MOBBING

mobbingSebbene la situazione dei tassisti italiani sia per alcuni versi accostabile persino a quella di cui sono oggetto gruppi sociali discriminati in base a pregiudizi razziali o religiosi per la sola colpa di essere nati, come i dalit (intoccabili) nell’India contemporanea, ci dimenticheremo per un attimo del nostro stato di paria sociali e useremo qui la categoria del “mobbing strategicoo collettivo attuato su gruppi di lavoratori e non solo su un singolo (come accade nel caso di mobbing gerarchico, dal basso o orizzontale – ossia quando il mobbing viene attuato dal capo verso il sottoposto, dai sottoposti verso il capo, fra pari grado dal gruppo verso un componente) tipico dei processi di ristrutturazione aziendale e finalizzato all’espulsione di gruppi di dipendenti dall’impresa.

Il termine deriva dall’inglese “to mob” accalcarsi intorno a qualcuno, assalirlo, assediarlo, che a sua volta deriva dall’espressione latina “mobile vulgus” riferita a quei gruppi di persone che nel corso di un evento pubblico, ad esempio una parata, si muovevano in modo scoordinato e casuale seminando il caos nei dintorni. Il primo a usarlo come verbo, al gerundio, fu Konrad Lorenz, il grande etologo austriaco, nel 1972, per descrivere il comportamento di gruppi di animali del branco nei confronti di un membro debole con l’esplicito intento di isolarlo e allontanarlo dal branco stesso. Rapidamente il termine passò al mondo del lavoro e da lì alla giurisprudenza continentale. In Italia nonostante direttive europee che datano dal 2003 e l’uso ormai comune nella lingua parlata, non c’è neppure una univoca definizione del mobbing, benchè ci si attenga a diverse pronunzie della cassazione, e l’onere della prova rimane comunque sempre in capo alla vittima.

Diciamo per semplificare che c’è concordanza sul fatto che perchè alcuni comportamenti persecutori e vessatori assumano rilevanza sul piano giuridico essi debbono avere alcune caratteristiche: devono essere reiterati (da almeno 6 mesi) in maniera regolare, ripetitiva e frequente, con un intento chiaro e mirato, e causare danni all’integrità psico fisica della vittima e alla sua personalità.

Che l’intera categoria di tassisti e le loro famiglie sia vittima di mobbing istituzionale se ne sono accorti persino al Parlamentino taxi quando un intervento per così dire “dal basso” ha espresso in parole crude ma non per questo meno efficaci, lo stato di sfinimento psichico in cui versano i tassisti dopo dieci anni di persecuzione psicologica da parte dei governi Prodi, Monti, adesso Renzi e di buona parte del stampa, radio e televisione. E tale stato si è infatti riflesso nel comunicato finale dei lavori. E’un BASTA liberatorio che si alza dal basso, così non si può andare avanti. E invece si può. Ve lo dice uno che ahimè ha visto sparire decine di migliaia di posti di lavoro, compreso il suo.

E allora che fare? Quello che è stato ben espresso nel comunicato finale del Parlamentino, nel caso passasse anche un solo emendamento. E darsi delle regole di rappresentanza che aiutino l’unità. E recuperare anche tramite comportamenti corretti la dignità umana e costituzionale del nostro lavoro. Già la Costituzione tanto vituperata.

Quella che agli articoli 32 riconosce la tutela della salute come un diritto fondamentale dell’uomo, all’articolo 35 tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni e all’articolo 41 vieta lo svolgimento di attività economiche private che possano arrecare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana.

Vieta senatori, non legalizza.

12 commenti

  1. bellissimo il tuo scritto, davvero, grazie! Rispecchia in pieno il nostro stato psicofisico, a sto punto noi non ci faremo mobbizzare e difenderemo il nostro lavoro, le nostre famiglie e si, anche la Costituzione, oh già….

  2. l’avevo pubblicato nel 2012 con il mio precedente pseudonimo Gil27, vedo con piacere che ….
    ritorna di attualità.

