Milano, arrestato il rapinatore di tassisti

ilgiorno.it «L’hanno preso, l’hanno preso». La notizia ha iniziato a circolare sulle chat dei tassisti nel tardo pomeriggio di ieri. Poi la conferma via sms sul frontalino: «Le forze dell’ordine ci informano di aver arrestato il rapinatore di Porta Genova». E tutti i conducenti, a quel punto, hanno tirato un grosso sospiro di sollievo.

Corrado P, 45enne pregiudicato residente a Vigevano, era diventato il loro incubo, come vi avevamo raccontato sul Giorno la scorsa settimana: secondo le indagini dei militari del Nucleo operativo della Compagnia Magenta, coordinati dal tenente Alfonso Sammaria, l’uomo, uscito di galera nel dicembre scorso e tuttora sottoposto alla libertà vigilata, avrebbe compiuto più di dieci colpi nell’ultimo mese. Torniamo a ieri. Sono le 18.15: P. sale a bordo di un taxi in piazzale Accursio e si fa portare in piazza Tirana. Il tragitto è il solito, così come il copione che il 45enne si prepara a mettere in scena: a un certo punto tira fuori il coltello, 25 centimetri di lunghezza, e lo punta al collo del conducente per farsi consegnare i contanti, poche decine di euro. Una volta sceso, P. si rimette subito in azione. Altro taxi, altra rapina.

Stavolta, però, ci sono i carabinieri ad aspettarlo. Su segnalazione della centrale del radiotaxi, gli investigatori, già in pattuglia in borghese da quelle parti proprio per essere pronti in caso di allarme, agganciano la Kia bianca in via Lorenteggio e la circondano con le auto civetta: il 45enne viene fatto scendere dalla macchina; dallo zainetto spunta il coltello, subito sequestrato. Inizialmente agitato, P. in caserma si calma e confessa tutto: dice di fare rapine per guadagnarsi da vivere e per acquistare cocaina. Arrestato per il primo episodio di ieri pomeriggio, i successivi approfondimenti investigativi serviranno ai militari per contestargli il resto dei raid per i quali risulta fortemente indiziato. Tutti contraddistinti dallo stesso modus operandi. La corsa da finto cliente. L’aggressione. Il prelievo al bancomat più vicino. Poi la foto col cellulare al documento d’identità della vittima: «Adesso so chi sei e dove abiti, se vai dai carabinieri ti vengo a prendere a casa».

Una frase che in più di dieci, stando a quanto risulta, si sono sentiti ripetere con la lama alla gola, tanto che meno della metà dei conducenti rapinati (cinque in totale) ha sporto denuncia. Ora i carabinieri della Magenta stanno aspettando che gli altri derubati si facciano avanti per completare il quadro accusatorio nei confronti di P; in alcuni casi, ci sono anche le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza a inchiodarlo, in particolare gli occhi elettronici installati nei pressi degli istituti di credito.


2 commenti

  1. Marco, bisogna denunciare il fatto che U…. P…esiste ancora; tutti i carri funebri senza targhette, e si tratta di centinaia lavorano alcuni con app e altri con u…, la quale se passa corse a falsi ncc si comporta esattamente come L ormai condannato P… Il resto prende corse tramite wattsapp

  2. Massimo decimo…. purtroppo le organizzazioni sindacali sono occupate a scannarsi per lo scranno in regione. Tutto il resto, per loro, è noia.

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