ilgiorno.it Milano. Ore 11.45 di ieri, piazza Luigi di Savoia. Un capannello di tassisti sotto le pensiline del maxi posteggio della Stazione Centrale di Milano. Decine di macchine parcheggiate a motore spento. Nessun passeggero da trasportare. “L’altro giorno ho percorso un centinaio di chilometri per racimolare tre misere corse”, allarga le braccia un conducente. E gli altri annuiscono, guardando sconsolati una delle uscite dello scalo ferroviario, desolatamente deserta.
Va così dallo scorso weekend, da quando l’emergenza coronavirus ha contratto gli arrivi in città e ridotto le corse per i padroncini: alle 13, i report dei radiotaxi meneghini davano un -65% di richieste rispetto a un normale mercoledì di fine febbraio. Qualche giorno fa, le associazioni di categoria si sono rivolte a Regione e Comune per avere delucidazioni sui comportamenti da adottare per evitare il rischio contagio, ma per ora hanno solo ricevuto una mail che apre all’installazione (a carico del proprietario della licenza) di un elemento divisorio tra i sedili anteriori e posteriori; e un incontro a Palazzo Lombardia potrebbe tenersi lunedì per parlare dei possibili aiuti da destinare a coloro che operano nel mondo del trasporto pubblico non di linea, cioè tassisti e Ncc.
Ieri i rappresentanti delle auto bianche hanno scritto al premier Giuseppe Conte e ai ministri di Sviluppo economico e Infrastrutture Stefano Patuanelli e Paola De Micheli: “Il comparto taxi – il testo firmato da sigle nazionali e locali – presente nelle maggiori città italiane, che ha sempre offerto il proprio servizio senza chiedere contributi, rischia oggi di essere abbandonato al proprio destino, sebbene, soprattutto in questi momenti, debba invece essere presente per garantire il diritto alla mobilità dei cittadini”. Oltre alle indicazioni sulle procedure da seguire per continuare a lavorare “in massima sicurezza”, associazioni e sindacati hanno chiesto “al Governo e alle istituzioni un contributo economico, diretto e indiretto, a sostegno di queste aziende”. In concreto, hanno aggiunto, “serve un supporto economico immediato per mantenere attivo il servizio e un contributo indiretto che passi attraverso contributi o defiscalizzazioni”. La conclusione: “Agire subito per garantire la sopravvivenza al comparto”. Firmato: Ugl Taxi, Federtaxi Cisal, Tam, Satam, Claii Unimpresa, Ati Taxi e Associazione tutela legale taxi. “Vogliamo lo stato di crisi per il comparto – la posizione di Silla Mattiazzi di Uiltrasporti – e misure che, in periodi di riduzione della domanda, ottimizzino le nostre ore di lavoro”.
Una lettera pressoché identica a quella dei tassisti è stata inviata dalle principali associazioni di categoria degli Ncc a Conte, De Micheli e al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini: “La situazione di contagio – hanno argomentato – ha innescato una rapida sequenza di cancellazioni di massa da parte delle agenzie turistiche mondiali, nonché di gite scolastiche e viaggi di gruppo in genere”. Ecco l’elenco delle richieste all’esecutivo: dalla sospensione dei leasing in corso sottoscritto dalle aziende di noleggiatori all’istituzione di ammortizzatori sociali fino al termine della crisi, fino allo stop per tutto il 2020 al pagamento dei pedaggi per l’ingresso nelle zone a traffico limitato.
L’unico supporto che lo stato deve dare è non fare allarmismo attraverso i media. Il covid19 è una semplice influenza e per un’influenza è stata bloccata mezza italia. Criminali!!!