ilsole24ore.com Gli autisti di Uber hanno diritto a salario sindacale, vacanze retribuite e quant’altro spetta a un dipendente. A stabilirlo è una sentenza del tribunale di Londra che ha accolto il ricorso delle Unions mobilitate da due lavoratori che rivendicavano una condizione contrattuale che va al cuore del sistema creato da Uber e della cosiddetta sharing economy. La rete di taxisti occasionali che spopola da Londra e New York si regge proprio sul principio che gli autisti sono lavoratori autonomi e che per questo si mettono a disposizione del network con modalità e tempistica che essi stessi decidono. Tanto basta, secondo la società californiana, per definire un guidatore di Uber un lavoratore autonomo.
La tesi è stata rigettata dai giudici di primo grado secondo i quali, invece, vanno considerati a tutti gli effetti lavoratori dipendenti e quindi titolati ad ottenere tutte le garanzie previste dal contratto nazionale di lavoro del settore. Un verdetto che rischia ora di fare scuola incrociando il cammino di realtà analoghe come Deliveroo, il servizio di consegna a domicilio esploso in mezzo mondo sulla scia di Uber. «La stragrande maggioranza degli autisti – ha commentato Jo Betram, manager di Uber nel Regno Unito -vuole mantenere la libertà di decidere quando e per quanto tempo lavorare, senza alcun obbligo contrattuale da lavoratore dipendente».
Il caso nasce dalla denuncia di due autisti secondo i quali Uber era in grado di esercitare un controllo sulle loro modalità di lavoro, creando un contesto più simile a quello di lavoro dipendente che autonomo. Tesi che, come detto, il tribunale ha riconosciuto essere valida. La parola ora va ai giudici d’appello ai quali il gruppo di San Francisco ha già fatto ricorso.
Occhio che se devi pagare un driver come un dipendente il giochino si inceppa..anche perche poi ti tocca pure creare una bustapaga…e notizia delle notizia….pagare pure le tasse!!!…e la furbata della shering economy va in fumo!!!
E adesso cosa dichiari? Che le scellerate leggi anti-liberali a protezione degli antiquati diritti salariali e previdenziali dei lavoratori impediscono lo sviluppo e l’occupazione? Lentamente ma inesorabilmente si sta capendo il trucco della finta share economy.
E se adesso proprio nella patria della Tatcher (massima espressione del neoliberismo) viene fuori questa sentenza, gli innominabili sono fottuti! Nel mondo anglosasone il diritto è regolato secondo il sistema cosiddetto “common law” dove le sentenze fanno giurisprudenza. Il che vuol dire che da questo momento qualunque driver può fargli causa e vincerla. E’ una causa ed una sentenza fotocopia di quella già vista in California. Negli USA gli innominabili vorrebbero “transare” con 100 milioni di $.
Il giudice ha detto che sono pochi…….
Ormai è partito il conto alla rovescia…….. La prossima mossa sarà quotarsi in borsa. Recuperare quanti più soldi possibile per salvare le chiappe ai geni della finanza di Goldman&Sachs che pensavano di aver trovato la pietra filosofale e fuggire a gambe levate lasciando il cerino in mano agli allocchi………..
Ottima sentenza, un precedente importante (di riflesso anche x il mercato USA)..la share economy ha cozzato contro la realta’. Attenzione ⚠ e niente facili entusiasmi..gli inominabili siedono ancora su montagne di dollari cioe’ enorme capacita’ di lobbying e cattura del regolatore.
MILANO 32….SPESSO SCRIVI COSE PIENAMENTE CONDIVISIBILI….MA TIENI PRESENTE CHE L’APPROVAZIONE DEL “CETA”(= TRATTATI DI LIBERO SCAMBIO TRA U.E. E CANADA FIRMATI IERI) NON PROMETTONO SCENARI ROSEI X NOI PICCOLI LAVORATORI….IL CETA SONO I CUGINI DEI FAMIGERATI “TTIP” AD OGGI “FERMI AL PALO”….
MA ANCHE IL CETA SEMBRAVA….FERMO AL PALO!…..QUINDI SAREI PURTROPPO CAUTO SULLE POLITICHE LIBERALI DELL’U.E…..
X QUANTO RIGUARDA L’ARTICOLO SOPRA….
