DI SOLITO li trovi all’uscita della Galleria delle Carrozze lato piazza Luigi di Savoia: «Taxi, taxi », sussurrano ai passeggeri diretti ai posteggi delle auto bianche (quelle vere). Antonino L. è tra gli habituè, e in più occasioni è stato sanzionato dagli agenti del reparto Frecce della polizia locale per la sua attività di conducente irregolare. Ora si scopre che nei mesi più caldi dell’emergenza profughi, a cavallo tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013, il 59enne originario della provincia di Reggio Calabria ha vestito anche i panni del passeur, o meglio dell’organizzatori di viaggi in macchina con destinazione estera portati a termine da altri abusivi: nei giorni scorsi, la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d’Appello di Milano datata 11 ottobre 2017, rendendo così definitiva la condanna a 5 anni e 8 mesi di reclusione per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
TUTTO NASCE nel febbraio del 2013, quando la polizia austriaca intercetta l’auto guidata da un altro tassista abusivo, Roberto C.: a bordo ci sono quattro ragazzi iracheni diretti in Germania. Nel primo interrogatorio, C. tira in ballo un certo Abdel, «che lo aveva incaricato del trasporto in più occasioni», con partenza da via Manzotti a Dergano. In seguito, l’uomo fa il nome di Antonino L., identificandolo come «il reale committente dei viaggi»: dice che era lui a dare indicazioni e direttive «nei luoghi dove i clandestini venivano caricati sulla autovettura » e che era a lui che mandava un sms «per confermare il buon esito » dei viaggi.
C. viene processato e condannato in Austria a sei mesi, ma dopo qualche tempo muore. I suoi verbali di interrogatorio vengono trasmessi per competenza alla magistratura milanese, che avvia un’altra indagine su L. Verbali che per il legale del 59enne non avrebbero potuto essere utilizzati a processo, perché costituiti da dichiarazioni rese da C. nelle fasi predibattimentali del procedimento istruito Oltralpe e non ripetute nelle aule italiane per via del decesso improvviso.
TESI ora rispedita al mittente dalla Suprema Corte, che ne ha sancito il corretto utilizzo da parte del Tribunale. Come se non bastasse, sottolineano ancora i giudici, a supporto delle ipotesi accusatorie ci sono pure altri elementi di prova: i tabulati telefonici di C. nei giorni in cui era al volante e i continui contatti con il cellulare di Antonino L., fino al messaggio rassicurante a tragitto completato. Del resto, lo stesso imputato, ricorda la Cassazione, «nelle spontanee dichiarazioni rese davanti alla Corte territoriale, pur dichiarandosi estraneo ai fatti, aveva riferito che C. lo aveva contattato per chiedergli un consiglio in merito alla proposta fattagli da Abdel di trasporto di persone a Monaco di Baviera». Inoltre, il 59enne ha pure «ammesso di aver accompagnato C. all’incontro con Abdel e con le persone da trasportare ». Ciò, per i giudici, «dimostrava l’esistenza di un rapporto fiduciario tra le due persone».
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bene, avanti il prossimo…
ma…
è un abusivo, un illegale, un disonesto, uno sfruttatore, un delinquente, ecc, ecc…
non sarà MAI un Tassista