ROMA, 18 MAR – “Dobbiamo constatare con profonda amarezza, la sostanziale assenza di misure in favore del settore taxi, nel cosiddetto Decreto Cura Italia, recentemente approvato dal Governo Conte”. È quanto dichiarano in una nota Ugl Taxi, Federtaxi Cisal, Tam, Satam, Claai, Unimpresa, Ati taxi ed Associazione Tutela Legale Taxi. “Per i lavoratori delle auto bianche, si determina praticamente la possibilità di avere uno spostamento di alcune settimane del versamento dei contributi previdenziali, passando dalla metà di maggio alla fine dello stesso mese, una dovuta interruzione delle rate di mutuo legate all’acquisto della prima casa, nonché scarse misure di agevolazione dell’accesso al credito – spiegano – Se si poi pensa di poter risollevare un settore totalmente messo in ginocchio dal blocco di tutti gli spostamenti legati al mondo del turismo e del lavoro, con un contributo massimo di seicento euro per il mese di marzo, si è su di una strada sbagliata”. “Infine, occorre evidenziare la totale inutilità dello stanziamento di due milioni di euro, destinati all’installazione di pareti divisorie da montare sulle vetture taxi – concludono i sindacati – Tale somma si sarebbe dovuta stanziare invece, in favore dell’acquisto di mascherine e guanti di cui i tassisti, costretti ad adempiere quotidianamente agli obblighi tipici del servizio pubblico, sono totalmente sprovvisti”.
6 commenti
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Obbligati ad un servizio pubblico quando esiste la reale possibilità di essere contagiati non esiste più come riporta anche se non sbaglio l’articolo 41,quindi obbligati a niente.
Personalmente sono 15 gg che non esco e non uscirò finché non si sarà attenuata l’ondata e qualcuno ricomincerà a prendere il taxi.
Qui si pensa alle mascherine e ai divisori,ma se non c’è nessuno tranne qualche anziano che purtroppo deve recarsi a fare visite,a cosa servono?
Certo gli anziani hanno bisogno di questo servizio,ma considerato che il tutto non dipende da noi,beh,ci pensassero i conduttori della patria,personalmente per incassare 30 euro al giorno e rischiare la vita(si,vita)credo non ne valga la pena.
Comunque esprimo la mia solidarietà a quei colleghi che si prestano a questa brutta situazione.
Quindi ci saranno delle controproposte, delle proteste della categoria e altre forme di lotta ,oppure prendiamo questa elemosina senza fiatare e usciamo a favorire il contagio?
Questi si ricordano dei taxi solo quando devono aumentare le licenze…..che schifo!!!
Pienamente d’accordo con il collega Baccalà.
Serve tutto dai divisori alle mascherine, ma è inutile illuderci per uscire da questa situazione ci vorranno diversi mesi e scordiamoci le fiere spostate a Giugno del Mido, della Miart e del Salone del Mobile perchè non ci sarà un bel niente.
Serve che il comune di Milano e le nostre associazioni sindacali e Radiotaxi si mettano d’accordo seguendo l’esempio di altri comuni come Roma , Torino e Mestre.
Servono e serviranno per i prossimi mesi molti meno taxi di quelli che possono essere su piazza a regime.
Il comune di MIlano deve contigentare i taxi in base al numero pari o dispari del civico su base settimanale o diminuire decisamente l’orario dei turni a 6 ore giornaliere
Il tutto per poter racimolare durante la giornata di lavoro almeno le spese inerenti all’attività.
Chiaramente sarebbe un provvedimento provvisorio almeno per un paio di mesi, però bisogna farlo , non ci sono alternative perchè la situazione lavorativa per ritornare alla normaità ci vorranno diversi mesi o addirittura parecchi mesi.
Di alternative pratiche non ce ne sono altre, e anche le nostre associazioni sindacali e le nostre Radiotaxi dovrebbero appoggiare questa soluzione provvisoria.
Altrimenti anche per i prossimi mesi con tutti i taxi in piazza si farà la fame senza un minimo d’ introito per l’attività.
Stefano- Milano
Stefano, scrivi di provvedimenti solo per i due prossimi mesi, invidio fortemente il tuo ottimismo.
Hai visto come evolve drammaticamente di minuto in minuto la situazione a livello MONDIALE?
Bravo