Non posso fare a meno di ricordare e far ricordare a chi non lo conosceva, il collega Roberto Martano (ex NewYork 27), che ci ha lasciato nella giornata di ieri. Per chi non riconosce il suo volto –mi rivolgo ai colleghi più giovani sulla piazza- senz’altro riconoscerà il giornalino di categoria “Il Pappagallo” voluto e diretto da Roberto, che per anni ci ha tenuto compagnia, almeno fino al numero 31 del 2012, oltre ad alcune edizioni speciali apparse nel corso degli anni. La foto illustra il numero 1 del giornalino e la frase che mi piacque immediatamente a quel tempo, fu proprio “da collega a collega”! E fu così davvero, perchè “il Pappagallo” nel corso degli anni dialogò sempre con tutti, senza protagonismi, palchi e riflettori. Dopo i primi numeri, ben accolti dalla categoria, Roberto e i suoi più stretti collaboratori, Sergio Montagnini e Martino Convertini, si posero una domanda a cui ognuno di loro diede risposta: “PERCHE’ LO FACCIAMO ? “
Pubblico qui la risposta di Roberto (numero 8 del giornalino), che ritrae fedelmente il suo stile, il suo carattere, il suo obiettivo:
“Noi in redazione ci siamo posti un quesito: perchè facciamo questo giornale e da grafomani impenitenti, ci siamo posti il problema di spiegarlo anche a voi. Mi presento: ROBERTO MARTANO, oltre 60 anni, due figlie universitarie di 20 e 24 anni, una moglie che non desidera rivelare al sua età. Tassista da 46 anni con un intervallo di una decina d’anni, amante del mio lavoro, anche se mi ha dato qualche bidone, una mezza rapina e una pensione da fame. Confesso che non è parso vero di collaborare a questo foglio dopo l’esperienza di “IN PIAZZA” (un precedente giornalino –n.d.r.) e dopo aver scritto e attaccato personalmente migliaia di volantini. rappresenta il raggiungimento di un traguardo importante e ci permette di comunicare in modo più ampio il nostro pensiero. Sono anti-razzista, profondamente democratico, non credo ai Generali che si attaccano le medaglie, si mettono in testa la feluca e vogliono guidare le truppe, a coloro che protestano quando in assemblee di sole 70 persone si approva qualcosa per la categoria, ma poi fanno la stessa cosa in 5 rivendicandone di esserne l’espressione. Non credo al “Capo”, ogni mia energia è dedicata a difendere la libertà sindacale e politica e a credere solo in progetti ben spiegati […] L’ ASA, di cui questo foglio è voce, con dedizione cerca faticosamente di unire i tassisti d’ Italia in progetti comuni, di promuovere nella nostra città l’elezione diretta dei rappresentanti, di indire referendum per ogni situazione controversa. Bisogna rendersi conto che la metà dei tassisti abita nell’ hinterland e che quindi è una chimera pensare di riuscire a trovare orari per le assemblee, la volontà di organizzarle e di farle riuscire. Dobbiamo trovare un altro sistema di comunicare tra di noi, che dia a tutti la possibilità di esprimersi, per non incorrere nel pericolo di presentarci sempre divisi e incoerenti. La speranza è l’ultima a morire. Io spero.”
R.I.P. Roberto siamo cresciuti insieme ci siamo fatti forza l’uno con l’altro amavo il tuo quattro zampe sempre gioioso come te.Ti voglio ricordare così. Ciao Roberto dal tuo amicone Luciano
Il funerale si terrà domani 31 alle ore 14,45 nella chiesa del preziosissimo sangue in corso 22 marzo Milano (angolo via Cipro).