genova.repubblica.it Centanaro, leader della Cooperativa: “In 6- 8 ore di lavoro porti a casa 10 euro, neanche i soldi per la benzina. Eppure abbiamo allestito le vetture con il divisorio per garantire una maggiore tutela e sicurezza ai passeggeri”.
Ore a guardare il display del monitor- radio sperando che dalla centrale operativa arrivi la richiesta di una corsa. Notti e notti seduti al volante, tutti in coda fermi nel posteggio, a guardare negli specchietti retrovisori, in attesa che si apra la portiera e qualcuno dica: “Devo andare…”. « E non importa più se sei nelle zone più centrali e strategiche come De Ferrari, Principe o Brignole: se ti va bene, in sei- otto ore di lavoro porti a casa 10 euro, neppure i soldi per la benzina ». Valter Centanaro, presidente della Cooperativa Radio Taxi, fotografa una situazione allarmante: « Dopo il lockdown la situazione non è migliorata, e molti colleghi stanno decidendo di mollare. Intendo cambiare attività, sono disposti a ” riciclarsi” anche a 60 anni pur di sopravvivere » .
Lo storico numero uno della cooperativa racconta le storie di tanti amici che ormai non riescono più ad arrivare a fine mese. « C’è chi ha la moglie malata e deve pagare una badante, ma non riesce più a mettere insieme il pranzo con la cena e per forza di cose non può più permettersi un’assistenza per i parenti. Ma anche chi ha il mutuo e le rate in scadenza e ha le banche che gli stanno con il fiato sul collo » . I numeri dei contagi che salgono in città, allontanano ancora di più i clienti. «La chiusura delle sale da ballo e delle discoteche, ora quella di alcuni locali alle 21 e dei ristoranti a mezzanotte, sono state e saranno mazzate tremende». Ed è per questo che diversi suoi colleghi stanno valutando soluzioni drastiche. «Siamo 869, parecchi mi hanno detto che hanno intenzione di vendere la licenza, ma non sarà certo facile farlo se le condizioni del mercato sono queste. Prima che sparisca, altri colleghi stanno pensando di andare in pensione con quota 100, perdendoci qualcosina, ma non ne vale più la pena resistere per portare a casa quattro soldi con cinque corse al giorno e rischiare la salute, perché anche noi, nonostante le precauzioni che abbiamo preso, siamo ad alto rischio. Oltre alla periodica sanificazione e igienizzazione di tutte le auto – spiega il presidente della Cooperativa – i soci hanno allestito le vetture con il divisorio per garantire una maggiore tutela e sicurezza ai passeggeri. Abbiamo voluto fare la nostra parte nella Fase 2, della ripartenza e delle riaperture, ma nonostante tutto la gente ha paura. Eppure i bus sono affollati e sui taxi sarebbero molto più al sicuro » .
I tassisti stanno valutando anche misure meno dure. « Certo, stiamo discutendo di ridurre l’orario di lavoro, facendo girare meno macchine, tarandolo a 400 invece che 500 al giorno, ma sono numeri che dobbiamo ancora decidere, per ora sono solo ipotesi » . Le auto bianche da tempo sono in crisi, sono riuscite a rimanere a galla quando è scoppiata la pandemia, anche grazie a servizi extra. «Per esempio ci sta venendo a mancare il trasporto disabili scolastico, una partnership che avevamo con alcune cooperative sociali: da una quindicina di corse, siamo passati a una-due. Il taxi bus per sostituire le linee collinari Amt è stabile, mentre il trasporto della spesa che andava molto bene è terminato con il lockdown. In sostanza, possiamo dire che il nostro giro affari è diminuito di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso » , precisa Valter Centanaro. I tassisti chiedono al Comune di intervenire, di lanciare un salvagente che possa salvare la categoria. « Ci hanno risposto che non ci sono fondi – prosegue il presidente della Cooperativa –, abbiamo anche proposto di organizzare servizi legati all’acquisto dei biglietti bus: presenti il tagliando e ti porto a casa, magari se abiti fino a una determinata distanza, il resto della corsa lo paga il Comune, ma la vedo davvero dura».
Arrivati a questo punto chiederei L intervento di CONFCOMMERCIO, CHIEDO A TUTTI GLI OPERATORI E ALLE PARTITE I VA DI INDIRE UNA SERRATA E INSIEME A NOI PARTECIPARE A UNA MANIFESTAZIONE A ROMA. Chiudere tutti i ristoranti, locali, negozi, lasciamo solo i supermercati aperti e non tutti. IL POPOLO DEVE FICCARSI IN TESTA CHE È ORA DI MUOVERE(scusate il termine) IL CULO. È L
ORA DELLA MOBILITAZIONE GENERALE. E sappiate che mi tengo per me L idea di dove è partita la seconda ondata della pandemia. NON AGGIUNGO ALTRO
Genova e ‘ un altra delle tanti citta ‘ d Italia che si accinge fare un contigentamento dei taxi in servizio.
Siamo solo noi a Milano che ancora ci ostiniamo a uscire tutti quanti e andare avanti in questo modo per 2 lire al giorno.