Grazia Maria Coletti g.coletti@iltempo.it «Uber ci toglie il pane». Niente lanci di uova, petardi e fumogeni. Basta una soffiata ai vigili urbani per fare male agli Ncc. E così che è arrivata a… iltempo.it
«È stata una trappola dei tassisti» accusano Mauro Ferri, presidente Anitrav, il più rappresentativo sindacato degli Ncc, e il referente romano Giulio Aloisi, che hanno raccolto la testimonianza di un autista di 45 anni. «Lui – raccontano – ha ricevuto una chiamata da parte di Uber, ma quando è arrivato a via della Gatta, una vietta in centro dietro Palazzo Grazioli, alle 23.26, la chiamata è stata annullata, e due secondi dopo è arrivata la Squadra vetture».
Una mazzata per l’autista rimasto di nuovo senza lavoro. «È un ex dirigente di una società fallita, che si era reinventato un’occupazione, come il 60 per cento dei 4.500 ncc» spiega Aloisi che sottolinea che «da anni siamo diventati un ammortizzatore sociale». Ora però, continua il referente romano dell’Anitrav «questo autista che lavorava come dipendente del titolare, uno dei mille con un’autorizzazione rilasciata dal Comune di Roma a fronte di 3.500 rilasciate a romani da altri comuni, è rimasto di nuovo per strada».
Che ci sia lo zampino dei tassisti (8mila) i sindacati non lo negano. «Grazie alla piena collaborazione messa in campo dagli uomini del Gruppo Pronto Intervento Traffico, diretto dalla dottoressa Raffaella Modafferi, la scorsa notte si è provveduto a sanzionare alcuni autisti di noleggio con conducente che violando le norme in vigore, utilizzavano impropriamente l’applicazione Uber Black» hanno annunciato soddisfatti, ieri, Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Fit Cisl taxi, Uil trasporti taxi, Ati taxi, Usb settore taxi e Associazione Tutela Legale Taxi. E sono sempre loro a sottolineare che è stato «su segnalazione di alcuni rappresentanti delle scriventi organizzazioni sindacali e dell’associazione tutela legale taxi, I vigili della squadra vetture sono intervenuti effettuando due fermi amministrativi e sanzionando alcuni noleggiatori che sostando su suolo pubblico, non avevano rispettato l’obbligo di partenza dalla propria rimessa per effettuare il servizio, utilizzando come fosse un radio taxi l’applicazione informatica ».
Tutte fesserie, oserei dire favole moderne, adesso non esistono più le fiammiferaie orfanelle, adesso sono tutti ex-manager, che non riescono più a trovare uno straccio di lavoro, e devono fare i tassisti abusivi, non per scelta ma per necessita.
La giornalista, che purtroppo non ha mai preso un taxi e/o ncc, ignora forse il fatto che i quasi 8000 ncc che gravitano intorno a Roma, (pari al numero dei tassisti se non di più), non hanno bisogno di usare una stupida App, che trattiene il 20% all’autista e lascia tracce sulla prestazione effettuata leggasi tasse. Codesti utilizzano metodi criminali ben più efficaci e diretti per sbarcare il lunario. E mi fermo qui altrimenti ne viene fuori un’enciclopedia, vi basta sapere che non abbisognano della ditta del Signor Kalanick, qui a Roma gli ncc la società la fanno direttamente con il portiere dell’albergo…