prealpina.it lIn mezzo al cantiere stradale da tempo in continua evoluzione, al Terminal 2, ci sono due file parallele di stalli gialli lungo il rettilineo degli Arrivi e altre due di fronte al Parcheggio 5 Easy. I primi corrispondono a 24 posti, i secondi a 20. Sono gli angusti e completamente scollegati corridoi riservati ai taxi. Che qui, nonostante si possa ipotizzarne un minor utilizzo da parte dei passeggeri rispetto al T1, ogni giorno sono molti più degli spazi loro assegnati sulla base di calcoli fatti al momento di redistribuire le specifiche aree nella viabilità interna.
«E noi, quando siamo nell’isola d’attesa distaccata, non soltanto a un certo punto della giornata siamo costretti ad allungare la fila sulla strada, ma neanche riusciamo a sganciarci in caso di emergenza e capire quando la colonna davanti alle uscite del terminal avanza. Dobbiamo telefonarci».
IL CORRIDOIO
A sbottare, facendosi portavoce del malumore generalizzato tra le auto bianche operative al T2 di Malpensa, è Giuseppe De Bernardi Martignoni. Il quale, oltre a essere storico politico di destra e attualmente consigliere comunale a Gallarate, di professione da sempre fa appunto il tassista e dell’aeroporto conosce ogni angolo. Anche quello condiviso ieri intorno a mezzogiorno con una ventina di colleghi: proprio il corridoio a due file di stalli divisi da mezzo metro d’aria al massimo e chiusi da alti spartitraffico in blocchi di cemento di fronte al P5. «E questa non è una collocazione provvisoria: è un’area di sosta definitiva». Appositamente realizzata nel contesto di modifica di tutti i percorsi ora corredati di isole divisorie con terrapieni per aiuole, rotonde e attraversamenti pedonali rialzati. I lavori non sono conclusi, ma già si vede la nuova fisionomia stradale.
IL DISAGIO
«Il problema è che quando sei qui in fila, perché sei entrato in servizio dopo o sei di ritorno da una corsa, non vedi come sta andando la colonna dietro la curva degli Arrivi: se qualcuno carica e ci sono altre richieste, quindi se si deve avanzare, non si capisce ed è un grosso disagio», spiega Martignoni. «Noi siamo costretti a fare la staffetta per avvertirci. Oppure a telefonarci. Insomma, adesso che il tempo è ancora buono ci arrabattiamo, ma quando pioverà sarà peggio». Inoltre, attualmente, la situazione è resa più complicata da un piccolo cantiere all’inizio della corsia di fronte alle porte dell’aerostazione. «Si tratta di un’ulteriore riduzione di posti, sebbene sia il minore dei problemi: è l’insieme che non va bene».
LA SIRENA
Dunque? Dunque, i tassisti ritengono che sarebbe stato meglio lasciare continuità alla loro corsia prima e dopo la curva, anziché spezzarla per infilarci quella dei pullman autostradali. Ma indietro non si torna. E grossomodo il numero originale dei posti non è stato eroso. «Serve però agevolare il flusso, tenendo conto che stanno iniziando i grandi appuntamenti milanesi che aumentano la richiesta e diminuiscono l’attesa», conclude Martignoni. «Mesi fa i funzionari di Sea, con la quale c’è sempre stata massima collaborazione, al fine di fornirci un sistema di avvertimento ci avevano garantito l’installazione di un “dispositivo”. Non sappiamo cosa sia, se un semaforo, un supermonitor, una sirena o quant’altro. Chiediamo di velocizzare il miglioramento della situazione. Auspichiamo una rapida soluzione. Altrimenti non ci rimarrebbe che valutare forme di agitazione».
Angelo Perna