    Caro Taxistory, sono troppi mesi ormai che lavoriamo sottoposti a continue pressioni soprattutto psicologiche. Mi spiego: è come se un operaio o un impiegato uscissero ogni mattina con l’angoscia di vedere decurtato da un momento all’altro di almeno il 40% il proprio stipendio e di non incassare in futuro la propria liquidazione o T.F.R. a questo aggiungiamo la perdita di un investimento iniziale non indifferente che nessun dipendente è costretto a fare per lavorare. Provate a spiegarla così alla gente e vedrete come strabuzzeranno gli occhi per l’incredulità. Pensate che nelle aziende si grida allo scandalo perchè la navetta aziendale salta due fermate, perchè la fotocopiatrice viene spostata di una stanza, perchè il ticket restaurant passa da 1 euro e 20 a 1.50 e via di questo passo. Alla luce di tutto ciò la nostra condizione non è paragonabile a quella del peggiore mobbing mai attuato nei confronti di alcunchè: ci sono tassisti che da mesi si svegliano nel pieno della notte in preda agli incubi, prendono sonniferi per dormire e antidepressivi per ripigliarsi e per guidare 8-10 ore al giorno pensando sempre alla situazione di cui sopra, meno stipendio+zero liquidazione meno investimento. Io prenderei in considerazione l’idea di costituire un pacchetto di un centinaio di persone tra le più gravate da queste mega vessazioni per intentare una causa collettiva all’americana. Di quelle che aprano la strada e facciano giurisprudenza. (Gil27)

  3. Approvo in pieno il commento di Guido la paura è tanta e la rabbia è quasi esplosiva. Provare ad immaginare la propria vita lavorativa e familiare DISTRUTTE a causa di uno Stato che anziché tutelare chi lavora nel pieno rispetto delle regole richieste dallo stesso per svolgere il lavoro di Tassista, ed impedire l’invasione Barbariche, tenta invece in tutti i modi di VENDERCI ad una multinazionale affamata di Potere e denaro. E senza preoccuparsi minimamente della sorte di 50000 imprese Italiane con al seguito famiglie e debiti.
    Questo è insopportabile ed inaccettabile!!!

  4. Allora, se ho capito bene, potremmo fare una mini class action a campione di tutta la categoria, informiamoci presso gli studi legali che ci seguono! !! Credo sia giusto e d’impatto

  5. La salute e il mestiere del Tassista gia’Non vanno di pari passo x loro natura…
    (Traffico smog rumori x 10 ore al giorno)
    Se poi ci metti sopra il carico da 11 delle Liberalizzazioni delle licenze o peggio ancora della Liberalizzazione del Mercato ( con la licenza lasciata in mano al tassista …che varra’due soldi)…allora questo lavoro diventa un inferno.
    Lo stato ci obbliga a comprare una Licenza/Autorizzazione (x non essere ABUSIVI)
    ORA CHE SI FA’?…Legalizzando autisti Senza Licenza…..
    Taxi ed Ncc morirebbero di fame con incassi ridicoli.

  6. Io ho già ribadito in altri thread il tema della Class Action da attuare con i nostro Ottimi studi legali nei confronti dello Stato che prima ci IMPONE l’acquisto di una licenza a titolo oneroso e poi ci vuole mettere alla fame.
    Ma io vado oltre…..anche se moriremo di fame con un notevole calo del lavoro, nulla ci può evitare con l’ausilio di Ottimi Commercialisti la costituzione di particolari Pubblic Company dei tassisti e pagare le nostre tasse dei nostri magrissimi incassi in Svizzera, Liechstein o chissà dove…….perchè uno Stato che invece di tutelare chi paga le tasse in casa propria ,và a tutelare chi le tasse non le paga per niente, a questo punto questo Stato non si merita proprio un bel niente da parte degli onesti cittadini.

  7. Bella e suggestiva l’idea di una class action. Il problema è che dovremmo farla verso gli ultimi quattro governi fantoccio (almeno gli ultimi tre) una multinazionale e larga parte di un opinione pubblica manipolata.E già che ci siamo pure la (dis)informazione.Troppi bersagli nessun bersaglio. Grazie Guido e Khoolaas per aver saputo rappresentare uno stato d’animo diffuso tra noi

