Le rapine per rifornirsi di cocaina. Lo stesso modus operandi replicato almeno tre volte, forse anche di più. E alcuni errori poi risultati decisivi per consentire alla polizia di arrivare alla cattura. Così sono finiti in manette A. A., cinquantunenne con precedenti per furto e droga originario della provincia di Foggia e residente a Sedriano, e V. C. M., quarantasettenne anch’essa nota agli archivi delle forze dell’ordine per una serie di assalti in banca nel 2016 tra Parma e Piacenza: sono accusati (per adesso) di aver derubato un tassista il 29 agosto e di aver cercato di «alleggerirne» un altro il 16 ottobre, anche se ci sono fortissimi sospetti che siano entrati in azione anche il primo ottobre a due passi dallo stadio Meazza.
L’indagine degli agenti del commissariato Porta Genova, coordinati dal primo dirigente Manfredi Fava, è scattata dopo il primo colpo, avvenuto in via Arena, una stradina a senso unico in zona Darsena. Come ripreso da una telecamera, quella sera M. è salita a bordo dell’auto bianca spacciandosi per cliente, seguita a stretto giro da A.: l’uomo, armato di coltello, ha spintonato la complice, così da non far pensare alla vittima designata che fosse d’accordo con lei, e poi ha puntato la lama al collo del conducente, facendosi consegnare xx euro. A colpo finito, lui è scappato verso destra, mentre la quarantasettenne, fingendosi spaventata, è uscita dalla macchina e si è allontanata a passo svelto nella direzione opposta. All’inizio, gli accertamenti investigativi si sono concentrati su un particolare sospetto – a prenotare la corsa per via Arena non fu la donna, bensì un uomo, a sua volta tassista – ma dopo qualche giorno i poliziotti hanno capito che quella persona non c’entrava nulla: era una conoscenza casuale che M. aveva sfruttato per chiamare il radiotaxi al posto suo.
L’analisi attenta dei filmati ha quindi fornito un’altra indicazione-chiave: un cenno della mano fatto dall’uomo alla donna prima di salire sull’auto, segno che i due erano d’accordo. A fornire il nome della quarantasettenne è stato proprio il tassista utilizzato come inconsapevole telefonista; e da lì gli uomini di Fava si sono concentrati su M., iniziando a scandagliare numeri di cellulare e celle telefoniche. Nel frattempo, i rapinatori sono tornati in azione nella stessa zona, prendendo di mira un altro conducente il 16 ottobre in via Scaldasole; in quell’occasione, però, la vittima ha reagito ed è riuscita a mettere in fuga A. e a riprendersi i xx euro che aveva nel cruscotto. Venerdì scorso, gli agenti di Porta Genova hanno fatto scattare il blitz e hanno arrestato i due, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip su richiesta del pm Cristina Ria. Non è finita: gli investigatori stanno setacciando tutte le denunce per rapina presentate da tassisti nell’ultimo periodo per capire se la coppia abbia colpito altre volte; in un caso, quello di piazza Axum del primo ottobre, ci sono già prove sufficienti, visto che A. e M., che avevano continuo bisogno di contanti per comprare cocaina, avrebbero utilizzato il bancomat del derubato per fare colazione con brioche e cappuccino e acquistare un pacchetto di sigarette in un bar di piazzale Brescia. Tutto a favor di telecamera.
Nicola Palma