per ospitare l’incontro fra tassisti e Authority. Che cosa potrebbe pensare, pensavo, Giovanni Agnelli il capostipite, che nel 1915 aveva rilevato la villa dei conti Robilant per costruirci il modernissimo stabilimento della FIAT che sarebbe stato inaugurato nel 1922 dal Re Vittorio Emanuele III, vedendo il suo gioiello trasformato in un gigantesco centro commerciale odorante di fritto fin dall’esterno?
E che cosa avrebbe pensato suo figlio, Gianni, a cui è dedicata fra negozi di Zara, HM e venditori di hamburger Mc Donalds, la Pinacoteca Gianni e Marella Agnelli, vedendo che la famosa rampa che portava i nuovi modelli di auto sul tetto dotato di pista per le prove, era diventato un luogo di passeggio per studenti quando l’ascensore si ferma o si vuole corteggiare la compagna di corso camminando romanticamente in discesa dalla biblioteca al quarto piano alla più prosaica caffetteria a poco prezzo del pian terreno?
Inevitabile allora che dai cortei di migliaia di operai che traboccavano da Mirafiori e si riversavano come un fiume imponente nelle vie e nelle piazze di Torino si passasse al corteo dei tassisti, gli unici proletari che ancora lavorano in una città in cassa integrazione permanente, dove solo il nostro Premier è ancora convinto che ci sia un’industria automobilistica.
E infatti basta chiedere ai tassist torinesi: insieme al declino e all’agonia della loro città industriale, sono inesorabilmente declinati i loro incassi e il valore delle loro licenze: erano già mezzi morti prima dell’avvento del caporale Uber, figuratevi adesso.
Che siano un po’ arrabbiati lo capirebbe chiunque, chiunque naturalmente tranne l’Authority. Perchè in effetti a Lei interessa la concorrenza, o meglio l’eliminazione delle distorsioni della concorrenza nel trasporto pubblico non di linea, CAPO V, della bozza di decreto che verrà presentata pare il 20. E perchè proprio il 20? Perchè l’Authority, che giustamente ha sede nel Lingotto, prima ha sentito i tassisti, e già sapete com’è finita, poi ha sentito gli n.cc. e domani sentirà la TECNOLOGIA cioè Uber.
E qui una parte dei rappresentanti si è incazzata e come sapete è uscita. Un’altra invece è rimasta, ma per fortuna ancora per poco, cioè la riunione si è rapidamente conclusa prima che quattro scalmanati andassero a prendersi giustamente un paio di manganellate in un edificio vuoto, sia pure grondante di uova.
Ora oltre agli sfortunati colleghi torinesi come sapete c’erano delegazioni da tutt’Italia di tassisti, compresi il vostro cronista e i suoi due soci editori di questo umile blog. E mentre dentro i maggiorenti parlavano e consegnavano lettere e disquisivano sulla differenza fra analogico e digitale, fuori un’unica domanda correva fra i cinquecento sfigati che aspettavano notizie: ma perchè se la prendono sempre con noi? Ma è mai possibile che ogni due anni mi debba venire l’esaurimento nervoso come se non bastassero i debiti e tutto il resto? Uno sguardo attonito, avvolgeva questa massa di poveracci, ignari eredi dei fieri operai della fIAT, che con la stessa ostinazione ancora una volta si preparano a difendere l’unica cosa che possiedono, il loro posto di lavoro, dalle grinfie del Monopolista di turno.
Eppure, non ci crederete, amici, tornando a Milano, stanco e preoccupato, sentivo rinascere in me uno strano orgoglio, come il senso di far parte di una comunità, una sorta di fierezza e la convinzione che UNITI ce la faremo anche questa volta, in barba al Lingotto.
Indubbiamente deve esistere la Par-Condicio.
Peccato che invece di offrire altre valide proposte emergono solo critiche poco o per nulla costruttive.
