L’uomo, un tassista, era accusato di avere violentato e rapinato una prostituta nel quartiere milanese di QT8 milanotoday.it
Diversi mesi di carcere con un’accusa infamante e pesantissima: violenza sessuale ad una prostituta. Poi l’assoluzione. Secondo i giudici, si è trattato di un clamoroso errore di persona. Lui, con quel reato, non c’entrava niente. Per tutto questo tempo ha avuto, dalla sua parte, sia la moglie sia la sorella, convinti della sua innocenza. E ora anche i giudici gli hanno creduto.
L’uomo, un 45enne, vive nel Pavese ma lavora a Milano come tassista. Secondo l’accusa, una sera di aprile 2018, mentre era a bordo del taxi, avrebbe avvicinato una ragazza di 20 anni in viale Angelo Salmoiraghi, a QT8, concordando una prestazione sessuale, poi avrebbe preteso un rapporto senza preservativo e, al diniego della giovane, l’avrebbe aggredita costringendola al rapporto non protetto, poi l’avrebbe rapinata e scaraventata dall’auto, infine sarebbe scappato.
La 20enne chiamò il numero di emergenza e alcune colleghe riferirono la targa di un taxi che, a dir loro, “girava” spesso nella zona del Monte Stella. I carabinieri, verso la fine di maggio, si recarono quindi a Cura Carpignano, dove l’uomo risiede con la moglie, e lo arrestarono.
Alla luce del processo è risultato però importante, anzi determinante, un dettaglio del racconto della vittima: la 20enne aveva descritto un uomo con tatuaggi, ma il tassista arrestato non ne ha nemmeno uno. Un tragico scambio di persona che, secondo le risultanze giudiziarie, ha costretto in carcere per otto mesi un innocente. Che ora, probabilmente, chiederà i danni.
Ma roba da matti…..in questo paese si passa da un eccesso all altro.
Da una parte ci lamentiamo che certi delinquenti con le attenuanti del caso vengono scarcerati subito,dall altra parte un innocente in attesa di giudizio ( come il titolo di un film dell Albertone nazionale ) vieme messo in carcere in maniera preventiva in attesa del processo di primo grado .
E nel frattempo uno si fà 8 mesi di carcere per nulla……
Veramente una vergogna !!
Molta solidarietà al collega.
Stefano- Milano