sanremonews.it Tra le molte categorie penalizzate, sia dal periodo di pandemia e dalla settimana festivaliera decisamente meno ‘ricca’ del solito, anche i tassisti. Oltre al problema degli Ncc che trasportano tutti i cantanti e gli addetti ai lavori Rai che sono impegnati all’Ariston, per gli autisti matuziani c’è anche la penuria di turisti, giornalisti e addetti in genere, che poco si muovono in città.
Un calo netto degli incassi come ci è stato confermato dal presidente dei tassisti sanremesi, Alessandro Nolli: “Siamo in uno stato di crisi che dura da un anno, sia in città che a livello nazionale. E i ristori sono stati pochi. Questo sarà ricordato come il Festival peggiore per noi e anch’io, che da circa 20 anni opero su Sanremo e mai abbiamo vissuto una situazione del genere. Il Festival era la stagione del rilancio e, invece, siamo qui fermi ai posteggi”.
C’è poi anche la ‘concorrenza dovuta’ per il Covid da parte dei trasporti con Ncc: “La Rai viaggia da anni con altri trasporti, ma noi ci siamo sempre arrangiati con il resto del ‘carrozzone’. Quest’anno gli addetti ai lavori si sono ridotti moltissimo e non ci sono turisti. La polemica riguardava i pochi addetti ma, invece, per fortuna qualche servizio riusciamo a farlo lo stesso”.
E’ quantificabile il calo del lavoro? “Stiamo aspettando i dati dalla centrale che gestisce le chiamate, ma a spanne siamo su un calo del 70% e tutti i colleghi non avrebbero mai pensato ad una cosa del genere”. Ha parlato di ristori, quando è arrivato? “Abbiamo ricevuto circa 2.000 euro nel 2020 ma, da gennaio non si sa più nulla ed ora stiamo aspettando notizie dal Governo Draghi. C’è stata la lodevole iniziativa della Regione che ha fornito card da 250 euro per gli anziani da spendere per i taxi. Non sono molti su Sanremo ma è un aiuto per tutti”.
Mettendo alle spalle il Festival si sta già pensando a Pasqua, ponti ed estate. Quant’è l’ossigeno nelle ‘bombole’ dei tassisti per arrivare alla fine di questa drammatica situazione: “Credo che sia poco, in attesa delle iniziative economiche delle Istituzioni perché, in questo modo, non vediamo la luce”. Sul piano vaccini avete ricevuto qualche notizia in merito per voi? “Nulla, sia a livello locale che nazionale. Noi abbiamo sempre lavorato da quando è scoppiata la pandemia ed abbiamo fornito il servizio con dispositivi di protezione nostri. Per ora non rientriamo nelle categorie protette in previsione del vaccino”.