repubblica.it Riuniti ad Anversa per due giorni, i sindacati dei tassisti di 17 paesi cercano una strategia comune per contrastare l’azienda californiana che mette in contatto passeggeri e autisti tramite una App. “Non siamo contro la tecnologia e la modernità, ma per la tutela dei diritti dei lavoratori e dei consumatori utenti”, dice Marino Masucci, Fit-Cisl. Hanno preparato persino un dossier di 62 pagine. Per tenere traccia di tutto ciò che si muove nelle difficili relazioni tra Uber e i tassisti, da due anni a questa parte: gli scioperi, le cause, la normativa ballerina, gli assalti ai passeggeri e agli autisti, le discriminazioni, le violazioni della legge quanto a ore lavorate, il rapporto con il fisco. I titoli sono eloquenti: “Opposizione a Uber” (chi la fa, tra città e governi), “Vergogna Uber!”, “Rispettare la legge, proteggere i consumatori”.
Tanto per riscaldare l’atmosfera di Anversa, in Belgio. Dove oggi e domani i sindacati di 17 paesi (per l’Italia c’è la Fit-Cisl) – dal Sudafrica agli Stati Uniti, dalla Germania al Giappone, dalla Colombia al Canada – sono riuniti per decidere a tavolino una strategia comune ed efficace a contrastare Uber, l’azienda di San Francisco che mette in agile contatto tramite App passeggeri e autisti. Un pezzo di sharing economy che comincia ad essere apprezzato in giro per il mondo, ma visto come minaccia dai professionisti del trasporto regolato. Perché sottrae mercato e dunque business, anche grazie ad una deregulation prevalente.
“Non siamo contro la tecnologia, né avversi alla modernità, ma per la tutela dei diritti dei lavoratori e dei consumatori, nel rispetto delle regole contrattuali”, spiega Marino Masucci, coordinatore nazionale della Fit-Cisl per i taxi. “Chiediamo che anche Uber sia soggetto almeno alle regole che rispettano gli altri conducenti del servizio pubblico, che sia garantita la sicurezza degli utenti, che non ci sia un altro caso Apple o Google, di multinazionali cioè che non si sa dove pagano le tasse. Da quando Uber è nata, sette anni fa, sono tutte questioni irrisolte”. Ed evidentemente molto sentite ad ogni latitudine, visto che questo è già il terzo vertice mondiale in due anni organizzato dall’Its, il sindacato internazionale dei trasporti. Ma in Italia a che punto siamo con la regolamentazione? “Si è deciso di non decidere”, risponde ancora Masucci. “A luglio è stato votato un emendamento al ddl concorrenza che di fatto delega il governo ad intervenire entro un anno con una legge quadro” (anche l’Autorità dei trasporti per la verità da tempo incoraggia una regolamentazione ad hoc). Masucci ricorda le due sentenze che in Italia hanno ostacolato Uber, quella del giudice di pace di Torino e l’altra del tribunale di Milano: “Hanno stabilito che Uber Pop viola la legge del servizio pubblico non di linea, le regole dunque ci sono e vanno rispettate. Anche se la qualità del servizio deve crescere anche tra i tassisti: più tecnologia e conoscenza delle lingue”.
Uber intanto va. Anche se i conti non splendono (ha perso un miliardo nei primi sei mesi di quest’anno, secondo Bloomberg), l’azienda californiana ci prova con l’auto a guida autonoma e la consegna a domicilio di pizza e sushi, anche a Milano dopo Londra e Parigi. Forte anche delle nuove linee guidadella commissione europea sull’economia condivisa: “Vietato vietare la sharing economy”.
Basta avere un presidente come Orban. Dicano quel che vogliono ma fascista o meno, fa gli interessi del suo paese.
In Italia invece fanno gli interessi di multinazionali straniere… Politicanti pidocchiosi!
Fa comunque specie notare come ormai di U… Black nemmeno si parli….sembra che ormai sia istituzionalizzato…..nessuno fa notare come in base alle regole vigenti in Italia anche questo servizio andrebbe chiuso……
SE CI SONO GIA’PROGETTI IN GIAPPONE O IN VARI PAESI ,APPLE A ESEMPIO LO STA STUDIANDO, PER I TAXI / NCC A GUIDA AUTONOMA (ROBOT SENZA PILOTA) ….A QUEL PUNTO ANCHE I DRIVER di U*** e DELLE VARIE COMPAGNIE,CHE FINE FARANNO?
NON E’un CONTRO SENSO CON TUTTI I DISCORSI DI CRESCITA E DI OCCUPAZIONE CHE ALCUNI ANALISTI FINANZIARI LAMENTANO COME SE I TAXI /NCC FOSSERO I PROBLEMI DELLA CRESCITA MONDIALE?
SECONDO TE MARCO,I ROBOT SARANNO SOGGETTI A NORMATIVE IN QUANTO SERVIZIO PUBBLICO OPPURE LIBERI DI VIAGGIARE COME VOGLIONO E INCASSARE DENARO?
PREMESSO CHE PER ORA SONO PROGETTI E PROTITIPI,(DA NON SOTTOVALUTARE)
SI STA CERCANDO DI PREVENIRE IL.TEMA?
Lele i robot per ora non possono guidare da soli sul suolo pubblico, devono essere assistiti da una persona che possa prendere immediatamente la guida, così come i piloti automatici degli aerei. È chiaro che se la tecnologia dovesse progredire così tanto da potere sostituire l’uomo alla guida di un’auto nel caos di Napoli, Roma, Palermo o Milano allora la politica dovrà intervenire con leggi ad hoc. Quel giorno lo vedo molto al di là da venire, anche perché a quel punto l’uomo potrà essere sostituito in qualunque altra mansione.
Apple mi sembra stia trattando l’acquisto della Mc Laren proprio x mettere sul mercato Auto Automatiche Senza Pilota…Attenzione perche’solo 10 anni fa’un normale Tablet sembrava un privilegio x pochi fighetti mentre oggi ce l’hanno tutti o quasi…Si vedono gia’i primi PROTOTIPI DI TAXI /NCC A GUIDA AUTOMATICA SENZA PILOTA…vedi su un sito di Tassisti la relativa pagina dedicata…condivido la tua opinione e piu che altro Spero che i nostri Rappresentanti Non sottovalutino queste” Navicelle Spaziali”…valutando x tempo ….i requisiti necessari x poter sempre e comunque svolgere un Servizio Pubblico di Taxi….speriamo….ad oggi la minaccia e’ molto lontana…condivido con te…ma meglio prevenire che curare…