romadailynews.it Sfruttare la possibilita’ offerta dai decreti di installare sulle auto divisori di plexiglass anticoronavirus per farne delle vere e proprie pareti antirapina. Sostegno al reddito, visto il calo dell’80% del fatturato. Eliminazione dell’orario minimo di lavoro e cancellazione dei turni di notte. Dotazione di mascherine FFp2. Sono queste le richieste piu’ importanti arrivate dagli operatori del settore Taxi, riuniti questa mattina per la prima volta dall’inizio dell’emergenza, per partecipare in videoconferenza della commissione Mobilita’ del Comune di Roma, convocata proprio per fare il punto della situazione a un mese e mezzo dal lockdown causato dal coronavirus.
Alla riunione, oltre all’assessore ai Trasporti Pietro Calabrese e al presidente della commissione, Enrico Stefano, hanno partecipato Andrea Gioia dell’Usb Taxi, Andrea Anderson dell’OrSa Taxi, Nicola Di Giacobbe dell’Unica Cgil, Luigi De Cesaris di Confoperative, Alessandro Genovese dell’Ugl e Alessandro Atzeni della Fit Cisl. Infine erano presenti Alberto Di Lorenzo, direttore della Direzione Tpl del dipartimento Mobilito’ e Luca Avarello dell’agenzia Roma servizi per la Mobilita’.
“Bene i divisori- ha spiegato De Cesaris commentando la notizia data dall’assessore Calabrese sulla possibilita’ di usare fondi del ‘Cura Italia’- Ma quello che auspichiamo e’ che si possano installare divisori anche antirapina, quindi piu’ spessi, e che questo possa essere adottato nel regolamento comunale. Chiediamo, poi, che nel regolamento interno venga eliminato l’orario minimo di servizio e infine misure a sostegno del reddito attraverso un’intermediazione del Comune con il Governo, visto che registriamo cali dell’80% che avremo anche per diversi mesi visto che il turismo fara’ fatica a riprendersi”.
“Abbiamo bisogno di tutto il supporto del Comune- ha poi detto Anderson- Abbiamo ricevuto le mascherine da pochi giorni ma non le riteniamo sufficienti in quanto non sono del tipo FFp2. Queste non ci proteggono, anche perche’ noi spesso svolgiamo servizi fuori dagli ospedali. Chiediamo poi la sospensione dei pagamenti per alcune spese come rinnovo licenza, muletto, cambio turno e altre ancora. Serve un anno di tregua a livello economico per poter continuare ad espletare il servizio”.
“Gradiremmo- gli ha fatto eco Gioia- che il materiale di protezione venisse distribuito con un foglio di certificazione e che i dispositivi possano davvero essere utilizzati. No a mascherine ‘fantasia’ di vari tipi, ma solo quelle certificate. Come Usb poi chiediamo che venga sospeso il turno di notte che oggi non ha senso di esistere. Lo facciano, in caso contrario, solo i colleghi con esenzione mentre per tutti gli altri si proceda con la riduzione al 66% solo su mattina e pomeriggio. Infine, chiediamo di essere coinvolti nella moblita’ complessiva per la cosiddetta ‘fase 2′. E’ ipotizzabile pensare che in quella fase l’utenza preferira’ usare modalita’ di trasporti a distanziamento sociale e quindi molti preferiranno i taxi piuttosto che bus o metropolitane. Chiediamo che il Comune predisponga buoni taxi per la popolazione, soprattutto quella svantaggiata socialmente che abita nelle periferie”.
Atzeni, della Cisl, ha chiesto “la possibilita’ di tamponi periodici per gli operatori” mentre Di Giacobbe della Cgil “una distribuzione piu’ capillare delle mascherine oltre che piu’ punti nella citta’, come alcune rimesse dei mezzi, per la sanificazione delle vetture, in modo tale che si possa fare anche una sanificazione durante il servizio”. Nella replica l’assessore Calabrese ha chiarito come “la sospensione del turno di notte sia una richiesta che prenderemo in carico e a cui cercheremo di dare una risposta e che la spostamento di alcuni pagamenti sia sul tavolo e in discussione. I buoni taxi sono una delle richieste che Roma Capitale fara’ al ministero dell’Economia”. “Il tema dei divisori antirapina non rientra nel ‘Cura Italia’- ha concluso l’assessore- mentre misure a sostegno del reddito dovrebbero trovare spazio all’interno del decreto. Infine mi faccio carico della richiesta sull’orario minimo di servizio, sul quale vengono parametrati gli introiti, con una nuova ordinanza”.