repubblica.it Circa 1110 emendamenti da tutti i i gruppi per il disegno di legge, 250 riguardano le misure sulle spiagge. Muro di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia sulla liberalizzazione di taxi e Ncc: “Stralciare le norme”.
Stralciare la liberalizzazione di taxi e Ncc, cambiare “radicalmente” le norme del governo per la messa a gara delle concessioni balneari. Il centrodestra si prepara alla battaglia della concorrenza. Il disegno di legge delega del governo, che condiziona gli obiettivi del Pnrr e che l’esecutivo vorrebbe approvare in Senato entro aprile e in via definitiva entro giugno, viene sommerso da 1100 emendamenti di tutti i gruppi, in commissione Industria a Palazzo Madama: se ne contano 250 solo sul tema delle spiagge. E non è finita. Altri ancora ne arriveranno domani, dopo una richiesta di proroga dei termini per subemendare il testo sulla messa a gara del demanio marittimo. Ma la sostanza è già chiara: sarà parecchio accidentato il percorso di approvazione della riforma. Lega e Forza Italia, in sintonia con Fratelli d’Italia, propongono di cancellare le norme sui taxi e provano a condizionare le gare sulle spiagge a una mappatura aggiornata di tutto il litorale.
Andiamo con ordine. La legge sulla concorrenza è all’esame della commissione da mesi: dopo centinaia di audizioni solo ora si arriva al dunque, con la presentazione degli emendamenti. Ce n’è una montagna, su tutti i temi oggetto della riforma, dall’idroelettrico ai farmaci, fino ai servizi pubblici locali. Le proposte sono numerose da parte di tutti i partiti della maggioranza. E per provare a sminarle, il governo ha aperto un confronto con un tavolo a Palazzo Chigi che cerca sintesi e punti di incontro con i gruppi parlamentari sui diversi temi. Sapendo che il confronto più duro si avrà probabilmente su tassisti e balneari.
L’assalto alle liberalizzazioni su taxi e Ncc
Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno presentato infatti emendamenti soppressivi dell’articolo 8 della legge sulla concorrenza che dà al governo una delega a rivedere la disciplina del trasporto pubblico non di linea, promuovendo la concorrenza anche nel conferimento delle licenze per tutelare i consumatori e aumentare la qualità del servizio. Fdi, con Daniela Santanché, Massio Ruspandini e Lucio Malan, sostiene che una riforma di questo tipo “rischia soltanto di esacerbare ulteriormente gli animi” di un settore già penalizzato dal Covid e invita i partiti del centrodestra di governo a far fronte comune. La Lega è pronta: propone di stralciare la riforma per liberalizzare taxi ed Ncc e limitarsi ad attuare le norme, previste da una legge del governo Conte del 2019, che miravano ad agire contro l’abusivismo. “Una nuova legge delega, rischierebbe oggi di danneggiare ulteriormente la categoria e di snaturare il servizio pubblico locale che, per quanto riguarda i taxi, è peraltro escluso da vincoli di concorrenza”, sostengono Simona Pergreffi, Edoardo Rixi ed Elena Maccanti.
E Forza Italia? La senatrice siciliana Urania Papatheu ha firmato due emendamenti soppressivi con l’obiettivo, spiega di “contemperare le istanze contrapposte di taxi ed Ncc ed evitare che i tassisti occupino Roma per protesta. In entrambe le categorie ci sono violazioni, gli Ncc non sempre sono rispettosi delle regole perché magari tra una chiamata e l’altra non tornano in garage come dovrebbero, mentre i taxi a volte variano le tariffe a seconda del passeggero: io non sapevo che ci fosse una tariffa fissa per l’aeroporto e ho pagato sette euro in più. Il lavoro che ora dobbiamo fare è ascoltare tutti e trovare la sintesi migliore”. A partire dallo stralcio delle norme.
Sulle concessioni balneari, altro tema dolentissimo per la maggioranza, le proposte emendative possono essere presentate in commissione fino a domani. Ma la sostanza non cambia molto: il centrodestra vuole cambiare “nella sostanza” il testo del governo. Anche perché le Regioni, anch’esse sul piede di guerra in difesa di chi oggi gestisce gli stabilimenti, hanno presentato una mappatura delle concessioni esistenti. E il documento sembra allargare il terreno di scontro. “L’Italia ha 8000 chilometri di demanio marittimo – elenca da FI Maurizio Gasparri – lo spazio per nuove imprese ci sarebbe abbondantemente. In Sicilia meno dello 0,40% dello spazio è occupato, nel Lazio il 26%: la risorsa del demanio marittimo è enorme, non è scarsa, deve essere accessibile. Dopodiché vanno tutelate le imprese che sono oggi titolari di concessioni, il loro valore commerciale, gli investimenti fatti, nel caso che un altro operatore dovesse subentrare”.
Un governo mai votato che distrugge una categoria intera di lavoratori e butta sul lastrico le loro famiglie. Farabutti, delinquenti, ladri, venderò cara la pelle.