lanazione.it ‘Becchi e bastonati’, per dirla con una locuzione toscana, ma mai più azzeccato per la situazione dei tassisti, al centro da settimane di una situazione sempre più tesa fra aggressioni e problemi con clienti che si rifiutano di pagare. E così il problema della sicurezza per la categoria, torna sotto la lente di ingrandimento e questa mattina si terrà proprio sul tema un importante incontro in Prefettura. La scorsa settimana si è verificata un’aggressione verbale con tentativo di danneggiamento del veicolo di un tassista alla stazione, un altro episodio simile (ma fortunatamente con conseguenze meno gravi) anche nei giorni successivi.
Dulcis (anzi, amarus…) in fundo, chi ha svolto il turno notturno nelle ultime due-tre sere ha dovuto fare i conti con diverse corse non pagate Motivo? I clienti arrivati a destinazione hanno trovato mille scuse per non tirare fuori soldi dal portafogli. E per cercare di porre fine a questa escalation di episodi, il presidente del Consorzio radio taxi ha fatto esposto alla Questura, anche perchè le difficoltà legate alla sicurezza vanno ad aggiungersi a quelle delle restrizioni della pandemia. “La situazione è peggiorata – spiega Simone D’Imporzano, presidente del Consorzio Radio Taxi – abbiamo avuto minacce e aggressioni senza contare le chiamate a vuoto e le corse non pagate. La crisi del turismo che ci vede ancora praticamente fermi, i protocolli non ci permettono di lavorare per i crocieristi, la mancanza di aiuti sta mettendo in ginocchio la nostra categoria”. Il problema è come detto legato alle aggressioni e ai clienti che si rifiutano di pagare.
“E’ necessario discutere con amministrazione e Forze dell’Ordine per capire come comportarci in questi casi. Con il tempo e l’esperienza i taxisti hanno imparato a gestire anche le situazioni più difficili, ma svolgere una corsa e poi non essere pagati è davvero umiliante”. Di fatto i tassisti hanno ben pochi mezzi per difendersi: l’unica è cercare di convincere il cliente e pagare oppure chiamare le forze dell’ordine, con la prospettiva di far scattare una denuncia a piede libero per insolvenza fraudolenta. “La Regione dovrebbe prevedere somme da destinare ai consorzi taxi, per l’acquisto di sistemi di sicurezza e di protezione passiva, come telecamere a bordo delle auto, divisori e sistemi di pagamento elettronici, oltre ad attivare un collegamenti diretti tra le centrali operative, per garantire una maggiore tutela e un intervento più tempestivo delle forze dell’ordine in caso di necessità. Il nostro non è un mestiere facile, quando si paga qualcosa di più per un viaggio notturno bisogna pensare che noi siamo lì ad aspettarlo la notte di turno, rischiando di incontrare anche persone poco piacevoli”.