Secondo un’indagine della Cnn. 20 grandi città Usa hanno identificato più di 100 autisti della app accusati di abusi. Secondo l’azienda, occorre però fare distinzioni agi.it
Ventuno diverse categorie di abusi divisi in due parti: cattiva condotta sessuale e aggressione sessuale. Uber ritiene necessario fare delle distinzioni, perché la situazione che ruota attorno agli abusi a carico degli autisti della popolare app sta diventando preoccupante.
Come ricorda un articolo di Quartz, un’indagine della CNN di aprile, pubblicata dopo aver raccolto dati da rapporti di polizia, atti giudiziari federali e database di tribunali provinciali, ci dice che “20 grandi città statunitensi hanno identificato più di 100 autisti Uber accusati di abuso sessuale o aggressione”. Un’enormità.
Ci si chiede come mai proprio Uber abbia deciso di mettersi in prima linea nella lotta contro gli abusi; per salvaguardare se stessa? Può darsi, ma le motivazioni non vanno ricercate per strada, dove l’app viene utilizzata, ma a monte, negli uffici della mega azienda e il problema si è posto una manciata di mesi fa, quando Susan Fowler, ingegnere (ormai ex dipendente) di Uber, decide di scrivere un editoriale sul New York Times riguardo le molestie sessuali subite durante i suoi anni di lavoro.
L’azienda cade nel panico, il vaso di Pandora è scoperchiato, e il CEO Travis Kalanick viene allontanato (ufficialmente si è dimesso) e con lui una serie piuttosto numerosa di alti dirigenti. A sostituirlo vengono chiamati, come nuovo CEO, Dara Khosrowshahi e, prelevato dalla PepsiCo come consigliere generale, Tony West; vero attuale volto della società, che con la nuova direzione sceglie una linea politica nuova e del tutto innovativa: fine dell’arbitrato forzato, cioè l’obbligo di riservatezza riguardo i casi di cattiva condotta sessuale, ovvero la malsana abitudine, contrattualizzata, nelle grandi aziende americane, di lavare i panni sporchi in famiglia; in futuro bisognerà rispondere alle accuse di molestie sessuali direttamente davanti a un giudice.
Cattiva condotta sessuale:
- Fissare
- Porre domande personali
- Fare commenti sull’aspetto
- Flirtare
Compiere gesti espliciti - Fare commenti espliciti
- Mostrare materiale indecente
- Fotografare in modo indecente senza consenso
- Chiedere di avere qualcosa di natura sessuale
- Masturbazione
- Minaccia verbale di violenza sessuale
Aggressione sessuale:
- Tentativo di toccare una parte del corpo non sessuale
- Tentativo di baciare una parte del corpo non sessuale
- Tentativo di toccare una parte del corpo sessuale
- Tentativo di baciare una parte del corpo sessuale
- Contatto non consensuale in una parte del corpo non sessuale
- Baci non consensuale in una parte del corpo non sessuale
- Tentativo di penetrazione sessuale non consensuale
- Contatto non consensuale in una parte del corpo sessuale
- Baci non consensuale in una parte del corpo sessuale
- Penetrazione sessuale non consensualeA seguire, anche altre due grandi aziende più volte coinvolte in scandali del genere hanno deciso di allinearsi, e parliamo di Google e Facebook. Ma non tutte le molestie possono essere eguagliate e, con il supporto del National Sexual Violence Resource Center (NSVRC) e dell’Urban Institute, Uber ha stilato la suddetta categorizzazione degli abusi sessuali.
Dice West a proposito: “Non esiste una definizione comune di aggressione sessuale criminale nei 50 stati e non esiste una comprensione condivisa di comportamenti scorretti, che potrebbero non essere di natura criminale. Le informazioni limitate che vengono riportate forniscono solo una comprensione incompleta e frammentata della portata della violenza sessuale”. Insomma c’è violenza e violenza, e l’intento è quello di fare chiarezza, per salvaguardare vita e sensibilità di tutti.
Il documento è lungo e articolato, niente viene lasciato al caso; si va dal porre domande personali, considerata anche questa una violenza, al flirtare, rendersi protagonisti di commenti o gesti espliciti, al costringere a visualizzare materiale pornografico o a scattare fotografie non autorizzate, fino alla masturbazione non richiesta e alla minaccia verbale di violenza.
Questo per quanto riguarda la cattiva condotta. Più greve la lista del vero e proprio “assalto” sessuale: tentare di toccare o baciare parti del corpo senza consenso, qualsiasi parte del corpo, fino ad arrivare chiaramente, in ogni declinazione possibile, alla penetrazione non autorizzata. Da oggi in poi esisterà una scala di abusi (da evitare, si spera, tutti, dal più morbido al più duro, nel rispetto doveroso tra esseri umani, uomini o donne che siano), che aiuterà l’azienda a valutare ogni singolo episodio di cattiva condotta sessuale, che riguardi piloti e passeggeri utilizzatori dell’app o dirigenti seduti in azienda dietro una scrivania.
http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/11/16/garante-privacy-boccia-la-fatturazione-elettronica-va-cambiata_1a38d322-1093-4da2-960a-ffc8905d270e.html