di Nicola Palma ilgiorno.it LA STANGATA è arrivata l’altroieri in Francia: l’applicazione Heetch è stata bloccata, e ai suoi fondatori è stata comminata una pesantissima multa da 441mila euro a titolo di risarcimento dei danni arrecati ai tassisti d’Oltralpe. L’accusa: concorrenza sleale. E ora pure i padroncini milanesi – che due anni fa sono riusciti a far oscurare l’app Uber Pop vincendo un ricorso d’urgenza al Tribunale civile – chiedono che lo stesso trattamento venga replicato in Italia.
Sì, perché la start-up parigina è sbarcata qualche mese fa pure sotto la Madonnina con la solita formula: auto guidate da conducenti non professionisti per dare passaggi dalle 22 alle 6 del mattino ai ragazzi che frequentano i locali della movida.
REQUISITI MINIMI per poter diventare driver: patente di guida, vettura di proprietà e fedina penale pulita, cioè gli stessi richiesti all’iscrizione proprio da Uber Pop. Sul sito web, Heetch – una sintesi dell’espressione hitck hiking utilizzata dagli inglesi per definire l’autostop – descrive la sua attività come «trasporto sociale» destinato a coloro che non prenderebbero mai un taxi per tornare a casa dopo una serata in discoteca: car pooling, insomma. In realtà, sostengono i padroncini, la questione non sta in questi termini, visto che l’autista di turno – che non condivide la destinazione finale con gli altri passeggeri a differenza di altre app tipo Bla Bla Car – si fa comunque pagare, per quanto la cifra sia in teoria decisa dal cliente di turno e comunque a mero titolo di rimborso spese.
Tuttavia, e la sentenza del Tribunale di Milano lo insegna, il guadagno – del quale si parla apertamente nel form destinato ai driver, seppur ponendo un limite di 6mila euro l’anno – è lo spartiacque tra un car pooling puro e l’esercizio abusivo della professione. La pensano così pure gli agenti della polizia locale, che hanno iniziato da qualche settimana a occuparsi di Heetch: pur scontrandosi con l’estrema difficoltà di individuare le auto adibite a quel servizio (in assenza di livree ufficiali o simboli di riconoscimento), i ghisa del reparto Frecce hanno già multato due autisti.
LA CONTESTAZIONE: violazione del comma 2 dell’articolo 86 del Codice della Strada, che punisce con una multa fino a 7.045 euro, la confisca del veicolo e la sospensione della patente da 4 a 12 mesi chi esercita abusivamente la professione di tassista. «Mi sembra di essere tornato indietro di due anni – commenta Silla Mattiazzi, segretario regionale di Uiltrasporti – quando ci battevamo contro Uber Pop: ora quel servizio si sta riproponendo più o meno con le stesse modalità». Aggiunge Marco Bonelli di Federtaxi: «Chiediamo al Comune che intervenga in modo più efficace al fine di evitare tensioni sociali, visto che il fenomeno ha assunto proporzioni allarmanti».
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