  8. Vero Vittorio anche se, e la pensiamo tutti cosi’, questo pericolo non lo abbiamo mai corso cosi’ fortemente e l’azione del governo del giglio coincide con la diffusione capillare del fenomeno abusivismo nonche’ della colpevole assenza di provvedimenti atti a contrastarlo…..a me sembra che questo attuale ci abbia danneggiato, sapendo di farlo, mettendoci in grave pericolo, per questo io lo nomineri, dal nostro punto di vista, il peggiore, capace anche anche di tirarsi dietro opinione pubblica e stampa, strumentalizzando il fenomeno rU… fino a renderlo pozzo senza fondo di opportunita’ lavorative! Se il governo non agisce affinche’ siano rispettate le leggi, facciamo noi qualcosa per chiedere che ci ripaghino dei danni che tutti stiamo subendo, specialmente negli ultimi due anni! Buon lavoro a tutti

  9. Grazie Guido, Grace e tutti voi che mi avete preceduta per aver evidenziato una problematica che affligge attualmente il lavoro di un tassista: “il mobbing istituzionale” come è stato giustamente definito nell’articolo. Sono la moglie di un tassista e voglio testimoniare quanto, questo disagio di cui si fa cenno, riverberi i suoi deleteri effetti anche sulle famiglie. Con le conseguenze che questo può comportare. Mio marito quando ha deciso di svolgere questo lavoro ha seguito una prassi che era comunemente consolidata e accettata. Conseguire requisiti richiesti per legge, acquistare una licenza che il più delle volte significa chiedere un prestito in banca, pagare rate che vogliono dire sacrifici enormi per molti anni. E pregare che nel frattempo non succedano incidenti o altro che possano compromettere un difficile equilibrio. Perchè ovviamente bisogna intanto pensare di pagare le tasse che arrivano puntuali ed inesorabili e tutto il resto che un carico famigliare richiede. Poi quando credi di vedere all’orizzonte una discesa perchè hai finito di pagare il tuo debito cominciano gli attacchi. E tutto quello che hai costruito faticosamente è minacciato nelle fondamenta. Il valore della licenza, il tuo lavoro quotidiano. Arrivano attacchi da governi che intendono varare leggi che favoriscono “il libero mercato” le multinazionali che a loro volta vogliono avventarsi sul settore lasciando dietro di loro macerie. Tanto a questi signori cosa importa che noi mogli, compagne, madri vi abbiamo visto rientrare arrabbiati, tristi a volte perfino depressi. Magari con la voglia di non farci pesare nulla ma con l’anima altrove. A pensare ai vostri incassi ogni anno sempre più ridotti, alla fatica di tirare la cinghia per far quadrare il bilancio familiare fatto di tasse, rata della macchina, bollette, spesa etc. E con la spada di Damocle di pensare che forse neanche sul valore della licenza ci si potrà più fare affidamento. Che poi è considerato a giusta ragione il vostro TFR. E’ un carico anche per chi vi sta vicino. E vi deve supportare con tutto il trasporto emotivo e affettivo che la situazione richiede. “Questo lavoro si fa in due” disse una volta un vecchio tassista. E’ vero. Pertanto non bisogna arrendersi. Uniamo le forze. Pensiamo ad un class action promossa anche con l’ausilio di studi professionali affermati che portino avanti le nostre ragioni. Una class action che ci tuteli e ci risarcisca. Ormai siamo abituati a combattere i pregiudizi dell’opinione pubblica, dei mass media che credono i tassisti appartenenti ad una lobby nonchè evasori. Niente di più sbagliato. Stupide mentalità dure a morire. Difendiamoci, non diamogliela vinta, voi che per 8 – 10 ore al giorno siete per strada, con la pioggia, il sole, l’influenza (tanto a casa non si può stare) e noi che vi aspettiamo a casa al ritorno sperando che tutte queste ansie e disagi e paure per il futuro non finiscano per farvi dire “non ce la faccio più, domani vendo”.

  10. e se poi veniamo anche agrediti solo perche tassisti tutto ti crolla adosso sabato sera sono stato agredito alle 17,00 …06 02 2016 a s. donato milanese in v, di v……solo perche fermato sul bordo della strada alla ric..di una via….pronto socc..ecc.ecc. scusate e grazie tante di esistere taxystorj

  11. sono d’accordissimo con tutti dovremo veramente aprire una class action contro lo stato e la stampa più siamo meglio è……. e se fosse non oso immaginare come dilagherebbe nel resto del mondo

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