ilfattoquotidiano.it La Camera dei deputati “impegna il governo a valutare l’opportunità di avviare un tavolo di lavoro per l’adozione di utili iniziative volte a ridefinire la normativa in materia di autoservizio pubblico non di linea, nel rispetto dei principi comunitari sul libero mercato, recependo le istanze dei rappresentati delle categorie interessate, in modo da superare eventuali criticità e adeguare le normative all’innovazione tecnologica”. E’ questo il contenuto di un ordine del giorno a firma degli Onorevoli Sergio Boccadutri ed Ernesto Carbone (Partito Democratico) appena approvato a Montecitorio e accolto dal governo di Matteo Renzi.
Libertà per i titolari di un’autorizzazione per l’attività di noleggio con conducente di esercitare la loro attività anche al di fuori del comune che ha rilasciato l’autorizzazione, non necessità di disporre di un’autorimessa nel Comune nel quale si opera e, soprattutto, niente più obbligo di raccogliere la prenotazione e di iniziare e finire ogni corsa nella propria autorimessa sono le tre principali modifiche all’attuale disciplina del trasporto pubblico locale non di linea che i firmatari dell’Ordine del giorno chiedono al governo di impegnarsi a varare, richiamando, tra l’altro, le indicazioni, nello stesso senso, dell’Autorità Antitrust e di quella di regolazione dei Trasporti.
E si tratta dei tre principali ostacoli sin qui opposti alle “black car” di Uber, accusate, a più riprese, dai tassisti italiani di violare la disciplina vigente proprio raccogliendo corse – grazie alla popolare app americana – al di fuori del Comune di appartenenza e, soprattutto, senza tornare nella propria autorimessa.
Comprensibile e condivisibile la soddisfazione dei due firmatari dell’Ordine del giorno secondo i quali, pur trattandosi solo di un atto di un “atto di indirizzo” e non di un emendamento al disegno di legge in materia di Antitrust in discussione alla Camera dei deputati, “l’accoglimento da parte del governo conferma la sensibilità al tema e la condivisione dell’esigenza ormai improcrastinabile di superare gli steccati che si innalzano ogni volta che, in Italia, si prova ad innovare”.
Chiaro, trasparente, inequivocabile il riferimento alla vicenda di Uber ed agli ostacoli sin qui incontrati sul suo cammino ma anche quello alle decine di altre analoghe iniziative che si scontrano ogni giorno con una disciplina, quella sul trasporto pubblico locale che – aggiungono i due deputati del Partito democratico che hanno firmato l’ordine del giorno –serve più a preservare interessi consolidati che a garantire, per davvero, i diritti dei consumatori mentre dovrebbe essere quest’ultimo lo spirito con il quale guardare alla regolamentazione delle nuove piattaforme tecnologiche a servizio della mobilità”.
Ora, dopo l’approvazione dell’ordine del giorno e, soprattutto, il suo accoglimento da parte del governo, il semaforo verde, per Uber e gli altri gestori di servizi tecnologici di mobilità, sembra davvero più vicino.
Anche perché, nella stessa mattinata, la Camera dei deputati ha approvato anche altri due ordini del giorno che vanno, sostanzialmente, nella stessa direzione.
Un primo, a firma degli Onorevoli Ivan Catalano e Adriana Galgano di Scelta Civica impegna il governo “a intervenire, al più tardi in occasione della prossima legge concorrenza, al fine di abrogare le disposizioni introdotte dall’articolo 29, comma 1-quater del decreto-legge 30 dicembre 2008, convertito con modificazioni dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14, in materia di noleggio con conducente di cui alla legge 15 gennaio 1992, n. 21; a valutare l’opportunità di prevedere la possibilità, per i titolari di licenza taxi, di svolgere servizi integrativi quali il taxi ad uso collettivo (è già normato, grazie del pensiero Catalano, n.d.T.) o altre forme di organizzazione del servizio (se vuoi possiamo portare i gelati), senza la necessità di norme secondarie comunali che autorizzino tali servizi e anche tramite piattaforme telematiche (già fatto arrivi tardi, grazie); a valutare l’opportunità di modificare l’articolo 3 della legge 15 gennaio 1992, n. 21, rendendolo coerente con gli sviluppi tecnologici, eliminando il riferimento alla rimessa ivi contenuto e prevedendo, in sua sostituzione, che la richiesta di servizio Ncc non possa essere accettata se avanzata dall’utente direttamente al veicolo su strada (Catala’, questo si chiama taxi senza tassametro)”.
Ed un secondo, a firma di Cristina Bargero e Antonio Misiani– anche loro del Partito democratico – “impegna il governo a valutare l’opportunità di avviare un tavolo di lavoro per l’adozione delle opportune iniziative volte a ridefinire la normativa in materia di autoservizio pubblico non di linea, nel solco delle raccomandazioni delle Autorità indipendenti…al fine di eliminare le distorsioni competitive nel mercato del noleggio con conducente (non c’è nessuna competizione Cristì’, sono due lavori differenti, non ha senso immaginarli antagonisti)”.
