ilmattino.it “Tassisti sul piede di guerra”. Il Coronavirus ha drasticamente ridotto il ricorso alle auto bianche. L’allarme parte da Napoli ma si estende su tutto il territorio nazionale. Rosario Gallucci dell’Orsa trasporti settore taxi spiega: «Le corse sono crollate del 70%, l’aeroporto è vuoto, in stazione arrivano pochissime persone. È un settore messo profondamente in crisi dall’emergenza sanitaria ma a noi nessuna pensa». Dalla segreteria nazionale dell’Orsa è partita una lettera indirizzata ai ministri dell’Economia, dello Sviluppo Economico e dell’Interno, nella quale si chiedono una serie di misure urgenti.
Si parte da un contributo mensile fisso da erogare entro il mese di marzo per sei mesi agli iscritti al ruolo di conducenti sezione taxi «attivamente alla guida di vetture per il servizio di piazza sul territorio nazionale. Si chiede inoltre «l’immediata cessazione per la durata di sei mesi dei versamenti di imposte e tributi senza richiederne in futuro il conguaglio e contributi Inps figurativi, per artigiani e per le cooperative del comparto taxi. La sospensione, inoltre, per la durata di sei mesi del pagamento dei mutui per liquidità finalizzati «all’acquisto di licenze taxi, mutui per la prima abitazione e i prestiti per l’acquisto dei mezzi per svolgere il servizio». «Il nostro lavoro – aggiunge Gallucci – si base sul turismo, se questo viene meno, se ci sono valanghe di disdette si ferma tutto. Come campiamo?»
Non conosco la realtà di Napoli, ma lavorando a Milano penso che mantenere ora i turni di 12 ore ha poco senso, se le attese sono in media di 40 minuti tra una corsa e l’altra.
Un turno ridotto credo che ci stresserebbe di meno, ridurrebbe il numero di auto in circolazione e di conseguenza le attese ai parcheggi.
Come accade che per i grandi eventi sia contemplata l’estensione dei turni, non vedo perchè il Comune, ora che il lavoro è scarsissimo, non ne preveda la riduzione.