lanazione.it Brontolavano e ce l’avevano in genere con quelli che si lamentavano perché non trovavano vetture. “Siamo anche troppi!”. E si sfogavano col cliente appena salito come se fosse colpa sua. Così andavano le cose e a guardarsi indietro si vorrebbe tornare proprio a quei tempi, quando i tassisti si lamentavamo anche senza averne motivo. Ora invece poveretti non si lamentano ma ne avrebbero di ragioni.
Invece pare abbiano perso la parola, quando ci sali sopra sono diventati gentili, perfino troppo, si sono trasformati. Li vedi in coda nelle piazze che sono piene di taxi. Non s’erano mai visti tanti tassisti fermi ad aspettare uno che passi, una chiamata. Stanno lì a parlare a bassa voce tra loro, tanto per passare il tempo. Ma con i clienti non si lamentano più. Questione di orgoglio e di carattere. Qualcuno ha messo sul cofano del taxi la scritta: abbiamo vinto la guerra e l’alluvione, vinceremo anche il covid. Solo che prima a volte erano insopportabili e ora invece mette tristezza a vederli in questo modo. Loro, che sono sempre stati il termometro della città, che sanno sempre tutto e lo sanno prima degli altri perché i clienti salgono sul taxi e si confessano. Peggio dei preti. Ma ora hanno perso il polso anche loro. Passerà. Perché li vogliamo come erano. Beceri e nevrastenici non mogi ed educati. E soprattutto a girare come trottole. Come erano abituati a fare.
Un abbraccio a chi ha scritto questo articolo…torneremo a girare come trottole, però saremo anche più educati. Grazie davvero! A ROMA RAGAZZI SVEGLIAAAAAAAAA
Cari colleghi/amici, dopo 32 anni Di piazza con onorato servizio e dopo aver visto e vissuto la guerra del golfo , tangentopoli, crisi finanziarie dove la gente lasciava I loro uffici con gli scatoloni, la battaglia vinta con Bersani Che travisava assurde liberalizzazioni ….”Io sono ancora qua..e gia’”vinceremo anche questa lotta. Perche’ alla richiesta Di taxi la Nostra risposta he’ e sara’ sempre …Presente!!!!! Nella antica Roma I vetturieri avevano molti privilegi e ritenuti indispensabili!!!! Torneremo ad essere rivalutati (spiacente x I nostri omnipresenti detrattori) il vero metro Che misura la Vera economia Del nostro paese se lo Si vorra’ ancora definire un paese civile e libero!!!!! Sveglia Ragazzi!!!!!
Cari amici/colleghi dopo32 anni Di onorato servizio e dopo aver visto e vissuto la guerra del golfo, tangentopoli , le crisi finanziarie ,dove la gente lasciava gli uffici con gli scatoloni in braccio e la battaglia assurda con Bersani Che ci voleva liberalizzati da noi vinta….” Io sono ancora qua’. E Gia ‘ !!!” Al la richesta del nostro servizio la risposta e’ sempre stata solo una .. Presente!!!! Tormeremo ad essere rivalutati ( mi spiace x I nostri detrattori omnipresenti) ma NOI siamo il vero termometro della Vera economia !!!!! Nella antica Roma I vetturieri vivevano Di privilegi perche ritenuti indispensabili !!!!! Siamo e resteremo il metro Di una societa’ e un paese Che Si vuole definire libero e democratico!!!! Sveglia Ragazzi
Noi siamo il cuore e l’anima delle strade delle nostre città. Certo se questa esperienza potrà migliorarci va bene ma non molle remo mai di un centimetro contro chi con la prepotenza del potere e le bugie raccontate ad arte vuole imporre i propri interessi a scapito di chi lavora rispettando leggi e regolamenti. Yenkee siete troppo sporchi per non puzzare!
era febbraio 2017… giorni di protesta… cito gianluigi paragone
“Io sto con i tassisti.
E sto con loro anche se talvolta non li sopporto. Però finalmente si vede una categoria che protesta e che fa male. Sto coi tassisti perché difendono il loro lavoro a costo di apparire ancor più anticipati.