Peccato che invece di esortare a prendere coscienza che NON siamo dipendenti associati ad un sindacato, BENSI’ imprenditori (seppur piccoli) rappresentati da Associazioni di Categoria, si fomentano manifestazioni carnevalesche e di rivolta sminuendo così l’operato di chi nel settore mette a disposizione il proprio tempo ed energie per migliorare la qualità del lavoro degli operatori e richiedere la giusta attenzione da parte del Governo.
Il mercato lo sanno tutti che continua a cambiare repentinamente. Ridiscutere le modalità ogni 2 anni sarebbe il minimo. ATTENZIONE: ‘ridiscutere’ non significa necessariamente ‘cambiare’ e soprattutto non significa ‘cambiare a sfavore’!
‘se la prendono con noi’… c’è qualcuno che ha la coda di paglia?
Veramente c’è stata solo data la disponibilità e l’attenzione da parte di un organo (intermediario) neutro, l’Antitrust per l’appunto, per raccogliere dati e informazioni (prima del 20. O forse preferivate essere acoltati per ultimi o per nulla?) da proporre al Governo.
NESSUNO ha affermato che si sarebbe schierato contro la categoria nè a favore di altre entità economiche (‘intermediarie’). NESSUNO ha tenuto nascosto nulla ed è stata offerta disponibilità a rimodulare incontri e presenze.
Sta a noi spiegare in modo chiaro, coerente e soprattutto civile! i benefici di continuare a riconoscere la pecurialietà del nostro servizio certificato come parte del TPL.
Sarebbe ora sì, di crescere. Di essere UNITI. Di combattere verso l’esterno! NON l’un l’altro!
I ‘figli di operai’ crescono! Sanno conversare di sport o di donne (o di uomini) in piazza, del meteo e della politica con i passeggeri, ma sanno anche confrontarsi civilmente! e farsi valere senza! bisogno! di attuare azioni scenografiche, populismo e demagogia.
Con chiunque. Con il collega maleducato, con l’utente difficile, con le Authority e con le Autorità.
Svegliatevi! e riflettete bene! come solo Voi sapete fare alla guida di una taxi! e non solo.
Paola non capisco. “si fomentano manifestazioni carnevalesche”, chi le fomenta? Perché carnevalesche? C’eri, oppure hai letto solo le baggianate scritte dai “giornalisti” per fomentare, ora sì che il verbo è giusto, l’opinione pubblica con l’intento di premere sul governo per aprire il mercato ai loro padroni multinazionali? Perché sminuisci una più che lecita protesta di piazza? Chi credi che ci fosse a quella manifestazione, gli ultras della Lazio e del Milan? E no cara, lì c’erano un migliaio di uomini e donne spaventati, terrorizzati dall’invasione del ladro d’oltreoceano venuto qui per schiavizzare migliaia di lavoratori asservendoli al loro 20% in nome del più becero capitalismo edonista. E io non mi dovrei incazzare? Te lo dico subito, se questo folle iter che è ricominciato per la quarta volta in otto anni non si ferma subito ne vedremo peggio di questa, molto peggio. A mio parere c’è il gravissimo pericolo che a questa manifestazione ci saranno seguiti ben più gravi, i miei colleghi (dubito che tu sia dei nostri) sono molto, molto esasperati.
…..se si definisce U… nella versione U…pop : ” una condivisione volontaria di un’auto privata per esigenze di mobilità all’interno di un social network “(???!!) scusate..MA IO perdo ogni capacità di dialogo e mi INCa..o DI BRUTTO !!
La mia miccia é finita!!!!!!!!!!
@Paola@
Nelle tue “pillole di saggezza” dovresti innanzitutto, chiarire chi sei , perché non é proprio chiaro a quale categoria tu appartenga.
Certo, bisogna parlare, certo, bisogna incontrarsi, ma non puoi usare il termine “part conditio”. U…, nel caso non lo sapessi ancora, é stato bandito in quasi tutta Europa e non solo; e tu vieni a dire che si deve aprire una trattativa?!?
