La testimonianza di Claudio Sbrana: «Lavoro calato del 98%, spesso in 10 ore di servizio neppure una corsa» iltirreno.gelocal.it
PISA. Fermo con il freno a mano tirato in attesa di un passeggero. Lo sguardo rivolto all’ingresso della stazione e alle porte automatiche dell’aeroporto che da settimane nessuno varca più. Alle spalle non ci sono più le code di taxi in sosta. Un’attesa solitamente esaudita in pochi minuti, da oltre due mesi diventata interminabile. Claudio Sbrana, 62 anni, tassista da 13, rappresentante di Cna taxi Pisa come i suoi colleghi aveva già pianificato la stagione estiva. Che per i trasporti non segue la naturale evoluzione dei calendari, ma quella dei flussi di turisti e visitatori, lavoratori e studenti. Un contratto di assunzione di un giovane collaboratore già pronto per incrementare le ore di servizio e un piano dettagliato che avrebbe portato il suo taxi a scorrazzare in città per quasi l’intera giornata.
«Improvvisamente è cambiato tutto», dice. Turismo paralizzato. Zero ingressi in città. Zero spostamenti verso altre destinazioni. I motori dei taxi restano spenti. Ai 77 tassisti attivi in città rimane la speranza di una sorta di riconversione dell’attività che punta a supportare il trasporto pubblico locale o a consegne di materiali. «Eravamo già pronti ad affrontare la stagione estiva. Tutti aspettavamo con ansia l’aumento dei flussi turistici, il raddoppio dei voli al Galilei e l’inizio della stagione del turismo congressuale», aggiunge il tassista. Attività vitali per il settore, «anche per arrotondare il lavoro della stagione invernale che cala vistosamente». Una speranza trasformata in miraggio.
Delle migliaia e migliaia di persone attese, il flusso si è ridotto a poche decine. «Il lavoro è calato del 98% – prosegue Sbrana -. Da una media di 15-20 corse al giorno di un periodo normale, in questi mesi l’attività si è ridotta ad un massimo di due chiamate, ma in molti casi, dopo dieci ore di servizio, non ho coperto nemmeno una corsa». I numeri aiutano a comporre il quadro drammatico di un settore legato alle attività turistiche che continuerà a subire il contraccolpo dell’emergenza sanitaria anche nei prossimi mesi.
La ripartenza del comparto non ci sarà il 4 maggio. E nemmeno il 18 o ad inizio giugno. «Nonostante la crisi cerchiamo di assicurare il servizio con un’organizzazione rivoluzionata e con tutte le precauzioni, ma è impensabile proseguire in questo modo – continua Sbrana -. Rinuncerò sicuramente ad assumere un collaboratore, stringo i denti e resisto». Il piano proposto dai tassisti pisani prevede una sorta di riconversione delle attività: trasporto materiali, anche a supporto delle attività aperte, accanto alla tradizionale attività di trasporto persone e un’interazione con il trasporto pubblico locale. «Tentativi per sopravvivere – conclude il tassista – ed evitare conseguenze drammatiche».
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