Sto con loro perché non vogliono restare a casa disoccupati. Perché questo è il rischio che corrono. E se ne fregano di quello che tutti noi possiamo pensare. Sono una categoria? Certo. Ma hanno una licenza, hanno il diritto di esercitare il loro cavolo di mestiere senza che arrivino questi nuovi “liberalizzatori” di Uber e delle varie piattaforme “tana liberi tutti”. Un cavolo, tana liberi tutti. Questi signori – ai quali suggerisco che l’educazione e la pulizia del mezzo non è mai abbastanza – sono sotto assedio per colpa di una arroganza camuffata da liberalizzazione. Stanno difendendo il loro lavoro, i loro investimenti. E quando uno deve difendere il proprio stipendio fa benissimo a paralizzare le strade. A brigante, brigante e mezzo. Si chiama sciopero, si chiama manifestazione, si chiama protesta. Crea disagio a tutti noi? Amen. Se io fossi nelle loro condizioni farei altrettanto. E, anzi, mi sono sempre stupito come la marea di disoccupati o di disagiati non abbia ancora prodotto la paralisi. Penso agli insegnanti – e qui li farò arrabbiare – lamentosi per la violazione dei loro diritti ma non abbastanza “cazzuti” (francesismo) da difendere con la contestazione il loro posto di lavoro e i loro diritti maturati per effetto di un concorso.
Il potere ormai si è abituato al disagio lamentoso ma privo di forza. Per questo i tassisti mi piacciono. E li appoggio. Perché sono una categoria, sono un pugno che si chiude e che colpisce. Come ad avvertire: giù le mani dal nostro posto di lavoro, dal pane che portiamo a casa. Gli Ncc e, peggio ancora, le piattaforme tipo Uber non possono fare quello che vogliono, non funziona così. Soprattutto per la società di Travis Kalanick, che produce fatturati considerevoli pagando il meno possibile gli autisti che prestano servizio sotto le insegne di Uber. Già, perché chiamarli lavoratori di Uber non si può: Uber fornisce solo la piattaforma di chiamata. Eppure Uber sta perdendo fior di cause di lavoro in giro per il mondo.
Basta con questa pseudo modernità – come rivendicano gli imprenditori 2.0 – per cui a loro i profitti e agli altri le briciole. Basta con questa cretinata delle app che ci rendono la vita più semplice e più economica quando poi il grosso di questi imperatori della Silicon Valley è campione mondiale di evasione fiscale. Basta con questo falso mito della sharing economy con cui stanno rimbecillendo la gente.
Uber – che già una sentenza del tribunale di Milano ha dichiarato illegale – e i suoi fratelli se ne stiano tranquille, rispettino le regole. Lo dico anche agli autisti Ncc: non cadete nelle trappole della multinazionale perché vi lascerebbero le briciole; fuori dalle vostre scazzottate (perché accade anche questo) c’è gente che nel giro di un decennio è pronta a lasciarvi entrambi a casa perché è pronta la macchina col pilota automatico.
Le liberalizzazioni fatte con il solito criterio di apparire moderni o di superare le corporazioni sono una strada che non ha per nulla favorito il cliente: ha solo arricchito i padroni. Quindi fanno bene i tassisti a non cedere nemmeno di un millimetro. E bene faremo noi, quando il tassista si presenta con la vettura sporca o puzzolente, a chiamare un altro taxi così impara.
Ormai è una guerra a difendere i propri soldi e i nostri diritti. E bene ha fatto quel meraviglioso rappresentante degli studenti al Politecnico di Torino a irridere il ministro Calenda sui miracoli del Jobs Act e sulle tante promesse con cui la politica si riempie la bocca. Non sono distanti quei mondi. Sono diversi i linguaggi. Tra poco tutti i punti si uniranno: la sopraffazione dei cosiddetti miti moderni sarà palese presto anche alla massa di pecoroni che non ha ancora capito la valanga prossima a seppellirci. Allora in piazza non scenderanno solo i tassisti ma anche tutti gli altri. E la folla tornerà a essere popolo, comunità.”
Impariamo a memoria le parole di Gianluigi e ricordiamoci che solo CHI CADA PUÒ RISORGERE. Alla faccia dei POLTRONARI DI ROMA( TUTTI NESSUNO ESCLUSO) e raccomando ai sindacalisti: LO SCIOPERO SIA NAZIONALE E SI FACCIA A ROMA SENZA SE E SENZA MA! Torneremo anche per chi ci vuole vedere morti!!!!!!!!!!
@ ALFA
Travis Kalanick… chi era costui? noi ci siamo ancora.
E CI SAREMO!
Bravo Francesco sei un grande…. hai dato la risposta più bella!!!!!!!