www.corriere,it Il tempo corre, la data dell’( effettiva) entrata in vigore dell’Area B si avvicina (dal 21 gennaio) e anche chi lavora con i mezzi a motore, come tassisti e commercianti ambulanti, insegue l’adeguamento alle nuove regole e ai nuovi divieti (che riguardano i veicoli a benzina Euro 0 e diesel Euro 0, 1, 2, 3 ) chiedendo deroghe e minacciando agitazioni. Palazzo Marino viene additato come responsabile di aver chiesto a migliaia di lavoratori di cambiare il loro mezzo professionale «dall’oggi al domani», senza prevedere la necessaria flessibilità nei tempi e senza comprendere le difficoltà economiche della «repentina rivoluzione anti-traffico».
I più «arrabbiati» sono i venditori del commercio ambulante, che per voce delle associazioni di categoria, ieri, si sono dichiarati pronti a un escalation di proteste e scioperi, fino a ventilare l’ipotesi di un ricorso al Tar. «In questi anni gli ambulanti hanno dimezzato gli incassi—ha detto ieri Nicola Zarrella presidente di Ana Lombardia in un incontro al Pirellone con i consiglieri della Lega —, serve buon senso: i furgoni percorrono all’interno della città in media soltanto 4-5 chilometri al giorno, quindi non solo inquinano poco ma sono i primi a subire lo smog, lavorando essi all’aperto».
Aggiunge il presidente di Anva- Confesercenti Milano, Franco Sacco: «Il Comune non ci ha neppure interpellati, servono deroghe come a Torino». Interlocutoria la replica dell’assessore Marco Granelli che ha affermato come «chiunque è libero di ricorrere» al Tar e «di continuare a utilizzare diesel inquinanti», rinviando ogni trattativa al tavolo aperto con gli ambulanti e ricordando i sei milioni stanziati dal Comune per sostituire i mezzi inquinanti, a cui si aggiungono altri sei milioni della Regione Lombardia per il ricambio degli Euro 2, ormai fuori commercio da 20 anni.
Toni meno accesi ma altrettanta tensione sul fronte dei tassì. Sono infatti poco più dell’1 per cento gli artigiani del trasporto colpiti dall’Area B: 54 su quasi 4.900. Sostanzialmente i diesel Euro 3. Un numero che sale a 174 se si considerano i diesel Euro 4, «banditi» dall’ottobre 2019, vale a dire, altri 120 veicoli, per un totale del 3,5 per cento circa della flotta milanese. Il Tam, assieme ad altre organizzazioni sindacali, ha inviato ieri al Comune una lettera firmata dal presidente Claudio Severgnini. L’assenza di deroghe per il servizio di trasporto pubblico non di linea e la «non adeguata informazione preventiva», stanno provocando «gravi danni» ai titolari di licenza che «dovranno sostituire il veicolo in breve tempo» con «pesanti ripercussioni sul bilancio d’impresa e difficile attuazione di accesso al credito in temi così brevi», complice anche l’impasse della Motorizzazione civile, i cui tempi di rilascio delle immatricolazioni portano ad attese superiori ai tre mesi, rendendo «praticamente impossibile l’adeguamento» entro gennaio.
L’obiettivo è arrivare a un incontro per stabilire deroghe ai taxi, riferendosi all’intero bacino aeroportuale (province di Milano, Bergamo e Varese), puntando forte sul grande lavoro di rinnovamento dei taxi (l’85 per cento della flotta di auto bianche è composto da mezzi ibridi o Euro 6) così da consentire a chi è rimasto indietro di adeguarsi. Intanto l’opposizione si dice pronta alle barricate contro Area B, se non ci saranno correttivi. Fabrizio De Pasquale (Forza Italia), in particolare deroghe o pacchetti d’ingressi per autogru, mezzi di pulizia, eccetera oltre alla auto storiche e all’esenzione dagli incentivi per i diesel Euro 6.