ilrestodelcarlino.it Almeno dieci colpi. Alcuni esplosi a distanza ravvicinata verso un cartello stradale e manifesti pubblicitari, quattro in direzione di un taxi che si stava muovendo sulla tratta Chiaravalle-Falconara. Un miracolo se non ci è scappato il morto.
Ed ora i carabinieri stanno dando la caccia a una, forse due persone che con un gesto folle e sconsiderato hanno esploso diversi colpi d’arma da fuoco con una pistola il cui calibro non è stato ancora accertato pienamente. Era già buio il pomeriggio tardi del 30 dicembre scorso. Saranno state più o meno le 18. La zona tra Chiaravalle e Falconara era avvolta da un banco di nebbia che ostruiva la visibilità sensibilmente e ovattava anche i rumori.
“Ho sentito un vetro esplodere”, dirà poi il tassista ancora sotto choc ai carabinieri che lo hano ascoltato nell’immediatezza. Era il lunotto posteriore della sua auto, colpito con un proiettile esploso da una pistola, verosimilmente a distanza non troppo ravvicinata. Un colpo ha mandato in frantumi per l’appunto il vetro posteriore della macchina. Un proiettile ha scheggiato il fanale posteriore destro della vettura, altri due proiettili hanno bucato la parte posteriore della carrozzeria.
Il tassista stava procedendo da Chiaravalle verso l’area industriale di Falconara. Aveva appena portato dei clienti in una struttura ricettiva della zona e stava tornando alla base. Percorreva la strada provinciale che collega Chiaravalle a Castelferretti. Una volta oltrepassato il ponte dell’autostrada (il casello di Ancona Nord dell’A14 dista poche centinaia di metri), è stato attinto dai colpi d’arma da fuoco. Non poteva vedere chi aveva sparato: era in movimento, stava guidando, era buio e c’era la nebbia. Ha solo sentito il lunotto esplodere in mille pezzi. Poi altri tre colpi. Il sangue, gelato. Gli occhi sbarrati. Ha accostato quanto prima, ha cercato di capire cosa fosse successo. Ha preso il telefono e ha chiamato i carabinieri. I militari sono arrivati ben presto. Hanno iniziato a perlustrare la zona, ma le condizioni meteo difficoltose non consentivano di fare granché. L’auto è stata posta sotto sequestro giudiziario ed è a disposizione della scientifica. I carabinieri di Chiaravalle e di Jesi, supportati da quelli del reparto operativo di Ancona, hanno avviato gli accertamenti balistici. Sul posto non sono state ritrovate ogive di proiettile. Neppure a bordo dell’auto. E’ probabile che i colpi siano rimbalzati e finiti chissà dove in mezzo ai campi circostanti. La zona in questione, benché molto frequentata soprattutto per motivi di transito, è piuttosto isolata dal centro abitato. Il taxi è stato colpito esattamente tra il ponte dell’autostrada e il distributore di metano.
Secondo i primi accertamenti balistici, chi ha sparato lo ha fatto con le spalle a Chiaravalle e in direzione di Castelferretti. Il tassista è stato ascoltato a lungo. Più che altro per appurare la sua completa estraneità ai fatti. E’ evidente che si è trovato a passare nel posto sbagliato, nel momento sbagliato. Ma allora chi ha sparato? E perchè? Gli accertamenti compiuti anche alle prime luci del mattino, con la luce del giorno, hanno consentito ai carabinieri di appurare che altri colpi erano stati esplosi verso un manifesto pubblicitario e un cartello stradale. I fori d’ingresso del proiettile lasciano pensare che il calibro dell’arma non sia molto alto. E soprattutto delineano un quadro di gioco folle, improvvisato la notte prima di San Silvestro quando c’è l’abitudine di accendere fuochi d’artificio e botti benchè ora vietati dalle ordinanze di quasi tutti i sindaci d’Italia. Ma questo “gioco” poteva essere mortale: sarebbe bastato qualche centimetro in più e il tassista sarebbe stato colpito. Peggio ancora se a bordo del taxi ci fossero state persone sedute sul sedile posteriore. Sarebbe stato sufficiente il passaggio di uno scooter o di un’altra auto per delineare i contorni di una tragedia.