iphoneitalia.com Il software di monitoraggio utilizzato da The Washington Post su un normale iPhone ha rilevato circa 5.400 app tracker che inviavano dati dal telefono, inclusi quelli sensibili come posizione e numero telefonico. Come ben sappiamo ci sono sempre state diverse segnalazioni sui dati inviati a società come Google e Facebook, sebbene la stragrande maggioranza di questi dati sia totalmente innocua. Sono semplicemente gli sviluppatori che utilizzano i servizi di analisi delle app forniti da queste aziende per imparare come le persone le utilizzano.
L’app Privacy Pro utilizzata dal The Washington Post per monitorare il traffico dei tracker è però fornita da una società che vende acquisti in-app per bloccare questo tipo di traffico, per cui la stessa azienda sarebbe molto interessata a rendere la situazione più grave di quanto magari non sia. Dobbiamo infatti fare chiarezza circa questi app tracker, perchè alcuni di essi sono necessari e a favore dell’utente, infatti basti pensare che alcune app devono inviare dati di tracciamento per poter funzionare, come Uber ad esempio. Altro esempio è quello relativo all’utilizzo di questi tracker da parte di app di e-commerce e di carte di credito che li utilizzano per rilevare transazioni fraudolente e ne bloccano l’utilizzo improprio.
Un vantaggio indiretto per gli utenti, invece, è che uno sviluppatore di app può imparare a conoscere il modo in cui gli utenti reali interagiscono con la sua app nel mondo reale, per migliorarla ulteriormente, andando a focalizzarsi sulle funzionalità utilizzate di frequente, oppure possono identificare problemi con una determinata funzionalità o con l’interfaccia utente. Insomma gli app tracker svolgono un ruolo chiave nella qualità del software.
Un altro utilizzo di questi tracker è relativo agli annunci pubblicitari, che non piacciono a nessuno, ma sono necessari agli sviluppatori, sopratutto quando si tratta di app o siti web gratuiti. Il The Washington Post, però, ha sollevato dubbi assolutamente legittimi, legati sopratutto alla trasparenza, visto che noi utenti non sappiamo dove vanno a finire i nostri dati, minando in questo modo la nostra privacy. Purtroppo, però, ci sono migliaia di tracker che trasmettono dati, ed è praticamente impossibile capire quali siano legittimi e quali no.
Apple è da sempre conosciuta come una delle azienda maggiormente attente alla privacy dell’utente, per questo motivo le viene richiesto di aggiungere dei controlli in iOS come quelli integrati in Privacy Pro.