Non si tratta con l’illegalità!
Come fai a dire che ogni due anni bisognerebbe ridiscutere del tpl se alcune amministrazioni comunali non vogliono dicutere, se non con altre richieste, le tariffe dei taxi , “immobili” da 8 anni!!!!
Ti sembra normale?
Io non sono d’accordo con la violenza ed anzi mi dispiaccio molto quando sbattono certe immagini in prima pagina facendo passare i tassisti, come una categoria di mezzi delinquenti, é molto ingiusto, sicuramente dispiace a molti e a monte famiglie di tassisti.
L’essere attaccati di continuo e non potere mai stare sereni, riscalda gli animi, taluni più di altri.
Venire qui, elogiare un’associazione e condannarne un’altra, a virgolettare le parole di un collega, non serve a niente se non a farci perdere del tempo.
Di moralisti come te, pardon, ne abbiamo le balle piene!
Smartfart, io sono incazzato di brutto da un pezzo. Qui sta passando l’assioma “taxi abusivo uguale condivisione di qualcosa”. Qui ci pisciano in testa e ci dicono che piove, tanto per citare una frase tanto cara a quella parte di politica abituata al “tu lavori che io magno”. Lo dico chiaro a chi magari potrebbe avere qualche dubbio in merito e ogni tanto cerca di avvicinarmi con proposte e intenti “alternativi”: NO PASARAN oppure BOIA CHI MOLLA. Fate voi quale dei due slogan vi aggrada
vorrei fare una riflessione dopo aver partecipato al raduno di torino. Nella suddetta manifestazione ho notato molti colleghi di Torino (visto che giocavano in casa) una delegazione di Roma qualche collega napoletano(a loro va sempre il mio rispetto per gli anni passati ) un gruppo di milanesi e 250 genovesi che su 800 non mi sembra male. Non voglio fare nessuna critica al resto d’italia ma mi sembra che da parte della categoria non si riesca a capire che il momento è veramente brutto e la coesione tra noi deve essere il nostro cavallo di battaglia
Gentile Sig.ra Paola, se di Paola si tratta, non sto qui a fare il “sermone” sullo scontro tra capitalismo finanziario e capitalismo industriale a livello mondiale e la Grecia in questi giorni sta dando lezioni a tutti su quale strada si può intraprendere o meno e su quali interessi bisogna difendere. Mi sorge però una domanda : ma è così difficile far rispettare le regole ?
Vede io oltre a svolgere l’attività di tassista sono un componente (a costo zero) di un consiglio d’amministrazione di una grande cooperativa che costruisce case e sono abituato a guardare alla concretezza, quindi Le pongo una questione: se ci fosse una riunione di condominio Lei inviterebbe a detta riunione il ladro che da tempo Le ruba grondaie e pluviali di rame ?
E se tale ladro, senza invito, si presentasse alla Sua tavola approfittando della porta di casa momentaneamente socchiusa e imponendo, causa la sua stazza, nuove regole al suo tavolo, dove Lei e la sua famiglia fino a poco tempo prima sedavate tranquilli, mentre ora è obbligata a vivere nel bagno e a cucinare per lui, come reagirebbe ?
Ecco credo che con questa metafora io abbia reso l’idea di quello che sta accadendo, si tratta di capire Lei da che parte vuole stare, se dalla parte del ladro o dalla parte della sua famiglia.
La saluto cordialmente
Cari brindello e marco sono perfettamente con voi chiederei a marco di istituire un sistema di riconoscimento e limitare l’accesso ai soli colleghi perché è evidente che questa sig da Paola non ha nulla a che spartire con noi che non ha un mutuo sulle spalle per 20anni per pagarsi una licenza grazie a tutti ma sopratutto a marco per il grande lavoro che sta portando avanti. Insieme si vince!!!