laprovinciadivarese.it «Abusivi? Gli facciamo passare la voglia». Uber? «Ingiusta l’interpretazione a senso unico, in favore di una multinazionale che forse ha dato soldi al governo, e che così ci penalizza». In questo modo «ci stritoleranno. Ma noi resistiamo. Qui tra i tassisti vale la legge della strada. Chi sgarra, chi truffa paga. E paga caro».
Si conoscono tutti i tassisti varesini: «siamo pochi e in una sola piazza. Piazza Monte Grappa. Siamo tutti qui e ci conosciamo. Siamo tutte persone oneste». In giorni di sciopero di categoria, capaci di mettere in ginocchio Roma, i tassisti varesini si raccontano. Chi lavora di giorno, chi di notte. Tra concorrenza “sleale” e “pericoli. Perchè il nostro è un mestiere a rischio. Su quel sedile lì dietro «può salire chiunque».
La licenza e gli abusivi
Partiamo da quanto costa una licenza: «tra i 150 e i 160 mila euro – raccontano i tassisti – tirati fuori sull’unghia o a costo di indebitarsi per poter lavorare in regola. E poi le tasse: noi abbiamo un tassametro, già questo basta, non possiamo sgarrare».
Gli abusivi? «Li andiamo a prendere noi – spiegano i tassisti – Stavano soprattutto in stazione. Andavano sui binari gridando “Taxi, Taxi”. Hanno smesso. Li abbiamo affrontati uno a uno. E i clienti hanno capito. Non c’era letteralmente nessuna assicurazione per loro».
«C’è chi bara»
È così. Un taxi abusivo non ha licenza non ha copertura in caso di incidente. Parliamo di Uber. «A Varese fortunatamente non c’è – raccontano i tassisti – Qui si bara su una normativa. Le auto a noleggio non sono regolamentate. Oppure non rispettano le regole. Noi possiamo lavorare 12 ore al giorno. Dobbiamo rispettare degli stop di riposo. Abbiamo i tassametri. Licenze costose. Auto che devono essere bianche. Quelli fanno ciò che vogliono. A Varese si lavora ancora bene per fortuna». Ma la concorrenza «è spietata e sleale – insistono i tassisti varesini – finiranno per stritolarci».
Gli anziani, i giovani, gli strafatti
Ma chi sono i clienti dei tassisti a Varese? «Turisti – spiegano gli interessati – ma anche anziani. Turisti che ci contattano attraverso gli alberghi. E anziani soli. Sempre gli stessi. Noi siamo pochi a Varese, loro sono sempre gli stessi. Ci conosciamo. Ci contattano per essere portati in ospedale ad esempio. Diventa un rapporto personale. In tante occasioni, se non ci sono appuntamenti, e qualche volta anche quando gli appuntamenti ci sono, ci ritroviamo ad accompagnarli anche dentro l’ospedale. Oppure a portare loro la spesa a casa. Ti offrono un caffè, fatto con la moka come una volta, mica con le cialde come siamo abituati noi. È il caffè migliore di tutti». Pochi taxi, clienti fissi.
Poi c’è la notte. «Lì cambia tutto – spiegano i tassisti – Ti capita il ragazzino, magari i genitori ti conoscono, al quale dare un occhio. Ma ti capita anche l’ubriaco strafatto che esce da un locale. È alle tue spalle. Devi stare attento. Devi sempre saper valutare chi ti è seduto alle spalle».
Si parlava di codice della strada. «Ogni cesta può avere una mela marcia – spiegano i tassisti – C’è un regolamento, c’è un tassametro. E poi ci siamo noi, se fai il furbo, se maggiori le tariffe. Ad esempio da Varese a Luvinate sono 18 euro. Sarebbero 25 se conti il ritorno. Ma noi non lo facciamo pagare. Ecco, se arriva il furbo che applica tariffe maggiorate e differenti allora ci pensiamo noi». Il radiotaxi è una garanzia. «La punizione è anche economica – concludono i tassisti – se sgarri, se imbrogli, per qualche giorno non sarai chiamato. È tutto per far rispettare le regole».
E’ proprio questo lo spirito dei ,ma spesso unico,radiotaxi delle piccole citta’. Se vuoi star dentro rispetti le regole,le tariffe,le convenzioni,i turni. Diversamente te ne stai ad aspettare la chiamata alla colonninna che suona sempre meno. In questie realta’di piccoli consorzi i tassisti sono come commessi di un megozio : se uno sgarra ne esce danneggiata l’immagine dell’intero negozio.
Onore ai tassisti varesini siamo al vostro fianco per difendere il nostro lavoro…TAXI NAPOLI.
COSI ‘SI FA ‘ . E non aggiungo altro altrimenti Marco mi cancella