I milanesi «si stanno comportando diligentemente in questa crisi», lo certifica «anche l’Economist che pubblica una classifica che vede la nostra città prima al mondo nel rispetto dei divieti» ma «non dobbiamo deresponsabilizzarci. ilgiornale.it
É il nostro comportamento virtuoso che ci sta tenendo abbastanza lontano dai guai» avverte Beppe Sala nel consueto videomessaggio su Facebook. Ieri è tornato sulla polemica con la Regione sui test sierologici che «partiranno da altre province, lo ha confermato la Regione. Non discuto però fermo non voglio stare». Il sindaco ha raggiunto un accordo con l’ospedale Sacco e il suo direttore del Dipartimento di Malattie infettive Massimo Galli per sottoporre a test i 4mila conducenti dei mezzi Atm.
Sono in accesa polemica col Comune e hanno scritto anche una lettera al prefetto invece i tassisti milanesi. Unica Cgil, Confcooperative Lombardia, Unione Artigiani, Satam, Fit Cisl e Tam denunciano al prefetto Renato Saccone il problema del «trasporto di utenti affetti da Covid-19 che richiedono il servizio, specialmente anche se non in maniera esclusiva, da ospedali. In presenza di questi casi la corsa non può e non deve essere svolta». Si tratta ad esempio di pazienti dimessi ma ancora sottoposti a isolamento, o di chi ha fatto il tampone ma non è necessario che sia ricoverate e chiama il taxi per tornare a casa.
Persino l’assessore comunale alla Mobilità Marco Granelli ieri su Facebook sosteneva che andrebbero maggiormente usate le strutture predisposte per l’isolamento, come l’hotel Michelangelo vicino alla stazione Centrale che è occupato per un terzo della capienza, e sottolineava en passant di aver «proposto ad Ats e al sistema dell’Emergenza Urgenza di fare convenzioni con i taxi per trasportare in maniera protetta persone dimesse in quarantena e tutelare così loro e la comunità, ma dopo più di 10 giorni ancora silenzio». I sindacati insorgono. Gli ricordano che «i taxi non sono ambulanze». «Apprendiamo da Facebook, al solito senza confronto con gli operatori – puntualizzano nella nota unitaria – che l’assessore vorrebbe impiegare le auto bianche per il trasporto convenzionato di pazienti Covid. Del resto, le centrali radiotaxi ricevono da giorni richieste di servizio da parte di utenti dimessi da strutture sanitarie che non possono garantire loro un trasferimento in condizioni di sicurezza.
Stigmatizziamo con forza questo tentativo di snaturare il servizio taxi, con tutti i rischi che evidentemente si vogliono tacere o sottovalutare». E «se non si riesce a garantire condizioni di sicurezza a medici e infermieri, come si può pensare di farcela su un taxi?». Peraltro rimarcano che «è inaccettabile» che «proprio mentre il Comune annuncia accordi con il Sacco per fare tamponi ai dipendenti Atm il servizio taxi, lasciato sempre più solo, debba farsi carico anche di trasporti sanitari. Le auto non sono attrezzate, gli operatori non sono formati per questo e, rischiando la propria salute, mettono a repentaglio quella degli utenti». Conclusione: «Invece di escogitare soluzioni estemporanee e rischiose, si ammettano i problemi e si provveda a risolverli investendo le risorse necessarie a garantire servizi idonei».
Prima i pacchi, poi ambulanze … tra un po’ una scopa nel…. e ti puliamo anche le strade.
Tanto con 500 licenze in più ne avremo di tempo.
#Granelli I love you