SI DEFINISCE SHARING ECONOMY,UN’ECONOMIA SENZA SCOPI DI LUCRO, DI PURA SOLIDARIETA’e di puro rimborso dei costi suddivisi tra 2 o piu’persone….(ALMENO SECONDO I GIURISTI CHE HANNO RECENTEMENTE TENUTO UN SEMINARIO A FERRARA AL QUALE HANNO PARTECIPATO ANCHE ALCUNI NOSTRI RAPPRESENTANTI DI CATEGORIA)
UN ‘ECONIMIA DI PURA CONDIVISIONE DI UN SERVIZIO, SENZA CHE QUESTO POSSA DIVENTARE FONTE DI REDDITO .
PERTANTO LA SHARING ECONOMY DOVREBBE PREVEDERE UN PURO RIMBORSO DELLE SPESE…. ( NEL NOSTRO SETTORE AD ESEMPIO TIZIO DA UN PASSAGGIO A CAIO…IL.QUALE GLI RIMBORSA IL COSTO DELLA BENZINA O POCO PIU COME DA TABELLA ACI)
LA SHARING ECONOMY POTREBBE RIGUARDARE X SUA NATURA 6 MILIARDI DI ABITANTI….E QUINDI NASCE COME INTERSCAMBIO PLANETARIO DI SERVIZI TRA PERSONE,
NON LIMITABILE SOLO A POCHI PIUTTOSTO CHE AD ATRI…
VICEVERSA, SE LA SHARING ECONOMY LA SI VUOLE CAMUFFARE IMPRESA CHE AGGIRA LE REGOLE,IN QUESTO CASO DA FASCIA TAXI A BASSO PREZZO (= TAXI LOW )….E’PALESE CHE NON.E’SHARING ECONOMY…
MA DI PROFESSIONE MASCHERATA….
(= LIBERALIZZAZIONE TOTALE CON LA LICENZA CHE TI RIMANE DA METTERE IN CORNICE)
quoto tutti, e purtroppo il CETA liberalizza anche i servizi, comunque iniziamo a votare NO al referendum, vogliono governi forti e parlamenti deboli, se passa il si sarà peggio ancora…giusto dire che le leggi di salvaguardia dei diritti dei lavoratori non invecchiano mai, il principio della dignità non è soggetto all’inesorabile avanzare del tempo, sarà dura per i liberini rU…ini, così impostato il gioco non vale più nessuna candela!
Articolo interessante del Corriere della Sera online
http://www.corriere.it/tecnologia/economia-digitale/16_novembre_01/U…-si-scopre-razzista-neri-lunghe-attese-corse-cancellate-67d8a816-a046-11e6-af20-7c15875bb27a.shtml
Non vorrei dire fesserie, ma penso che anche il CETA riguardi la LIBERALIZZAZIONE del COMMERCIO e dei SERVIZI tra U.E.e CANADA.
Sicuramente i TTIP, da come sono stati presentati sui giornali,
riguarderebbero, la LIBERALIZZAZIONE del COMMERCIO e dei SERVIZI tra U.E.ed USA….
Con relative MULTINAZIONALI dietro l’angolo…
Poi se in qualche clausola viene scritto “Tranne che”…solo Dio lo sa…
Ma dubito che una Multinazionale quotata 70 mld Non abbia voce in capitolo in un’eventuale conclusione dei TTIP….
IL CETA SEMBRAVA FERMATO fino ad una settimana fa’….ED E’STATO INVECE FIRMATO…non so se riguardi anche il settore Servizi inteso come Trasporto pubblico Taxi.
Marco e Leo x caso ne sapete di piu’?
SE X ASSURDO U*** TRASFERISSE LA SEDE FISCALE IN CANADA POTREBBE A QUESTO PUNTO PRETENDERE LA LIBERALIZZAZIONE SUGLI STATI MEMBRI DELL U.E. ?
In realtà il nodo cruciale di questi accordi (ttip, ceta ) è la possibilità, in caso di contenzioso, di rivolgersi ad un arbitrato internazionale per risolvere la questione, bypassando la legislazione locale. Nel nostro ipotetico caso u. può far causa al governo italiano (e chiedere i danni) se gli “arbitri” internazionali ritengono che la legge italiana causi un mancato guadagno alla multinazionale oppure che non ci sia bilateralità tra le due legislazioni; in USA u. è legale