Il Comune ha chiesto 450 nuove autorizzazioni suscitando le perplessità dei rappresentati di categoria. Si prospetta un nuovo braccio di ferro con il Pirellone milano.repubblica.it
Si allungano i tempi per l’aumento delle licenze dei taxi chiesto dal Comune. Slitta a dopo l’estate il parere della Regione sulla richiesta dell’assessore comunale alla Mobilità, Marco Granelli, di creare 450 licenze di auto pubbliche in più. L’assessora regionale ai Trasporti, Claudia Terzi, della Lega, infatti prende tempo e sembra che difficilmente accoglierà pienamente la richiesta di Palazzo Marino.
Sembra scontato, stando ad alcune indiscrezioni, che qualche licenza in più sarà concessa, ma non le 450 chieste dal Comune. Un aumento che aveva suscitato le perplessità dei sindacati dei tassisti, che in una nota comune avevano minacciato uno sciopero e lamentato che il Comune “ha deciso unilateralmente di confermare l’impostazione iniziale della sua proposta”, senza prendere in considerazione “i problemi di viabilità che soffocano il servizio”.
Se ne riparlerà quindi a settembre. Quando alla ripresa dopo la pausa estiva l’assessora Terzi chiederà a Claudia Carzieri, neoeletta presidente della commissione Territorio, infrastrutture e trasporti del Pirellone, di convocare una serie di audizioni prima di decidere. Per ampliare il proprio contingente taxi il Comune, che fa parte del bacino aeroportuale, deve presentare apposita istanza alla Regione motivando la propria richiesta sulla base degli elementi contenuti nell’articolo 2 del regolamento regionale, che risale al 2014. Successivamente Palazzo Marino deve inviare una relazione tecnica che dimostri la necessità di tale ampliamento. Solo a questo punto la Regione, dopo aver acquisito il parere preventivo dell’Autorità di regolazione dei trasporti e quello della Conferenza del servizio taxi, concluderà la propria istruttoria e, sulla base delle risultanze dei tre passaggi precedenti, provvederà o meno con una delibera della giunta regionale ad aumentare il contingente taxi a Milano. Insomma, sembra aprirsi un nuovo fronte tra il Comune e Palazzo Lombardia, dopo quello sull’introduzione del biglietto unico integrato per viaggiare sia sui treni regionali che sui mezzi pubblici.
Il pacchetto di misure che Palazzo Marino vuole mettere in campo serve per “colmare lo sbilanciamento tra domanda e offerta” di auto bianche e potenziare un servizio che, oggi in alcune fasce orarie è “sottodimensionato”. In particolare, delle 450 licenze, 280 dovrebbero essere destinate a veicoli elettrici vincolati per i primi cinque anni all’obbligo di scendere in strada dalle 18 alle 5 e per almeno il 25 per cento il sabato e la domenica; 170 dovranno essere abilitate al trasporto dei disabili. E questa volta — per effetto della legge Bersani — le autorizzazioni che l’amministrazione assegnerà con un bando saranno a pagamento: costeranno 130 mila euro l’una, per un incasso previsto di 58,5 milioni che per l’80 per cento saranno ripartiti proprio tra i 4.850 tassisti attuali — probabilmente sotto forma di incentivi o modulando la quota che comunque spetterà a tutti in base a comportamenti virtuosi, come l’uso della carta di credito o l’auto elettrica — e per il resto serviranno a migliorare la qualità delle strade.