corrieredellumbria.corr.it Coronavirus in Umbria, tassisti sull’orlo della disperazione, “Abbiamo perso il 95% dei clienti. Per la maggior parte dei giorni di lockdown cui non abbiamo avuto alcun cliente. Entrate zero. Ma il servizio deve essere assicurato. Oltre ai 600 euro, non ci sono stati ancora erogati aiuti dal governo. Eppure le misure di sicurezza dentro ai mezzi le abbiamo installate a nostre spese. Solo il divisorio in plexiglass è costato 250 euro”.
Parla Andrea Cappella, responsabile del sindacato Uritaxi Umbria. E’ perennemente in sosta assieme a una manciata di colleghi davanti alla stazione di Fontivegge, in attesa di una chiamata che non arriva. “I passeggeri non ci sono. Noi ci siamo dotati di mascherine, in parte distribuite dalla protezione civile, che ringraziamo e guanti. Purtroppo per ora non servono”, continua Cappella. Carlo Bacchi, nel cda di Radio Taxi, spiega che si tratta di un servizio essenziale che va comunque garantito, notte e giorno. E questo nonostante il transito ferroviario sia praticamente inesistente così come l’arrivo dei turisti, ovviamente.
Se i problema è grande in città come Milano o Roma nn oso immaginare in realtà più piccole come l’esempio sopra. Chi di dovere deve intervenire sopratutto in situazioni come queste!