ilgiorno.it I NUMERI sono relativamente bassi, se parametrati alla flotta in strada: 171 auto su un totale di circa 5mila, poco più del 3,4% del totale. Tuttavia, precisano i tassisti, stiamo comunque parlando di 171 padroncini che nel giro di 13 mesi dovranno cambiare la propria auto per rientrare nei parametri dettati dalla Low Emission Zone. Anzi, per i primi 54 il countdown si esaurirà il 21 gennaio 2019, il giorno del varo ufficiale di Area B: a quella data, infatti, verranno banditi dalla città i veicoli Euro 0, 1, 2 e 3 Diesel anche dotati di filtro antiparticolato (Fap).
Secondo i dati a disposizione dei sindacati di categoria, che tre giorni fa hanno incontrato i tecnici del Comune per avere delucidazioni sull’argomento, sono appunto 54 i conducenti che guidano un Euro 3 Diesel, vetture immatricolate prima del 2006 (quindi con almeno 12 anni di attività).
DI CONSEGUENZA, in questo caso sarà probabilmente più semplice spiegare al tassista di turno i motivi legati al cambio obbligato di macchina. «Certo – tiene a sottolineare Claudio Severgnini, presidente del Tam (Tassisti artigiani milanesi) – l’amministrazione avrebbe potuto avvisarci prima, piuttosto che aspettare settembre per comunicarci le novità in materia di viabilità». Discorso molto diverso va fatto, invece, per i proprietari di auto Euro 4 Diesel, immatricolate tra il 2006 e il 2010: si tratta di vetture ancora in piena efficienza e per le quali ogni padroncino ha effettuato un investimento non trascurabile. C’è di più. Sì, perché, sottolinea ancora Severgnini, molti di loro, specie coloro che guidano una Mercedes, hanno di recente sostituito il motore, convinti che avrebbero lavorato con quella berlina ancora per diverso tempo. Non sarà così, le regole della Low Emission Zone lo impediscono. E neppure si può sperare nel contributo messo a disposizione da Palazzo Marino: troppo pochi mille euro per comprare un’auto nuova. «Per non parlare del fatto – chiosa Severgnini – che da cinque anni la Regione non mette più a disposizione gli incentivi per acquistare taxi a basso impatto ambientale».
AGGIUNGE Silla Mattiazzi, segretario regionale di Uil trasporti: «Questo è un brutto colpo per circa 200 tassisti milanesi – l’amaro commento – che subiranno dure ripercussioni sui propri bilanci di impresa e ricadute pure sulle famiglie». Inutile ribadire «che l’incentivo da mille euro del Comune è ben lontano da quelli che sono i reali costi da sostenere per ogni singolo collega», la conclusione di Mattiazzi.
Nicola Palma
Comune e regione COMPLIMENTI!!! A questo punto domandina: quanto spende MAJORINO PER I SUOI OSPITI???
Va bene tutto ma lamentarsi perchè viene imposto di cambiare taxi vecchi di QUATTORDICI ANNI mi sembra ingiusto; si tratta di un provvedimento sacrosanto. A Milano in particolare non si respira, anche se l’accusa va rivolta soprattutto alle numerose caldaie a gasolio ancora diffuse…
Siro, non c’è il tempo tecnico per cambiare tutti quei taxi “extra”. Primo non piovono dal cielo, secondo le officine tassametri sono impegnate per il cambio tariffe, terzo gli incubi di questa amministrazione nevrastenica dovrebbero essere tranquillizzati con delle cure farmacologiche.
Bravo Marco, questi si svegliano una mattina e sono capaci di sprangare il duomo e Santa Maria delle Grazie con la scusa che alle orecchie gli sono arrivate voci che ci sono un paio di padri dominicani simpatizzanti per la destra, nonché il priore sospettato di tenere un poster dì giggino nella camera.
A mia opinione le questioni son due. La prima di carattere generale legata alla continua modifica di norme e leggi che con l’obbiettivo, spesso strumentale, si diminuire l’inquinamento costringono forzatamente a cambiare vetture che fino a pochi anni prima erano assolutamente all’avanguardia con gli standard antinquinamento. Ma direi che ormai il trucchetto è ampiamente conusciuto. Un buon metodo per alimentare il mercato dell’auto.
Nello specifico dei colleghi con auto datate direi che se pur antipatica e vessatoria, non solo per i tassisti, questa legge era da tempo conosciuta. Quello che dovrebbero fare i rappresentanti è di ottenere una deroga in termini di tempi così da consentire la sostituzione della vettura senza dover correre dal concessionario.
Poi, senza entrare nei casi specifici e senza fare i conti in tasca a nessuno, ma con tutto il rispetto, facciamo tutti lo stesso lavoro e non è che gli altri 4700 colleghi si divertono a sostituire l’auto con una cadenza decisamente più breve; e non mi pare che gliela regalino la.macchina.
E’ il prezzo da pagare per la loro “democrazia”. Da un lato il motivo del provvedimento non è del tutto criticabile, anche se a mio avviso bisognerebbe puntare il dito anche da qualche altra parte, ma quello che infastidisce è l’impellente urgenza di mettere in atto il provvedimento, mostrando ancora una volta l’arroganza (tipica di questa parte politica), che nulla considera se non la sua ragione di esistere. D’altronde questa amministrazione l’ha voluta la maggior parte dei milanesi; ora ne accettino democraticamente anche le conseguenze, e poi magari riconsiderino la prossima scelta elettorale, se proprio non vogliono continuare a farsi del male.
Tra una ventina di giorni mi arriva l’auto che ho ordinato ma poi mi tocca aspettare due mesi perchè i tempi della motorizzazione sono questi. Vi risulta?
Anche tre