ilgiorno.it «QUESTA COSA resta tra noi, io ti voglio bene». Come fosse un amico premuroso e non un uomo che ha appena stuprato una ragazza ubriaca. Non dimentica le sue parole Alessia, nome di fantasia, violentata all’alba del 17 giugno. Arrestato dai carabinieri con l’accusa di violenza sessuale un tassista abusivo di 61 anni, Ahmed E. A. N., in Italia da oltre 30 anni, vedovo e padre di famiglia, che quella notte ha accompagnato a casa la giovane dopo averla fatta salire in auto vicino a un chiosco poco distante dalla discoteca Old Fahion. Quella frase è scolpita nella mente insieme ai flash di ricordi messi in fila alcune ore dopo, una volta recuperata la lucidità. La serata comincia alle 21: Alessia incontra un amico in un locale del parco Sempione.
Alle 22.30 i due raggiungono un’altra location per partecipare a una festa. Bevono. Poi, all’1, il ragazzo contatta il tassista abusivo (una vecchia conoscenza a cui era arrivato tramite un’applicazione sul telefono) per farsi accompagnare all’Old Fashion e continuare i festeggiamenti. Poco dopo le 4, il ragazzo lascia la discoteca mentre Alessia decide di restare. Sono le 4.45 quando esce, da sola, e cammina verso un chiosco. «Mi sono trovata a bordo di una macchina accanto a un uomo che guidava. Lo conoscevo, è un tassista abusivo», che aveva già accompagnato a casa la ragazza in altre occasioni, sia con altri amici sia da sola. «Ho avuto la sensazione che mi stesse toccando nelle parti intime». L’uomo le avrebbe offerto di andare a dormire a casa sua. Poi lo stupro in un parcheggio.
ALESSIA ricorda alberi, un cartello stradale, «lui su di me». Poi «lui che scende e armeggia con dei fazzoletti di carta». Una volta sotto casa, il 61enne non ha accettato il pagamento della corsa: «Non ti preoccupare, la corsa è gratis». La giovane raggiunge il suo alloggio e si addormenta. Solo alle 9 realizza ciò che le è accaduto. Prende in mano la gonna e la camicetta che indossava e vede delle macchie. Questi segni, uniti ai particolari che ricorda a poco a poco, la insospettiscono. Le tornano in mente pure dialoghi passati avuti con l’uomo. Col senno di poi, campanelli d’allarme: «Mi faceva complimenti. Diceva che somigliavo a una sua ex fidanzata». «In un paio di occasioni mi ha offerto di andare a dormire da lui, diceva che aveva una stanza per me, che non mi avrebbe disturbata. Naturalmente rispondevo sempre di no». Ulteriore, atroce beffa: Ahmed le aveva raccontato di un parcheggiatore abusivo che aveva abusato sessualmente di una ragazza completamente ubriaca. «Io non potrei mai fare una cosa del genere», giurava. Quel pomeriggio Alessia denuncia tutto ai carabinieri. Poi la visita alla clinica Mangiagalli. Il confronto tra le tracce biologiche prelevate da indumenti e tamponi e quelle dell’indagato (acquisite a sua insaputa durante un controllo in strada) non ha lasciato dubbi agli investigatori. L’uomo è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia Milano Duomo.
Marianna Vazzana – Il Giorno
Anche ieri alcuni canali televisivi hanno dimenticato la parola abusivo così la scritta era tassista abusa etc. Ma anche con la specifica abusivo il problema è NON usare la parola tassista. Cosa aspettano le associazioni ad attivarsi presso la FNSI x definire la questione una volta x tutte?