Ora tocca al governo accendere definitivamente il semaforo verde e, in effetti, l’occasione potrebbe proprio essere il disegno di legge in materia di concorrenza, la cui discussione è ormai prossima alle battute finali (siamo pronti alla battaglia in piazza).
E se diventassimo tutti ncc.?
Questa è guerra
Se diventassimo tutti ncc? Ad un eccesso di offerta non corrisponderá mai una richiesta corrispondente. Almeno fino a quando esisterá una ATM-ATAC ecc. dove paghi un euro e mezzo, oppure gratis se si vuol fare i furbi
Cogliere,l”occasione assieme ai colleghi fiorentini.per far capire da subito le nostre idee.
Chiediamo agli studi legali che ci rappresentano se ci sono i presupposti per un risarcimento per danni psichici dopo anni di accanimento verso il nostro settore
Scusa Leonardo l’ignoranza ci puoi spiegare in che cosa consiste un ordine del giorno?deve essere votato come un’emendamento e quindi deve avere una maggioranza?e in fine perché ritirare un emendamento per poi inserirlo in un’ordine del giorno che senso ha?
Ma quando c… Iniziamo a fare la battaglia ma quella vera
“garantire, per davvero, i diritti dei consumatori che dovrebbe essere quest’ultimo lo spirito con il quale guardare alla regolamentazione delle nuove piattaforme tecnologiche a servizio della mobilità”. …… mentitori, dei consumatori non ve ne frega una coppa. Siete al servizio di una multinazionale che a sua volta non gliene frega niente dei consumatori
CIAO A TUTTI. NON SONO UN TAXISTA MA SEGUO MOLTO LA VOSTRA PAGINA,QUESTA GENTE SECONDO ME NON MOLLA
HANNO INVESTITO MOLTO E SONO POTENTI E FARANNO PIEGARE ANCHE I GOVERNI IN GENERALE
OFFRONO NUOVA TECNOLOGIA E AI CITTADINI PIACE MOLTO
A ME DISPIACE MOLTO PER CHI HA INVESTITO TUTTO NELLA LICENZA E SARA’ FATICOSO PAGARLA
E’ UN PROCESSO CHE NON SI RIUSCIRA’ A FERMARLO SPERO DI SBAGLIARMI PER IL VOSTRO BENE
VI SALUTO E SCUSATEMI PER IL MIO COMMENTO.
E’ una storia infinita !!! BASTAAAAAA !!!!! VOGLIAMO LAVORARE IN PACE !!!!! ……. ……….. ……….. ……….(autocensurato)
l’unica cosa che riesco a dire ora, presa da una rabbia che sale, è: ma se per gli emendamenti il parere del governo era negativo, il governo ha finto, ci ha presi in giro, come può adesso accogliere così favorevolmente azioni che ci manderebbero in rovina, questo, il governo lo sa perfettamente, e allora?
E se come taxi , inizio a svolgere il ruolo dell Atm ?
Ovviamente in maniera provocatoria….perchè un taxi non può svolgere il servizio pubblico di linea ?
Perchè non mi posso mettere sulla circonvallazione di Milano e svolgere il tracciato della linea 90 /91 al costo di 1, 5 € anche per soli poche centinaia di metri ?
Anche questa è libera concorrenza….o mi sbaglio cara Antitrust/Authority che non contate niente dal punto di vista giuridico ?
O meglio avete anche i vostri vertici indagati per questa strana storia di far pressing per cambiare dele leggi in favore di U……….
Comunque ragazi siamo in guerra e questa cosa senza l’obbligo di rimessa senza neanche rispettare l’obbligo della territorialità di dove è stata emessa la licenza è assurda !!!
Roma e Milano invase da licenze di Catanzaro, Enna, ecc o altri comuni distanti anche più di mille km……..è veramente assurdo….!!!!!
Cosa dicono le nostre associazioni /sindacati ???
Orsetto@ : l’ordine del giorno è un atto di raccomandazione e di indirizzo verso il governo per l’ attuazione (in questo caso specifico) di norme contenute in un disegno di legge in corso di discussione. Ha valore politico, ma meno dal punto di vista legislativo. L’ordine del giorno è già stato trasmesso al governo e -come atto della camera- risulta già chiuso.
Vedi:
http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=9/03012-A/049&ramo=CAMERA&leg=17
L’emendamento è stato ritirato e quindi non è stato più ripresentato nell’ o.d.g.
Quindi Leonardo rimaniamo fiduciosi?
Più che fiducioso, preferisco rimanere diffidente: la politica non è mai sana. Oltre a Catalano c’e qualcun altro che “spinge”
http://www.taxistory.it/wordpress/2015/10/08/paola-carinelli-m5s-e-limpegno-misterioso/
“la politica non è mai sana” : tanto la metà degli italiani continua ad andare a votare . Ricordo a tutti che noi siamo stati salvati da un Giudice , la politica a parte qualche proclama , non mi sembra sia stata utile per noi .
CARO DAVIDE DA TORINO TI RICORDO CHE GLI ITALIANI DAL 2011 CHE NON VANNO A VOTARE, E AD OGGI SONO CAMBIATI TRE GOVERNI. DIMMI TU SE QUESTA SÌ CHIAMA DEMOCRAZIA .